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"Noi, medici tra i terremotati", di Fabio Gilioli

«Dopo la prima scossa abbiamo evacuato i degenti da soli, portando in braccio quelli che non potevano camminare. Poi siamo tornati dentro a recuperare le cartelle cliniche di tutti. E da allora lavoriamo giorno e notte, altrove o nei punti mobili». Un internista di Carpi (Modena) ci scrive
Caro direttore,
questa è una testimonianza dall’Ospedale a Carpi che, come forse sa, non è attualmente agibile. Sono stati momenti drammatici e la paura di nuovi eventi sismici e’ ancora tanta (la città di Carpi è praticamente abitata solo nelle tende e roulotte); solo la riduzione del numero delle scosse nelle ultime 48 ore sta dando un po’ più di fiducia alle persone. I degenti degli ospedali di Carpi e Mirandola sono stati collocati in altri ospedali (io ora sto scrivendo dall’Ospedale di Baggiovara, Modena, dove abbiamo recuperato un’area di circa 30 posti letto internistici). Ora rimane da definire il preoccupante aspetto di vasta area modenese senza due ospedali il cui recupero sarà da definire nelle prossime settimane.

Ci tenevo a sottolineare una fatto finora non evidenziato da alcun organo di informazione. L’ospedale di Carpi, circa 200 posti letto, è stato evacuato il giorno del terremoto – dopo la prima scossa avvenuta alle 9 – in circa 40 minuti dal solo personale sanitario che si è letteralmente portato “in spalla per quattro piani” anche i degenti non autosufficienti ponendoli al sicuro nell’area antistante il nosocomio (in attesa dei soccorsi forniti dalla protezione civile). Nessuno è stato abbandonato e il tutto è avvento senza una precedente formazione su piani di evacuazione.

Aggiungo che, molti di noi, sono tornati pochi minuti dopo l’evacuazione, all’interno dell’ospedale (che verrà poi colpito da altri due terrificanti eventi sismici alle 10 e alle 13) per recuperare le cartelle cliniche dei pazienti affinché questi potessero essere inviati negli altri nosocomi accompagnati dalla documentazione sanitaria utile per proseguire le cure in corso. Tutto questo può sembrare banale e scontato ma credetemi in quei frangenti il panico è il padrone assoluto della tua vita e quindi riflettere e muoversi in modo organizzato è estremamente complesso (ribadisco senza alcuna specifica formazione in merito a eventi di questo tipo). Nelle ore e nei giorni successivi il lavoro del personale sia di Carpi che di Mirandola è poi proseguito senza interruzione anche in ospedali distanti o nei punti sanitari mobili, senza sosta, pur avendo ognuno di noi la propria casa interessata da questo evento sismico.

Sarebbe stato bello che gli organi di informazione si fossero accorti di tutto questo per segnalare, anche senza enfasi, che esiste anche una sistema sanitario che funziona, fatto di uomini e donne, medici, infermieri e personale ausiliario di cui si può essere orgogliosi anche nelle emergenze più estreme.

Un caro saluto

Fabio Gilioli
Medico internista dell’Ospedale di Carpi, Modena

l’Espresso 04.06.12