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"Un contratto per le donne", di Massimo Franchi

L’organizzazione con al vertice più donne discute di politiche di genere. La due giorni Cgil “Le donne cambiano…” è partita ieri in un teatro Capranica di Roma gremito e attento e si concluderà oggi con l’intervento di Susanna Camusso. Un appuntamento che torna a tre anni dall’ultima assemblea delle donne e fa i conti con una situazione molto peggiorata. La Cgil, punta avanzata nelle rivendicazioni sulla parità, si interroga e rilancia dopo che la crisi ha fatto arretrare la rappresentanza delle donne nel lavoro. Una crisi che ha colpito forte con le ristrutturazioni che, come ricorda con autocritica Valeria Fedeli, ha visto anche «il sindacato sostenere che era legittimo lasciare a casa prima le donne perché a casa hanno un altro lavoro». In Cgil sono tre le categorie dove il numero di iscritti donne supera quello degli uomini: Flc (scuola), Filcams (commercio) eFp (pubblico). Maschi in minoranza anche tra i pensionati (le donne sono 503mila pari al 52,8%). Insomma protagoniste ai vertici e alla base con i tanti interventi di delegate di ogni settore che raccontano la «quotidiana fatica» di conciliare lavoro, famiglia e attività sindacale. «CAMBIARECONICONTRATTI» Dopo le note de “La ballata di Lea”, il canto su Lea Garofalo, uccisa e sciolta nell’acido dall’ex compagno boss della ‘ndrangheta, ad aprire la due giorni è stata la relazione di Serena Sorrentino, donna più giovane della segreteria dove accanto a Susanna Camusso ne siedono altre due (Vera Lamonica e la new entry Elena Lattuada). Il suo intervento è un lucido spaccato della situazione del lavoro al femminile: «debole, povero e precario ». «La parità oggi è un illusione – attacca Sorrentino – . Ma vogliamo raccogliere la sfida di creare, a partire dei contratti, un cambiamento alle politiche di genere ». Per le aziende infatti il problema può essere affrontato «solo col welfare family friendly con interventi sugli orari e il part-time», mentre dalla Cgil arriva un forte «No al welfare familistico e al quoziente familiare che lascia le donne a casa e premia solo le famiglie ricche». E davanti ad «un ciclo del lavoro che costringe le donne precarie a diventare madri più tardi», Sorrentino propone misure concrete di cambiamento: «Chiediamo che il congedo parentale sia coperto almeno al 30 per cento da uno dei due genitori con il 100 per cento di copertura di stipendio». In più «la contrattazione può, da questo punto di vista, svolgere un ruolo centrale. Facciamo un lavoro importante nella contrattazione difensiva – ha continuato -ma vorremmo provare ad esercitarci anche in aspetti innovativi: intervenendo sull’organizzazione aziendale per debellare realmente la separazione sessuale del lavoro e la segregazione professionale ». Nella controparte principale del sindacato, il governo, è proprio una donna a ricoprire un ruolo decisivo. Ma è «inaccettabile come Fornero rappresenta i lavoratori pubblici: di donne ministro così ne faccio volentieri a meno», attacca Rossana Dettori. Poi il segretario generale Fp ha ricordato, in uno degli interventi più applauditi, come «sia necessario anche all’interno del sindacato un modello che garantisca la compatibilità al femminile». E se Sorrentino ha chiuso il suo intervento dicendo: «Cambiare si può e cambiare si deve», Valeria Fedeli concorda, ma mette una auto-condizione: «Le donne possono cambiare la società se lo fanno insieme, con la frammentazione non possiamo essere un soggetto di cambiamento »

l’Unità 06.06.12