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"Esodati, sono 390mila. Bufera su Fornero", di Massimo Franchi

Gli esodati sono 390mila. A certificarlo è una relazione che l’Inps ha mandato al ministero del governo nella quale sono definiti voce per voce i numeri dei “dannati” della riforma Fornero. comprende tutti coloro che hanno fatto un accordo per l’uscita dal lavoro e ora sono a rischio di restare senza occupazione e senza pensione per l’aumento dell’età pensionabile prevista dalla riformaFornero. Coloro che nei prossimi anni avrebbero raggiunto i vecchi requisiti per andare in pensione. Il documento è stato protocollato in uscita dall’Inps il 22 maggio. Ed era quindi a conoscenza di Elsa Fornero alla firma del decreto interministeriale sui 65mila che è stato firmato dalla ministra il 23 maggio e da più di una settimana quando arrivò la firma e il via libera definitivo di Mario Monti. La stessa Elsa Fornero per mesi ha negato che esistesse una stima precisa del numero degli esodati. La stessa Fornero ha “piegato” i paletti del suo decreto interministeriale per «salvaguardare » solo 65milia persone per i prossimi due anni, escludendo migliaia e migliaia di esodati. Ad esempio coloro che non erano ancora in “mobilità” al 31 dicembre 2011 anche se erano già in cassa integrazione. Evidente dunque l’imbarazzo e la rabbia provocata dalla pubblicazione del documento. La relazione è firmata dal direttore generale dell’Inps, Mauro Nori. La platea complessiva dei lavoratori esodati sulla base del decreto Salva Italia e del Milleproroghe (che ne ha allargato il numero) è di 390.200 persone. Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133mila persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti «cessati», ovvero coloro che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180mila secondo l’Inps). Per queste due categorie il decreto del governo prevedeva rispettivamente la miseria di 10.250 e 6.890 salvaguardati: nel decreto si prevede di “salvare” solo quelli che maturano la decorrenza della pensione entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Salva Italia (6 dicembre 2011) e quindi di fatto che, considerata la finestra mobile, maturano i requisiti entro maggio 2012 se autonomi e entro novembre 2012 se dipendenti. Ma platee più consistenti ci sono anche per la mobilità (45mila persone tra mobilità ordinaria e quella lunga a fronte dei 29.050 salvaguardati), per i fondi di solidarietà (26.200 a fronte dei 17.710 previsti) e beneficiari del congedo straordinario per l’assistenza ai figli gravemente disabili (3.330 a fronte di 150). Già a poche ore dalla pubblicazione, da parte dell’Ansa, della relazione è partita la caccia al “corvo”. Le illazioni sono tantissime, le certezze poche. Di sicuro c’è che Nori (vicino alla Cisl) aveva già messo in difficoltà il ministero stimando in quasi 300mila gli esodati durante l’audizione in Parlamento ad aprile. I rapporti fra lui e il presidente Antonio Mastrapasqua (per il quale i sindacati, Camusso in testa, avevano chiesto le dimissioni) sono molto tesi. Dall’ente pensionistico si fa notare la vicinanza tra la fuga di notizie e la manifestazione dei sindacati di sabato. Passano poche ore dalla “fuga” e dall’Inps arriva la smentita: «Non abbiamo fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati. I documenti tecnici dell’Inps hanno consentito al ministero di formulare il decreto con la salvaguardia prevista per i 65mila lavoratori per i prossimi 24 mesi e per alcune categorie anche oltre i 24 mesi». Maè facile obiettare che la nota Inps non smentisce di aver fornito al ministro i dati reali. In serata Elsa Fornero ha rotto gli indugi convocando d’urgenza al ministero sia Mastrapasqua che Nori. Una resa dei conti, un vertice teso continuato per ore. Ora tutti guardano al futuro. E se i sindacati chiedono di riaprire subito il tavolo ministeriale per risolvere definitivamente il problema; i partiti, dal Pdl all’Udc, dall’Idv a Fli, chiedono a Fornero di spiegare la reale situazione in Parlamento. Da parte sua, Cesare Damiano, che a l’Unità aveva già anticipato la proposta di destinare i 4 miliardi della spending review a salvare il maggior numero possibile di esodati, ieri ha attaccato Fornero: «È sconcertante che la cifra di 390 mila, addirittura al di sopra delle più pessimistiche previsioni, fosse a conoscenza del governo prima della emanazione del decreto interministeriale. Per fare chiarezza sui numeri, è indispensabile che il governo venga a riferire in parlamento sullo stato reale e definitivo della situazione».

L’Unità 12.0.12

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