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«Ora si sposta l´asse della Ue Mario corregga la linea Merkel», intervista a Franceschini di Goffredo De Marchis

Franceschini: “L´avanzata dei progressisti avrà delle ricadute concrete sulle scelte della Ue”. Assurde le regole di Merkel e Sarkozy. Con la massima crisi non ci può essere anche il massimo di austerità. Il doppio turno alla francese garantisce maggiore rappresentatività. Il Pdl ci pensi

ROMA – Dario Franceschini festeggia la vittoria di Hollande e dei progressisti. Una vittoria che può «spostare l´asse europeo, ripristinare la superiorità della politica sui mercati e concentrare gli sforzi sulle persone e le famiglie che non ce la fanno più, oltre che sul rigore». In Italia anche Mario Monti è chiamato a dare un segnale nuovo.
E in vista del nostro dibattito sulla legge elettorale il capogruppo del Pd alla Camera osserva: «Il voto proporzionale in Grecia e nel Land tedesco esprime una totale ingovernabilità. Il doppio turno francese invece garantisce rappresentatività e una scelta di governo. Il Pdl ci rifletta su».

Davvero pensa che cambieranno subito le politiche europee?
«La Francia è un Paese assolutamente centrale nell´Unione. Il successo di Hollande perciò non può non avere un effetto immediato. È il primo passo. I prossimi passi saranno le elezioni in Italia e in Germania. L´avanzata dei progressisti avrà delle ricadute concrete sulle scelte della Ue. Le scelte non sono immutabili, variano con le impostazione dei governi».

In Italia però governa ancora Monti.
«Spero che anche il nostro governo lavori per correggere la vecchia linea guidata da Merkel e da Sarkozy. Ma il punto è che qualsiasi politica nazionale o transnazionale sembra oggi imposta dai mercati. Loro dettano le regole e sono regole assurde. Come quella per cui nel momento di massima crisi delle persone ci dev´essere anche il massimo di austerità. Una ricetta che porta alla recessione e anche alla più concreta disperazione di migliaia di cittadini».

A proposito di mercati: e se oggi arriva la botta dalle Borse?
«Mi interessa di più Parigi invasa dai cittadini in festa. La politica e i governi li decidono i popoli non i mercati È ora di cominciare a invertire con coraggio questa influenza. È la prima grande battaglia tra progressisti e conservatori. L´Europa non può affrontare una fase come questa solo sull´austerità».

Può fare qualcosa a breve anche Monti?
«L´Italia ha il dovere di andare avanti sul pareggio di bilancio..».

Quel pareggio che il vostro alleato Hollande vuole far slittare in Francia.
«Noi rispettiamo un accordo europeo ma l´Europa può correggere quella scelta. Non facciamo confusione però: chi ha un debito gigantesco, come noi, deve andare avanti con politiche di risanamento. Ma mi aspetto che il governo Monti prenda atto che ci sono milioni di italiani che non hanno più soldi per mangiare. A quelle persone la destra pensa di poter dire: aspettate la crescita. Noi pensiamo che servano politiche di welfare immediate».

Quali?
«Il ricavato della positivissima lotta all´evasione positiva può aiutare chi il reddito non ce l´ha proprio, le fasce di povertà assoluta e i disoccupati, anziché essere orientato a ridurre l´aliquota dei redditi bassi. Un ruolo fondamentale lo possono giocare i comuni. Lo Stato dovrebbe trasferire risorse vincolate al fondo sociale degli enti locali. E allentare il patto di stabilità interno consentendo di far lavorare migliaia di piccole imprese».

Sta pensando anche a una riduzione dell´Imu?
«Sull´Imu ha ragione Bersani: allentiamola spostando il carico sui grandi patrimoni. In generale il governo è chiamato a siglare un patto istituzionale con i sindaci. È l´unica rete che può gestire il disagio sociale e il rapporto con la vita reale».

Puntate sul voto anticipato in ottobre?
«Assolutamente no. La missione che noi abbiamo affidato a Monti è arrivare alla fine della legislatura».

Ipotizzando per il dopo una Grande coalizione?
«Il Pd vuole vincere le elezioni. Completato il lavoro di Monti, si tornerà allo scontro fisiologico tra conservatori e progressisti. Non ci sarà nessuna grande coalizione».

Il voto greco è pericoloso?
«È molto preoccupante. Insieme con il risultato delle elezioni nello Schleswig-Holstein, a noi italiani dovrebbe anche dire che i sistemi proporzionali, per quanto corretti, portano rischi di frammentazione e ingovernabilità, a differenza del doppio turno. Il Pdl farebbe bene a rifletterci sopra».

da La Repubblica