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"Solo prove orali, niente scritti modello L´Aquila per gli esami ed è polemica sui test dimezzati", di Luigi Spezia

Decine di migliaia di ragazzi e di famiglie in ansia non solo per il terremoto, ma anche per la difficoltà di sostenere scrutini ed esami. Dopo il primo terremoto gli studenti le cui scuole erano inagibili erano circa 18mila, dopo il secondo sono triplicati anche se non vengono dati numeri definitivi. Fino a ieri sera, le scuole con problemi di staticità sono oltre 220, nelle province di Modena, Bologna e Ferrara, comprese scuole “di tutti gli ordini e gradi” dei tre capoluoghi. Una decina sono nel Reggiano e una perfino a Colorno in provincia di Parma.
Si parla di “modello L´Aquila” per gli esami di Stato di terza media e delle superiori: niente scritti, solo prove orali più sostanziose. Ma siccome gli emiliani non amano copiare altri modelli, ma sperimentarne di nuovi magari da esportare, è scattata da giorni la gara contro il tempo per cercare di fare tutti gli esami come consuetudine laddove sia possibile e modificare la normativa solo nei casi difficili. «Le valutazioni saranno diverse comune per comune – dice l´assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi, ex rettore di Ferrara – Gli scrutini credo che riusciremo a farli tutti nei tempi previsti, mentre per le modalità e i tempi degli esami dovremo vedere area per area. Stiamo facendo il possibile, anche grazie a dirigenti scolastici eccezionali».
Il direttore generale dell´Istruzione dell´Emilia Romagna, Stefano Versari, spiega che «non esiste ‘un modello L´Aquila´ perché non è detto che si debbano eseguire solo le prove orali. Si potrebbero seguire altri schemi, come ad esempio valutare di più le prove eseguite durante l´anno. Le decisioni non ci saranno prima di lunedì, siamo in contatto costante con il ministero».
A Mirandola, oltre alle scuole medie, sono inagibili i sei istituti superiori. Stavano cercando affannosamente le tende per far fare agli studenti le prove scritte e ieri pomeriggio l´assessore alla Scuola Lara Cavicchioli le ha trovate: «Qui ci diamo da fare». La professoressa Patrizia Vecchi, vicepreside dell´istituto che comprende classico, tecnico economico e professionale del commercio, ha già appeso al gazebo del servizio scuola del Comune, trasferito nel giardino delle medie Montanari, il 19esimo aggiornamento per informare in tempo reale le famiglie e gli studenti su scrutini ed esami.
I contatti tra professori e studenti viaggiano su Facebook, dove per esempio Beatrice, la figlia della vicepreside, costretta a preparare l´esame di quinta sotto il portico di casa, passa poi le notizie ai compagni di classe. «Il modello che seguiamo è l´ottimizzazione – dice la professoressa – . Abbiamo stabilito che sotto il tendone della mensa faremo le prove pratiche per i 130 ragazzi di terza delle professionali. Lì invece non possiamo far fare gli scritti per i 380 ragazzi delle quinte perché durano sei ore. A mezzogiorno arrivano gli sfollati a mangiare».

La Repubblica 02.06.12