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"Test sbagliati nei tirocini per insegnare i neo laureati pronti a una raffica di ricorsi", di Salvo Intravaia

Il ministero ammette implicitamente che alcune domande nei quiz di ammissione per i Tfa erano imprecise o sbagliate. Un autogol che si somma alla difficoltà che, in molti casi, hanno visto sufficienti molti meno candidati dei posti previsti. Test per insegnare a scuola nella bufera: in sette classi di concorso su 11 ci sono errori o domande ambigue. I nuovi quiz di ammissione per partecipare ai cosiddetti Tirocini formativi attivi – una novità introdotta dalla Gelmini per ottenere l’abilitazione all’insegnamento – sono partiti nel peggiore dei modi. I primi risultati pubblicati dal Cineca (il consorzio interuniversitario che gestisce la selezione) confermano che i quizzoni predisposti per selezionare i nuovi insegnanti, oltre ad essere molto difficili e a fare parecchie vittime, conterrebbero domande quantomeno ambigue o, secondo alcuni, anche errate.

Le prime polemiche si sono verificate alcuni giorni fa, quando sono stati resi noti i risultati per la classe di concorso A036: Filosofia, psicologia e scienze delle formazione nei licei delle Scienze umane, gli ex magistrali. In quella occasione, riuscirono a raggiungere il punteggio minimo – 21 punti su 30 – soltanto in 141 su cinquemila. E il numero di posti disponibili era di 588.

Secondo i laureati che hanno partecipato alla selezione, alcune domande riguardavano autori minori che a scuola non si studiano. Ma niente errori nei testi, pare.

Poi, sono stati pubblicati gli esiti per l’abilitazione in altre discipline d’insegnamento e le cose sono andate anche peggio. Nella classe di concorso per insegnare Francese alla scuola media e superiore si è verificata una situazione imbarazzante: 96 ammessi in tutta Italia per 765 posti disponibili: appena il 12,5 per cento. Ma questa volta due delle sessanta domande (la numero 21 e la numero 49) sono state considerate “sempre corrette” a prescindere da quello che avevano segnato i candidati, un modo che implicitamente ammette un errore nella formulazione. Una situazione che si è verificata, finora, per sette delle undici graduatorie pubblicate. E si prevede una raffica di ricorsi.

In base alla riforma Gelmini sulla formazione iniziale, per diventare insegnanti di scuola media e superiori occorre iscriversi in un corso di studi magistrale, ovvero quinquennale, e successivamente partecipare ad un tirocinio di un anno sul campo. Soltanto dopo avere superato tutti gli esami e la tesi finale si otterrà l’abilitazione all’insegnamento. Ma in questa prima fase di transizione dal vecchio al nuovo sistema, il relativo decreto dello scorso anno prevede che coloro che sono già in possesso di una laurea possono partecipare al solo Tirocinio, rigorosamente a numero programmato. Sono gli atenei ad organizzare la selezione e il tirocinio per i pochi fortunati che vi accederanno.

Per la classe di concorso A042 (Informatica), una delle ultime pubblicate, le domande che il ministero ha preferito considerare “sempre corrette” – che cioè erano sbagliate, con più risposte corrette o ambigue – sono addirittura sei. Insomma, un vero pasticcio.

“Chi ha predisposto le domande?”, si chiedono in parecchi. Viale Trastevere tace, ma considerare alcune domande “sempre corrette” a prescindere, come direbbe Totò, ammette implicitamente gli errori nei test di ammissione che, da quest’anno rappresentano l’unica possibilità per i neolaureati per accedere alla carriera di insegnante.

La Repubblica 27.07.12