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Dai tagli ai fondi per i partiti soldi per le zone terremotate

Approvato all’unanimità un emendamento presentato da Bressa (Pd) e Calderisi (Pdl). 91 milioni nel 2012 e 69 milioni per il 2013 saranno destinati al ripristino dei danni nelle zone colpite dal terremoto, l’Abruzzo e l’Emilia in particolare. Sono fondi che derivano dal taglio del finanziamento pubblico ai partiti e i partiti, oggi, all’unanimità, hanno deciso di destinarlo a chi, in questo momento, sta maggiormente soffrendo. “Certo non è un provvedimento risolutivo – dicono Ghizzoni, Miglioli e Santagata – ma certo è un primo passo nella giusta direzione”.
Il recupero degli edifici pubblici e privati danneggiati, per non parlare del patrimonio storico-artistico, richiederà risorse ingenti. Una prima concreta disposizione in favore delle nostre terre arriva oggi con l’approvazione, all’unanimità, alla Camera di un articolo aggiuntivo – il 9/bis – che ha deciso la destinazione dei risparmi conseguiti con il dimezzamento del finanziamento pubblico ai partiti proprio ad interventi per riparare i danni provocati dai terremoti ed altre calamità naturali accaduti nel paese dal gennaio 2009. Stiamo parlando di cifre importanti: è stato, infatti, calcolato che i risparmi saranno di 91 milioni per il 2012 e 69 milioni per il 2013, per un totale quindi di 160 milioni. Una parte andrà ancora all’Abruzzo, ma l’altra, la cui consistenza sarà decisa dal Consiglio dei ministri, arriverà in Emilia. “Siamo di fronte – commentano i deputati modenesi del Pd Manuela Ghizzoni, Ivano Miglioli e Giulio Santagata – a un’assunzione di responsabilità importante da parte del Parlamento. Quello del finanziamento pubblico ai partiti e dei costi della politica è un tema caldo. E’ importante, però, che la Camera, all’unanimità, si sia espressa in questo modo. Sono soldi che sarebbero, comunque, andati allo Stato che avrebbe potuto utilizzarli in vario modo. In questo modo, invece, dal Parlamento arriva una decisa scelta di indirizzo verso quelle zone che maggiormente hanno dovuto subire i danni delle calamità naturali. Certo – concludono Ghizzoni, Miglioli e Santagata – non è un provvedimento risolutivo, ma è comunque un passo in avanti importante”.