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Isee: dal governo ci aspettiamo maggior equità e giustizia per l'accesso ai servizi

E’ la dichiarazione di Cecilia Carmassi sulla revisione dell’Isee proposta dal governo. Abbiamo raccolto anche la dichiarazione di Margherita Miotto capogruppo Commissione Affari Sociali. Riportiamo inoltre un comunicato stampa della Fish che sottolinea come la revisione non preveda ancora l’applicazione dell’indicatore sulle indennità delle persone con disabilità. “Nella versione del governo Berlusconi la revisione dell’ISEE era un modo per far cassa a discapito del sociale; con il governo Monti c’è stata una netta inversione di tendenza ed è uno dei risultati ai quali il Partito Democratico ha lavorato tenacemente”. Lo afferma Cecilia Carmassi, responsabile Politiche per la famiglia, Associazionismo e Terzo Settore, in merito ad alcune notizie comparse oggi sulla stampa riguardo alla riformulazione dell’ISEE, perché non si creino nuovo allarme e nuove tensioni.
Oggi, grazie alle modifiche introdotte nel decreto Salva Italia, la revisione dell’ISEE e quindi delle agevolazioni nell’accesso ai servizi, se anche comportasse un risparmio sarebbe un risparmio interamente investito di nuovo in servizi sociali, è bene dirlo con chiarezza è scritto a chiare lettere nella delega.
Qual è allora l’obiettivo della revisione dell’ISEE? L’indicatore di situazione economica equivalente è un modo per fare un peso ponderato tra persone che sono in situazioni lavorative, sociali ed economiche diverse.
La capacità di spesa non dipende, infatti, solo dal reddito da lavoro ed è evidente a tutti che l’ISEE applicata fino ad oggi non è riuscita a “pesare” in modo equilibrato condizioni familiari ed economiche diverse. Tutti abbiamo chiesto a gran voce che, anche in considerazione dell’alto tasso di elusione ed evasione fiscale, si potesse contare di più il patrimonio immobiliare, ma anche finanziario di cui possono usufruire le persone e che si prevedessero una serie di parametri per contenere le “furbizie” che tanti italiani hanno negli anni imparato a mettere in campo per usufruire di agevolazioni.
Il lavoro che ci aspettiamo dal governo è oggi quello di creare maggiore equità e giustizia nell’accesso ai servizi e ci sembra di poter dire che il sottosegretario Guerra si stia muovendo in questa direzione, non ci sembra invece che si possa applicare al sociale alcuna revisione di spesa: i fondi sociali sono stati azzerati dal governo Berlusconi-Tremonti-Sacconi, i disabili usufuiscono oggi solo di misure compensative per la carenza di servizi, quindi non c’è niente su cui far cassa, c’è solo da fare maggiore giustizia ed una politica di controlli che stani i furbetti e gli egoisti.

Welfare: Pd, revisione Isee? Non ci sono più margini sociali per nuovi tagli
“La revisione dell’Isee è un capitolo molto delicato, il Governo ascolti il parlamento e le parti sociali. Se occorre apportare delle modifiche, discutiamone ma nessuno può pensare che si possano praticare nuovi tagli al sistema di welfare. Non esistono più margini sociali in questo senso, anche perché i fondi statali e regionali che finanziavano i servizi sono stati azzerati. I trasferimenti monetari non sono equiparabili ad un reddito ma rappresentano un contributo sulle spese conseguenti alla condizione di invalidità totale: semmai, prendiamo in considerazione riduzioni su redditi derivanti da rendite milionarie o da pensioni d’oro”.
E’ quanto dichiara Margherita Miotto, capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali di Montecitorio, in merito all’ipotesi di modifiche dell’indicatore della situazione economica nell’ambito di una riforma del welfare assistenziale e al rischio di nuovi tagli.

