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Bersani-Vendola intesa sul progetto. Sfida alle primarie", di Simone Collini

L’intesa tra Pd e Sel è stata raggiunta, ed è il primo passo del nuovo centrosinistra, quello che si presenterà alle prossime elezioni politiche senza l’Idv, e che dovrebbe siglare un «patto di legislatura» con l’Udc. Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola ieri si sono visti, alla sede del Pd, ed è bastato un colloquio di poco più di un’ora per sancire l’alleanza e per concordare sul fatto che le primarie per scegliere il candidato premier dovranno servire a cementare questa operazione, a riorganizzare il fronte progressista, ad approfondire un confronto sui contenuti e a definire la piattaforma programmatica da presentare agli elettori. La sfida ai gazebo si farà all’inizio di dicembre e Vendola parteciperà. Al momento i candidati in campo sono quindi due, il leader Pd e quello di Sel, che diventeranno tre oggi: con una conferenza stampa a Montecitorio, annuncerà che sarà della partita anche Bruno Tabacci. Ancora niente di ufficiale, invece, da parte di Matteo Renzi.

ALTERNATIVA ALLE DESTRE

È stato un incontro molto buono, molto utile – dice Bersani al termine dell’incontro – abbiamo parlato dell’Italia, dei problemi sociali del Paese, abbiamo parlato di come profilare un’alternativa di governo alle destre, insieme si possono fare dei passi in avanti». Punto di partenza della discussione è stata la «carta d’intenti» presentata da Bersani mercoledì, che per Vendola è in larga parte condivisibile, anche se per lui il testo definitivo dovrà essere aperto ad altri contributi. Come il documento presentato ieri da Sel col titolo «È tempo di cambiare».
Bersani non ha niente in contrario, e anzi dopo quello di ieri con Vendola proseguirà gli incontri con esponenti del mondo dell’associazionismo, con personalità delle liste civiche, con le parti sociali. Oggi tocca a una delegazione del Terzo settore. «Naturalmente non vogliamo arruolare soggetti della società civile, ma siamo interessati ad ascoltare il loro punto di vista», spiega Bersani. La lista stilata prevede un centinaio di associazioni, mentre sul fronte politico non ci saranno molti altri colloqui (uno è previsto col leader socialista Riccardo Nencini, che sta riflettendo se candidarsi alle primarie).

La rottura con Antonio Di Pietro sembra infatti ormai sancita. «Ha fatto la sua scelta da un po’ di tempo», ha detto Bersani facendo riferimento agli attacchi mossi non solo contro il suo partito ma anche contro il Quirinale, «ha scelto un’altra strada». Anche Vendola, che fino a non molto tempo fa ha provato a tenere in piedi il modello di Vasto, ammette che «Di Pietro non sta dimostrando molto interesse nei confronti della proposta di coalizione che avevamo immaginato insieme»: «A me spiace molto, ma le sue continue polemiche e il suo propagandismo esagerato rischiano di portarlo alla deriva».

NESSUN VETO ALL’UDC
La discussione tra Bersani e Vendola ora andrà avanti sulle proposte programmatiche, che per entrambi è il modo migliore per costruire quello che il leader di Sel chiama il futuro «polo della speranza» (il leader Pd lo definisce «un bel titolo» ma non sarà questo il nome della coalizione) e per aprire poi un confronto con l’Udc al fine di siglare un «patto di legislatura».
L’asse tra progressisti e moderati per assicurare la governabilità è strategico per Bersani, e anche su questo fronte Vendola non ha chiuso la porta. «Penso che il centrosinistra è il soggetto coalizionale fondamentale, e un centrosinistra che ha le idee chiare, cha ha una sua bussola ferma e un orizzonte netto non deve avere paura di portare con sé chi intende arricchire la coalizione». Nessun «veto» a Casini insomma, anche se dopo che i siti web hanno iniziato a titolare sull’«apertura di Vendola all’Udc» e i commenti negativi hanno iniziato a fioccare, il leader di Sel ha precisato in una conferenza stampa che da parte sua non c’è stata «nessuna apertura» ai centristi. «Penso sia molto difficile per me sentirmi alleato di Rocco Buttiglione e penso sia improbabile per Rocco Buttiglione sentirsi alleato mio. Ma non dirò mai “mai con Buttiglione, mai con Casini”. Dico che bisogna discutere nel merito dell’agenda del cambiamento. Il campo del centrosinistra è il campo del centrosinistra. La buona notizia di oggi è che il centrosinistra c’è e può ancora arricchirsi, ma può proporre un’egemonia nuova di solidarietà e di libertà».

È in questa stessa conferenza stampa che il governatore pugliese ha annunciato la sua candidatura alle primarie per scegliere il candidato premier. «Avevo detto che se le primarie del centrosinistra fossero state una sorte di congresso del Pd non mi interessavano. Ma se sono una gara di idee all’interno di un centrosinistra rinnovato allora mi interessano e quindi sciolgo la riserva. Lo faccio sulla base di una spinta larga, che non viene solo da parte del mio partito». Il fatto che corra anche Vendola non impensierisce Bersani, anzi. La sfida ai gazebo servirà per arrivare alle elezioni con un impianto programmatico condiviso e un candidato premier riconosciuto dagli alleati e forte di un’investitura popolare.

l’Unità 02.08.12