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Sempre precari. Quando non basta il «pezzo di carta», di Massimo Franchi

Un tour nei luoghi del precariato piu subdolo, quello dei professionisti. La Cgil prende l’autobus e va alla ricerca di finte partite Iva e praticanti sfruttati da tutelare. Una mattina di sole estivo per fare proselitismo tra i giovani, per metterli al corrente dei loro diritti e del fatto che il sindacato vuole rappresentarli, farsi carico dei loro problemi. Si parte con il double-decker londinese scoperto che parcheggia davanti alla Sapienza e srotola il frullatore e la lavatrice, simboli della situazione in cui vivono i giovani precari, che campeggiano sui manifesti della campagna conilcontratto. it, provocando la curiosita di tanti studenti. Assieme alle loro organizzazioni (Udu e Link) si va a volantinare ≪per far sapere a tutte le migliaia di studenti di Giurisprudenza all’ultimo anno che potrebbero iniziare il loro tirocinio di 18 mesi utilizzando gli ultimi 6 mesi all’universita, ma che per farlo serve un protocollo con il rettorato che ancora non c’e≫. Una delle caratteristiche comune a questa galassia e infatti quella che tutto resta sulla carta, prima fra tutti i diritti. Cosi la buona notizia del decreto Cresci- Italia di Monti non puo essere ancora sfruttata. ≪Manca l’accordo tra il ministero dell’Istruzione e l’ordine forense – spiega Andrea, 22 anni e potenziale tirocinante in quanto al 4˚ anno di Giurisprudenza a Roma 3 – . E la beffa e che invece commercialisti e notai, che sono molti di meno, lo hanno gia sottoscritto ≫, racconta dimostrando di essere gia addentro alla materia. Superato lo scoglio del tirocinio, fra qualche anno Andrea avra altri problemi. Quelli di Arturo, 31enne praticante in uno studio di avvocati a Prati che si ferma al banchetto del Nidil e della Filcams Cgil davanti al ≪tribunale piu grande d’Italia e forse d’Europa≫, in viale Giulio Cesare. Visto dall’alto del bus sembra un formicaio in cui entrano ed escono giovani benvestiti. ≪In realta e un vespaio e i nostri vestiti costano di piu dei nostri stipendi o, meglio rimborsi da 200 euro al mese≫, racconta. Il recente decreto liberalizzazioni prevede per loro ≪un rimborso spese forfettario convenzionale ≫, ma solo dopo sei mesi. Doveva essere un passo avanti, manon lo e: ≪convenzionale≫ significa senza nessun riferimento, significa che ogni praticante deve trattare con il proprio dominus, il grande principe del Foro che ≪non e mai in vena di regali e quindi continua a pagarti alla fame≫. Ognuno di loro per prima cosa ha dovuto ≪aprire una partita Iva≫. Poi arriva la sottodivisione fra ≪organici e non≫. I primi, piu fortunati, sono inseriti nello studio, prendono ≪un rimborso che va dagli 800-1.000 e puo arrivare ai 1.200 se si supera l’esame di Stato≫. I secondi invece si ≪devono accontentare di 2-3 pratiche al mese con la convenzione di prendersi il 30 per cento del totale a fine causa: nella stragrande maggioranza dei casi significa 200-300 euro al mese, per giunta a scadenze diverse, puoi stare mesi senza vedere un euro≫, spiega asseufatto Arturo. Raccontando come tutti si incontrano al VI piano del formicaio, l’ufficio informazioni del tribunale penale con le sue file interminabili e nome, non a caso, dell’associazione che li riunisce. «IVASEIPARTITA≫ Non va meglio ad architetti ed ingegneri che incontriamo in Prati, zona a piu alta densita di studi. Egizia, architetto 28enne ≪ma gia un po’ d’esperienza≫ racconta la sua Odissea, ≪comune a centinaia di altri ragazzi, ormai disillusi≫, come quelli dell’associazione “Ivaseipartita”. ≪Dopo la laurea si parte con gli stage non retribuiti, poi, se sei fortunata alle collaborazioni e dopo l’esame di Stato ti chiedono subito di aprire la partita Iva≫. Per lei pero lo strumento non e un problema: ≪Se ha l’idea in futuro di metterti in proprio, la partita Iva e giusta, il problema e rendere il suo uso meno favorevole ≫. Egizia e molto piu dura con molti provvedimenti previsti dalla riforma del Lavoro della Fornero: ≪Molti di noi sono “disegnatori”, la qualifica che si ha prima di passare l’esame di Stato. In quel periodo si versano i contributi alla gestione separata Inps e l’aumento dei contributi dal 28 al 33% se lo pagheranno da soli, non c’e nessuna possibilita che i nostri capi la paghino≫. Non che dopo le cose, a livello previdenziale, vadano meglio: ≪Ora pago il minimale all’Inarcassa, ma e di 2.500 euro l’anno, anche se ne guadagno 15mila≫, conclude sconsolata Egizia. Le storie di Egizia, Arturo e Andrea fanno poco notizia. Allo stesso modo di quella uscita il 29 novembre: la sottoscrizione (unitaria) del Contratto collettivo degli studi professionali. Per la prima volta prevede tutele e regole anche per praticanti, tirocinanti, collaboratori a partita Iva e progetto. ≪E un faro potente su una moderna forma di sfruttamento – sottolinea Franco Martini, segretario generale della Filcams Cgil – prevede la creazione di una commissione per definire le norme a loro tutela e per questo chiediamo a tutti, studenti, tirocinanti e praticanti, di aiutarci ad aiutarli≫. ≪L’obiettivo e quello di distinguere vere e false partite Iva≫, gli fa eco Filomena Trizio, segretario generale del Nidil.

l’Unità 18.05.12