Welfare, giro di vite per i redditi più alti
Saranno riviste le modalità di calcolo dell’Indicatore della situazione economica (Isee). Si tratta di ridurre le prestazioni socio-assistenziali a chi è più ricco per aumentarle a chi ha di meno. Nel mirino del governo anche l’assegno di accompagnamento per gli invalidi
ROMA – Il governo è pronto a rivoluzionare il Welfare assistenziale italiano. La bozza del provvedimento è stata esaminata ieri in una riunione tra esponenti del ministero dell’Economia, del Welfare e dei sindacati, Cgil-Cisl-Uil. La riforma, che va a toccare uno dei punti più delicati del sistema di assistenza del nostro Paese, verrà attuata sulla base di una delega contenuta nel decreto Salva-Italia. La delega spiega che le finalità sono quelle di “razionalizzare” la spesa socio-assistenziale con lo scopo di ottenere risparmi da redistribuire alle fasce più deboli. In sostanza lo spirito è quello di ridurre le prestazioni a coloro che hanno maggiori redditi e patrimoni e aumentarle a coloro che si trovano in situazioni economicamente peggiori. Continua intanto il lavoro sulolo spending review: oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Giarda incontra i commissario straordinario Enrico Bondi.
La bozza di decreto ministeriale per la riforma del Welfare assistenziale opera su due fronti. Il primo è quello di rivedere le modalità di calcolo dell’Isee, cioè l’Indicatore della situazione economica, che esiste dal 1998 e viene richiesto attualmente per accedere ad una serie di prestazioni di Welfare: asili nido, assistenza domiciliare, diritto allo studio universitario, libri di testo gratuiti, assegni di maternità, assegni per i nuclei familiari con almeno tre figli. Con tutta probabilità il calcolo dell’Isee, che oggi comprende oltre all’imponibile Irpef
anche il patrimonio mobiliare e immobiliare, sarà rivisto pesando maggiormente alcuni componenti: conteranno di più le rendite finanziarie, la casa sarà calcolata in base alle nuove pesanti rivalutazioni delle rendite catastali dell’Imu, inoltre all’interno del computo del nuovo Isee confluiranno anche altre entrate del nucleo familiare come le pensioni sociali e gli assegni familiari.
La seconda operazione, forse la più delicata, sarà quella di sottoporre ad una soglia di reddito Isee prestazioni che oggi sono di carattere universale e totalmente indipendenti dal reddito come gli assegni di accompagnamento per gli invalidi. In questo caso sarebbe emersa anche una cifra: sotto i 15 mila euro di reddito Isee gli assegni di invalidità resteranno intatti, sopra ci saranno delle riduzioni proporzionali al reddito. Naturalmente la questione è aperta, la discussione con i sindacati è aperta e non si aspettano forzature. Tuttavia questa sembra l’intenzione del governo.
Anche le prestazioni tradizionali alle quali si accede con l’Isee, come l’assegno per i nuclei familiari con almeno tre minori, gli assegni di maternità per madri prive di copertura assicurativa, l’erogazione delle borse di studio, la tariffa sociale dell’energia elettrica, cambieranno regime. Secondo le indiscrezioni emerse ieri ciascuna prestazione dovrebbe essere sottoposta ad una nuova soglia Isee che permetterà ad alcuni di continuare ad accedere gratuitamente al servizio ed altri invece a pagare una sorta di ticket.
La riforma, sulla quale dovranno pronunciarsi sindacati e presumibilmente anche le forze politiche, sembrerebbe in sintonia con la linea annunciata dal ministro per la Salute, Renato Balduzzi, che sta studiando la revisione dell’intero sistema dei ticket sanitari (medicinali, specialistica, pronto soccorso) ricorrendo ad un sistema di franchigie e conti individuali. L’obiettivo è comunque lo stesso, cioè di far pagare di più le prestazioni in relazione al reddito.
(Repubblica.it)

