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"Fornero bifronte", di Pippo Frisone

Ci mancava anche questa! Nello sfilacciatissimo clima politico-sindacale l’ultima sortita della ministro Fornero non fa altro che gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Dire che “ anche gli statali siano licenziabili ”a pochi giorni dalla firma dell’accordo sul pubblico impiego oltre che un’invasione di campo bella e buona, è uno sgambetto al suo collega e ministro

della Funzione Pubblica Patroni Griffi.

Mentre il ddl sul mercato del lavoro passa alla Camera, facendo quasi piangere la ministra per l’emozione di veder approvata la “sua riforma”, questo sembra un motivo in più alla battagliera ministro per rinfocolare le polemiche coi dipendenti pubblici e i sindacati, rischiando cosi di far saltare le faticose mediazioni e i fragili equilibrismi contenute in quell’accordo.

E’ vero che nell’art.2 del ddl è contenuta una delega alla Funzione Pubblica affinchè le norme sull’art.18 siano armonizzate e adattate anche al settore pubblico.

Estendere “tout court” il nuovo art.18 al pubblico impiego come vorrebbe la Fornero , equiparando una volta per tutte il settore pubblico a quello privato, si scontra apertamente con quanto contenuto nel testo dell’accordo che prevede per i pubblici dipendenti, licenziati per motivi disciplinari ritenuti dal giudice “illegittimi”, sempre e solo il reintegro sul posto di lavoro, scartando ogni altra ipotesi d’indennizzo alternativo.

La Fornero sembra essersi assunta l’ingrato compito che nel governo Berlusconi veniva egregiamente svolto dai Ministri Brunetta e Sacconi : dividere le parti sociali., contrapposizione tra pubblico e privato, smantellamento delle tutele, decisionismo senza concertazione.

Basterà la reazione stizzita di Patroni Griffi a far rientrare nei ranghi la ministra guastatrice, la piccola Tatcher italiana, come è stata ribattezzata la Fornero ?

Un Giano bifronte , la cui ossessione principale sin dalla sua nomina a Ministro del lavoro, dopo aver “sistemato” i pensionati, sembra sia quella di favorire più i licenziamenti che la creazione di nuovi posti di lavoro.

Qualcuno alla Fornero gliel’ha già ricordato a muso duro.

A Monti il non facile compito di mettere al riparo un governo già traballante che rischia d’implodere prima della scadenza del 2013 più per dissidi interni , tra minacce di dimissioni e sgambetti reciproci dei suoi ministri che per volere di una maggioranza posticcia che teme nuove elezioni.

E’ nella fragilità del quadro politico che il caso Fornero, se non depotenziato per tempo, rischia di diventare un serio problema all’interno del Governo, offrendo il fianco a quelle forze che dentro e fuori dal Parlamento non vedono l’ora di staccare la spina e mandare i tecnici a casa.

da ScuolaOggi 26.05.12