attualità, politica italiana

"Monti: qualcosa sta cambiando", di Francesco Bei

«Qualcosa sta cambiando, la svolta è a portata di mano». La nota di ottimismo con cui Monti colora la sua giornata, dopo che aveva descritto un´Italia preda di «forti tensioni sociali», è la vera novità di giornata. Stando attenti a non lasciar filtrare un eccesso di gioia per la sconfitta della Merkel nel Nord Reno Westfalia, da Palazzo Chigi avvertono comunque che il vento sta effettivamente girando. E se la Cancelliera federale non si lascerà prendere dalla tentazione di irrigidirsi ancora di più, i prossimi saranno davvero «i dieci giorni che cambieranno il mondo». Per calibrare bene le prossime mosse Monti, appena rientrato a Roma, ieri sera ha convocato un vertice a Palazzo Chigi con i ministri e i collaboratori più stretti: Antonio Catricalà, Vittorio Grilli, Corrado Passera, Enzo Moavero. Un gabinetto ristretto, prolungatosi fino a notte, per preparare al meglio i prossimi, decisivi, appuntamenti. E lanciare sul tavolo europeo «l´Agenda per la crescita».
Oggi Monti volerà a Bruxelles per la riunione dell´Eurogruppo e dell´Ecofin, con la grande incognita della possibile uscita della Grecia dall´euro e della situazione sempre più nera della Spagna. E in giornata una prima, importante, novità potrebbe arrivare dalla commissione “Econ” del Parlamento europeo, dove sarà messa ai voti la proposta di istituire un «Fondo di redenzione del debito» – sostenuta da Guy Verhofstadt, Daniel Cohn-Bendit e dall´italiano Roberto Gualtieri – per una garanzia collegiale europea di quella parte dei debiti che eccedono la quota del 60%. Una rivoluzione culturale, anche se al momento senza ricadute operative, vista con favore dal governo italiano. Con la Merkel in difesa e François Hollande all´Eliseo il vento comunque sta cambiando e Monti può trovare nuove sponde in Europa. Proprio con Hollande, che debutterà in Europa nel consiglio europeo straordinario del 23 maggio, Palazzo Chigi ha lanciato una strategia del sorriso. Raccontano infatti che il leader socialista sia rimasto un po´ stupito dall´eccesso di prudenza del governo italiano, che ha evitato accuratamente qualsiasi segnale di simpatia in campagna elettorale, mostrandosi anzi più tedesco dei tedeschi. Ma questo ormai è il passato, Roma è decisa a sfruttare ogni possibile appiglio per far passare in Europa il piano sulla crescita. E Hollande è un alleato prezioso. Per questo il consigliere diplomatico di Monti, Pasquale Terracciano, ha preso contatto con il suo dirimpettaio dell´Eliseo e in quattro e quattr´otto è stato messo in agenda un primo bilaterale tra Monti e il neo presidente francese. I due si vedranno faccia a faccia venerdì a margine del G8 a Camp David, dove Hollande illustrerà agli altri grandi il suo “New Deal 2.0” imperniato su investimenti infrastrutturali mediante prestiti europei, aumento dei fondi della Bei, Tobin tax europea, rafforzamento del ruolo della Bce ed eurobond. Idee simili a quelle sostenute da tempo da Monti in tutte le sedi. L´Italia persegue con tenacia, dall´inizio dell´anno, almeno tre iniziative: l´apertura del mercato unico dei servizi a professioni e mestieri; la destinazione a crescita e occupazione del nuovo bilancio comunitario 2014-2020; e soprattutto la Golden rule. In particolare su quest´ultima questione – ovvero lo scorporo degli investimenti in ricerca e infrastrutture dai target di bilancio – Roma sta puntando tutte le sue carte e, in vista del summit Ue del 23 maggio, Monti ha chiesto una verifica sullo stato di avanzamento dell´intero dossier. «Nessun paese europeo in una fase come questa può pensare di fare da solo», ha detto recentemente il ministro per gli affari europei, Enzo Moavero, impegnato in una vera e propria spola con Berlino nelle ultime settimane.
Eppure anche sul piano interno Monti non molla. Al vertice di ieri notte si è discusso a lungo del problema della compensazione dei crediti delle imprese verso lo Stato. In settimana, come hanno ribadito sia Grilli che il sottosegretario De Vincenti, arriveranno tre decreti ministeriali per sbloccare i pagamenti da parte della pubblica amministrazione. E consentire alle imprese di farsi certificare i propri crediti per poi andarli a “scontare” in banca. Ma non è tutto. L´altra leva nazionale è quella della spending review, una corsa contro il tempo per trovare 4,2 miliardi di spese correnti da tagliare ed evitare così l´aumento dell´Iva dal 21 al 23 per cento. Sabato sera ne hanno discusso a cena Monti ed Enrico “mani di forbice” Bondi, il superconsulente nominato dal consiglio dei ministri. Nell´appartamento di Bondi a piazza San Michele, nel centro di Arezzo, i due, in compagnia delle rispettive consorti, hanno avuto un primo scambio di vedute fino a mezzanotte. E domani Bondi incontrerà il ministro Piero Giarda per buttare giù un primo schema di tagli. Sabato sera Monti e la signora Elsa hanno poi dato disposizioni per dormire nella foresteria della prefettura di Arezzo. Risparmiando sull´albergo.

La Repubblica 14.05.12