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Errani: "la ricostruzione dovrà coinvolgere tutto il Paese", di Adriana Comaschi

«Ora è il momento di concentrare ogni sforzo sull’assistenza. Poi verrà la fase della ricostruzione. Ed è evidente che questo secondo problema non riguarda solo i cittadini, i Comuni, le province, la regione colpiti. Ma tutto il paese». Vasco errani non si è quasi fermato da ieri mattina, ancora nel tardo pomeriggio si sposta con il prefetto Franco Gabrielli in tutti i centri più colpiti dal sisma, sopralluoghi intervallati da riunioni per fare il punto della situazione. Si stende una tabella di marcia degli interventi. Sullo sfondo rimane la cosiddetta «tassa sulle calamità», contenuta nel decreto del Consiglio dei ministri che tanto ha fatto discutere, con l’ipotesi di un’accisa sulla benzina per le popolazioni delle regioni colpite appunto da catastrofi naturali. Errani (al terzo mandato come guida della giunta dell’Emilia-Romagna, presidente della Conferenza stato regioni) è uomo delle istituzioni da troppo tempo per anticipare i passaggi. Ma quando i tempi saranno maturi, spiega, occorrerà affrontare il tema della ricostruzione anche «con solidarietà».

Presidente, questo è il secondo sisma che si abbatte sull’emilia-romagna in pochi mesi… «Sì, ed è stato molto forte, l’epicentro a soli sei chilometri dalla superficie ha prodotto danni ingenti e rilevanti a tutto il patrimonio artistico, alle imprese, alle abitazioni. Il mio primo pensiero però è naturalmente il cordoglio
per le vittime e le loro famiglie».
Lei monitora la situazione con Gabrielli: il primo punto fermo da mettere?
«la richiesta di stato di emergenza nazionale è già stata inoltrata, in accordo con la protezione civile. il nostro primo e comune obiettivo in queste ore è di mettere in sicurezza le popolazioni colpite, a chi ha dovuto lasciare le proprie abitazioni in modo che già da questa sera (ieri, ndr) possano trovare una soluzione: nelle tende allestite, negli alberghi o grazie alle proprie famiglie. Abbiamo affrontato il nodo del trasferimento dei pazienti degli ospedali, ad esempio a Mirandola nel modenese, abbiamo spostato gli anziani dalle residenze protette: il sistema sanitario ha funzionato perfettamente. Ogni giorno ha il suo problema, noggi affrontiamo quello dell’assistenza».
C’è già una stima dei danni? «è troppo presto, ma arriverà in tempi rapidi. attiveremo una verifica su case, luoghi pubblici, ditte, luoghi di culto».
Da domani quali saranno le priorità? «Dopo verrà la questione imprese, con il decreto che il governo approverà martedì. Noi censiremo le realtà produttive per individuare quelle che non sono nelle condizioni di ripartire immediatamente, il decreto prevede per loro la sospensione del pagamento dei tributi e degli oneri previdenziali. Quanto alla regione attiverà gli ammortizzatori in deroga e la cassa integrazione straordinaria, così da non creare per i lavoratori colpiti un’emergenza nell’emergenza. Solo dopo, in una seconda fase, si potrà affrontare il tema della ricostruzione».
Su quest’ultimo punto,cosa vi aspettate dal governo? Lei aveva definito anti-costituzionale una tassa sulle calamità…
«Non è questo il momento di parlarne. C’è un decreto del governo, che il parlamento deve discutere e valutare se approvare. Allora si affronterà la questione ricostruzione. E quando lo si farà, lo si dovrà fare con rigore, serietà, solidarietà. Perché è evidente che il terremoto non riguarda solo quei cittadini, quei comuni, quelle province, la regione che ne è stata colpita ma l’intero paese».
I contatti con l’esecutivo? «Il premier Monti mi ha chiamato per esprimere la sua solidarietà, e ho sentito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà».

l’Unità 21.05.12