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Stefano Bonaccini: «I gazebo? Prima si decida che Italia che vogliamo», di A.C.

Il segretario del Pd emiliano: «Sì al tetto dei tre mandati, bisogna rinnovare. Se resta il Porcellum noi faremo primarie per gli onorevoli». «Primarie per i parlamentari se resta il Porcellum, tetto di tre mandati per deputati e senatori, con pochissime eccezioni, no alle liste civiche». Stefano Bonaccini, segretario del Pd dell’Emilia Romagna, modenese, in queste ore è impegnato con l’emergenza terremoto e la visita del presidente Napolitano. «Da questi territori, dai nostri sindaci, arriva un esempio di dedizione, una spinta morale ed etica, un contributo di fiducia di cui tutta l’Italia ha bisogno», spiega. Oggi sarà alla direzione del Pd di Roma.
Dunque sceglierete le primarie…
«Prima di tutto mi interessa capire quale proposta Bersani farà rispetto all’idea di Paese che vogliamo mettere in campo. In questi anni abbiamo parlato troppo spesso di nomi e cognomi e troppo poco di cose e di idee. Nella confusione dei nomi, abbiamo rischiato di non rendere chiara la nostra proposta. Mi aspetto che Bersani parli di una nuova Italia, che ridia speranza alle troppe famiglie e imprese che non ce la fanno più, in una nuova Europa, unita anche nelle politiche fiscali e concentrata sulla crescita».
Dalla sua terra arrivano sostegni alla proposta di Fassina sulle elezioni anticipate. «Ho moltissima stima di Stefano, ma non avrei usato quelle parole. Abbiamo sostenuto Monti dicendo “prima di tutto l’Italia”, ora non dobbiamo dare l’impressione di voler mandare a casa il governo. Piuttosto, lavoriamo pancia a terra per costruire proposte utili al Paese, come la nuova legge elettorale e le riforme istituzionali. Il Pd deve avere su questi temi la stessa forza che abbiamo avuto sull’articolo 18: imporre l’agenda e pretendere che, a un certo punto, gli italiani capiscano chiaramentechièafavoreechino».
Quale legge elettorale?
«Il doppio turno alla francese sarebbe lo strumento migliore, ma temo che con questo Pdl non otterremo grandi risultati. Qui in Emilia-Romagna la direzione ha approvato la proposta di primarie per i parlamentari: oggi, per rispondere alla crisi della politica, è necessario mettere la scelta nelle mani di migliaia di nostri elettori».
Primarie di partito o di coalizione per il candidato premier?
«Ripeto: da Bersani mi aspetto che indichi quale Italia vuole e un appello alle forze migliori della società. A quel punto si possono anche fare per le primarie. Di coalizione? Benissimo, ma prima va chiarito il nostro progetto per il Paese, attorno a cui individuare gli alleati possibili. In questa fase non mi interessano le foto, di Vasto o meno, ma il progetto del Pd».
Ritiene utile la nascita di liste civiche alleate col Pd?
«È il Pd che, in nome del rinnovamento, deve aprire porte e finestre alla società, alle forze intellettuali, al mondo del lavoro. La lista del Pd deve diventare il perno di un nuovo centrosinistra, aperto a tutti coloro, partiti e movimenti, che vogliono prendersi l’impegno di ricostruire l’Italia lontano da ogni populismo».
È giusto rispettare rigorosamente il tetto dei tre mandati per i parlamentari? In Emilia intendete farlo?
«Lo statuto prevede tre mandati. Oggi c’è bisogno di un profondo rinnovamento delle classi dirigenti, e non è una questione solo anagrafica. Per questo credo che rispettare quel limite sia cosa buona e giusta. Poi qualche singola deroga si può accettare, ma solo se non diventa la norma».

l’Unità 08.06.12