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"Scuola, con la Gelmini tagli per tutti, si salvano solo i prof. di religione" di Salvo Intravaia

La spesa pubblica per l’istruzione è in calo. Ne risentono docenti, insegnanti di sostegno e personale. Salvi solo i presidi e gli insegnanti di religione. Mentre si riducono i loro alunni. I dati nella relazione 2012 della Corte dei Conti. Spesa pubblica per stipendi degli insegnanti in calo, ad eccezione di presidi e prof di Religione. Nell’interregno gelminiano 2009/2010, l’unica spesa statale riguardante la scuola che ha subito incrementi è quella relativa agli insegnanti di Religione e ai presidi. Il resto della truppa – docenti a tempo indeterminato, supplenti, docenti di sostegno e personale Ata – ha dovuto fare i conti con un calo della spesa annuale pro-capite.

A certificarlo è la Corte dei conti, nella sua “Relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico”. Basta scorrere la tabella 17 per avere una percezione precisa di ciò che è accaduto agli stipendi degli operatori della scuola durante l’ultimo governo Berlusconi.

Per tutte le categorie prese in esame, nel biennio 2009/2010 campeggia un segno meno: meno spesa pro-capite per lo stipendio e quasi sempre anche meno retribuzione totale. Gli unici a “salvarsi” sono stati i docenti di Religione cattolica e i dirigenti scolastici.

Passando in rassegna le sole “voci stipendiali” della tabella sulla Spesa annua pro-capite per retribuzioni, lo Stato – attraverso il taglio delle ore di lezione e delle classi, incrementando il numero di alunni per classe e saturando l’orario di cattedra con 18/22 ore settimanali – ha risparmiato sui docenti di ruolo il 2,7 per cento. E’ andata peggio ai supplenti annuali (meno 12,1 per cento) e a quelli fino al termine delle attività didattiche, che hanno fatto registrare un meno 7,1per cento.

Anche per gli stipendi dei docenti di sostegno e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, complessivamente lo stato ha speso meno. Mentre la spesa erogata per pagare gli stipendi ai docenti di Religione, nello stesso periodo, fa registrare un incremento del 2,1 per cento rispetto al 2009 e addirittura del 10 per cento rispetto al 2008: 466 milioni di euro per i quasi 14 mila docenti di Religione a tempo indeterminato, cui occorre aggiungere gli stipendi degli oltre 12 mila supplenti.
E dire che nello stesso periodo 2008/2010 gli alunni italiani “avvalentisi”, come si chiamano quelli che optano per le lezioni di Religione, si sono ridotti di 80 mila unità. Com’è possibile?

Anche la spesa per pagare gli stipendi dei presidi si è incrementata notevolmente: più 11,5 per cento in un solo biennio. “I dati rilevati – si legge nella relazione – evidenziano una forte diminuzione della spesa complessiva, anche al lordo degli arretrati, che tuttavia presenta indici disomogenei a seconda delle diverse categorie di personale. Cresce, in primo luogo, la spesa per i dirigenti scolastici in relazione al rinnovo contrattuale, siglato a metà dell’esercizio 2010. In coerenza con gli obiettivi assegnati al contratto, volti al riallineamento delle retribuzioni del personale dell’area V con quelle del restante personale dirigenziale”. Ma sulla spesa pro-capite per i docenti di religione, che nonostante il calo degli alunni si è incrementata, anche i magistrati contabili preferiscono sorvolare.

da repubblica.it