Fish a Guerra: “Non considerare redditi ai fini dell’Isee le pensioni degli invalidi”
La Federazione ribadisce al sottogretario la propria posizione. Ieri una prima consultazione sulla bozza di decreto relativa all’Isee. “Evitare che le famiglie con persone con disabilità siano trattate meno favorevolmente degli altri nuclei familiari”
ROMA – Non considerare “redditi” ai fini dell’Isee le provvidenze assistenziali, quali ad esempio pensioni e indennità per gli invalidi civili ed escluderne, comunque, l’applicazione per le prestazioni legate alla grave disabilità e ai percorsi di autonomia personale. E’ quanto ha ribadito con determinazione la Fish, Federazione italiana superamento handicap, al sottosegretario al Lavoro e politiche sociali Cecilia Guerra che ieri ha convocato l’organizzazione per una prima consultazione sulla bozza di decreto relativa all’Isee, di cui sono in corso le stesure preliminari. La cosiddetta manovra Monti, infatti (L. 214/2011), prevede la revisione dei criteri di calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente e degli ambiti di applicazione di questo strumento. Il nuovo decreto prenderà consistenza attorno alle indicazioni normative: ridefinizione dei redditi da computare, maggiore peso della componente patrimoniale, ma anche compensazioni che consentano una maggiore equità e selettività dello strumento. Si tratta di un intervento normativo che interessa milioni di famiglie italiane e condiziona il loro accesso a servizi e prestazioni sociali e ad agevolazioni di varia natura.
Per la Fish “anche l’impianto delle eventuali deduzioni forfettarie e per spese significative sostenute deve essere attentamente analizzato per evitare che le famiglie con persone con disabilità siano trattate meno favorevolmente degli altri nuclei familiari”. Più in generale la Federazione ha sottolineato come “questo intervento normativo abbia senso ed efficacia solo dopo una preliminare definizione dei livelli essenziali dell’assistenza, anche per evitare che si verifichino gravi disparità di trattamento nelle varie regioni e nei singoli Comuni”. Cecilia Guerra ha presentato le linee essenziali di intervento che riguarderanno principalmente i criteri di calcolo dell’Isee, mentre sarebbe rinviata ad un atto successivo l’indicazione delle prestazioni sulle quali l’indicatore dovrebbe applicarsi. Il sottosegretario ha rassicurato sull’attenzione e sull’interesse del ministero circa le osservazioni raccolte. (ep)
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Comunicato stampa della FISH
È scontro sull’ISEE
Oggi alcune testate (ad esempio Repubblica: “Welfare, giro di vite per i redditi più alti”, vedi sopra) presentano le ipotesi di riforma dell’indicatore della situazione economica che sarebbero emerse nel corso di incontri fra regioni e sindacati da una parte e Governo dall’altra. Per altro erroneamente viene riportata la presenza del Ministero dell’Economia, per ora formalmente assente dai tavoli di confronto, tenuti invece dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Cecilia Guerra.
Anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap è stata convocata (ieri, 14 maggio) dal Ministero su queste importanti questioni. Al momento sono oggetto di confronto solo i nuovi criteri e modalità di calcolo dell’ISEE, particolarmente complessi e delicati, e cioè la definizione di redditi, patrimonio e relative compensazioni.
Al contrario non è ancora sul tavolo l’altrettanto delicato aspetto della definizione di quali saranno le prestazioni e i servizi sui quali, a partire dal 2013, sarà obbligatoriamente applicato l’ISEE. Tanto meno è stata fissata alcuna soglia ISEE di riferimento.
Ciò significa che non è ancora stato stabilito se, ad esempio, alle pensioni e alle indennità per le persone con disabilità sarà applicato l’ISEE. Ad oggi l’indennità di accompagnamento, per la sua stessa natura indennitaria di servizi non resi, non è sottoposta a limiti reddituali. Le altre prestazioni (assegni e pensioni) sono invece condizionate dal reddito personale.
Secondo le indiscrezioni diffuse, al contrario, il Governo sarebbe pronto ad applicare, dal 2013, l’ISEE a tutte le prestazioni assistenziali, incluse quelle per i disabili anche gravi.
“La FISH ribadisce quanto ha sempre sostenuto e cioè la risoluta contrarietà a qualsiasi misura che possa privare le persone con disabilità di ciò che troppo spesso è l’unico sostegno ad una vita dignitosa – sottolinea Pietro Barbieri, presidente della FISH – Quindi, va esclusa con decisione l’applicazione dell’ISEE a quelle provvidenze economiche. Su questo siamo pronti ad ogni iniziativa di protesta civile ma rigorosa.”
La pubblicazione di tali “indiscrezioni” ha suscitato immediata e diffusa reazione nei social network e presso le segreterie delle associazioni, sollevando risentite proteste delle persone con disabilità, dei loro familiari e, in modo unanime, di tutto il movimento dell’impegno civile in questo ambito.

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