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"Una psicosi più forte della paura", di Giovanni Cocconi

Non si parla della parata del 2 giugno tra i terremotati dell’Emilia. Non si parla dell’accise sulla benzina né dell’inchiesta aperta dalla procura di Modena. Si parla, invece, e molto degli “esperimenti con il gas” e non come di una leggenda metropolitana. Rivara è il nome chiave di una psicosi forte quasi come la paura di una nuova scossa, che racconta un caso da manuale dell’incrocio esplosivo tra storia della comunità locale, informazione in rete e opinione pubblica.
«C’è qualcosa che non va, non si è trattato di un semplice sisma» ripetono in tanti, tantissimi, qui tra le tende montate un po’ ovunque e nei centri di accoglienza.
Non convince, innanzitutto, una coincidenza assai rara come quella di due terremoti, terribili, a distanza di appena dieci giorni in una zona che non conosce eventi del genere da moltissimi anni, tanti che anche i vecchi non riescono a ricordare. E poi c’è la storia del rigassificatore di Rivara (in realtà un deposito per lo stoccaggio del gas), un progetto sempre osteggiato ma mai davvero tramontato, che ha inciso nel profondo delle vite delle popolazioni locali.
Tra San Felice sul Panaro e Cavezzo, tra Medolla e Finale Emilia, è impossibile non imbattersi nel cartello giallo “No gas” dei comitati civici nati per dare battaglia, con il consenso di amministratori pubblici e cittadini. «Ma non sono come i No Tav» ci spiega Francesco Pullè, ingegnere di San Felice sul Panaro, a pochi chilometri da Rivara. «Non c’è nessun collegamento tra il progetto e il terremoto, ma capisco perché in tanti qui lo facciano: nonostante non siano mai arrivate le autorizzazioni alle trivellazioni da parte della regione e nonostante il parere contrario della provincia e del comune di Modena sono convinti che gli esperimenti siano stati fatti».
E che esperimenti. Sì, perché – ci spiega Billè – il progetto Rivara prevede delle vere e proprie «prove sismiche» provocate artificialmente per verificare le reazioni a 2500-2800 metri di profondità. Lo si trova scritto anche sul sito della società Independent Gas Managament srl, quotata alla Borsa di Londra, che si è associata anche alla Erg per vincere le fortissime resistenze locali: «La fase di accertamento consiste nelle prospezioni sismiche 2D e 3D, nella perforazione di 3 pozzi e nelle analisi relative».
«A Crevalcore arrivano sia il gasdotto dall’Algeria che quello dalla Russia quindi c’è potenzialmente moltissima disponibilità di gas» continua Billé. Qui il rapporto con le estrazioni di energia è antico di cinquant’anni quando l’Eni di Enrico Mattei scoprì il famoso Cavone. Negli anni Ottanta, poi, altre esplorazioni dell’Eni hanno dimostrato l’esistenza di acqua calda a 2800 metri di profondità, dove si vorrebbe stoccare il gas nelle crepe e nelle fessure naturali presenti nella montagna sepolta sotto Rivara. La prima valutazione di impatto ambientale, però, ha bocciato il progetto. Un decreto del ministero dell’ambiente dello scorso 17 febbraio, invece, ha consentito l’apertura di alcuni pozzi esplorativi, ma non degli “esperimenti sismici”. Che, invece, secondo parte della popolazione, sarebbero già stati fatti, tenendo all’oscuro un po’ tutti.
«C’è qualcosa che non ci raccontano perché non possono» è la versione più accreditata tra gli sfollati. Qualcuno arriva anche a pensare che l’altro giorno non ci sia stato un vero e proprio terremoto naturale. Molti altri, più semplicemente, pensano che il sottosuolo sia stato danneggiato dalle esplorazioni della Independent rendendo ad alto rischio sismico una zona che non lo era mai stata. Naturalmente la psicosi è condita del classico strabismo delle fonti: la stampa scritta fornisce la versione “ufficiale” e mente, il web toglie il velo e racconta la verità.
Inutile dire che, dopo il terremoto, il progetto Rivara è tutto in salita. Anche il ministro dell’ambiente Corrado Clini ieri ha detto che «l’evento sismico ha cambiato i termini di riferimento perché si è realizzato quello che nel progetto iniziale in parte era immaginato, ma non in questi termini. È evidente che la situazione è molto più critica di prima». Il terremoto vero ha spazzato via tutto, anche quello finto.

da Europa QUotidiano 01.06.12