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"Ai test per i prof domande sbagliate. Passano tutti", di Flavia Amabile

Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, era armato di ottime intenzioni quando ha deciso di ammettere gli errori commessi durante la realizzazione dei test per la preselezione al Tfa, il Tirocinio formativo attivo. Nel comunicato del 5 agosto, dove si chiedeva scusa per quanto accaduto, c’erano la voglia di trasparenza, il coraggio di non nascondersi, il desiderio di andare oltre e di garantire il funzionamento della macchina messa in moto. Tutto sacrosanto. Anche perché la media complessiva dei quesiti errati è stata del 18,8% e in alcune classi di concorso si arriva a oltre 4 quiz su 10 errati.

È stato più difficile, però, per molti digerire il passo successivo, vale a dire la sanatoria che ha reso corrette le domande che una commissione nominata dal ministero ha considerato errate o, comunque, di ambigua interpretazione. All’improvviso il numero degli ammessi è cresciuto a dismisura, in alcuni casi addirittura decuplicato, facendo andare su tutte le furie chi aveva risposto in modo esatto alle domande.

Il Sussidiario.net ha pubblicato una lettera dai toni molto duri firmata da «Un gruppo di aspiranti insegnanti che hanno superato la prova preliminare del Tfa». «Siamo indignati – scrivono – di fronte a questo trattamento iniquo che mette sullo stesso piano la preparazione e la mancanza di preparazione, il merito e la buona sorte». «Con questa operazione – proseguono – si è squalificato una volta per tutte il valore della prova preliminare». Concludono chiedendo «con forza» le graduatorie precedenti o «l’attribuzione di un bonus aggiuntivo ai candidati così platealmente penalizzati». Altrimenti? Altrimenti un’azione legale collettiva. Lettere simili stanno arrivando a tutti i siti che si occupano di scuola, a indicare che non si tratta di un’iniziativa isolata. E quindi il sogno del ministro di garantire il funzionamento della macchina del Tfa dello scorso anno è piuttosto a rischio. Così come quello di dare un segnale di buona volontà a chi ha partecipato ai test e a chi dovrà partecipare in futuro.

Le polemiche non si sono mai fermate. Nella classe 61 di concorso, quella dei futuri prof di Storia dell’arte, c’è chi ha contestato la correzione della seconda commissione, sostenendo che vi sono nuovi errori. Oppure la classe A111 di Lingua e Civiltà Cinese, dove denunciano «violazioni di regolamento». La confusione è totale mentre un altro fronte è pronto a scoppiare. In molti hanno chiesto di conoscere l’elenco dei responsabili degli errori. Si tratta di una commissione nominata con il Decreto Direttoriale numero 52 del 5 agosto 2011. Ma è inutile provare a cercare il documento sul sito del Miur, è stato secretato. Il ministro Francesco Profumo ha scelto di non dare in pasto a tutti il nome di persone che non ha nominato ma che comunque ritiene non elegante non difendere in un momento come questo. Da viale Trastevere si dicono certi di avere fatto il massimo intervenendo nel modo più tempestivo possibile garantendo la tenuta della selezione e assicurano che le prossime prove saranno svolte in modo molto diverso. Si sta pensando ad una prova unica nazionale mentre le commissioni saranno formate da docenti universitari ed esperti di test in grado di valutare le competenze dei futuri prof.

Ma la spiegazione del Miur non ha convinto del tutto, a girare in rete lo scetticismo è molto. Ci si chiede come sia possibile aver affidato tutto ad un gruppo di persone nominato da un precedente ministro e non aver controllato nemmeno i testi di una classe di concorso in tutti questi mesi. Sul piede di guerra anche i decani della cultura umanistica. Ventisette grandi professori hanno scritto al presidente della Repubblica per denunciare lo scandalo delle prove di accesso al Tfa e per chiedere «modalità di valutazione davvero consone alla professione di insegnante».

La Stampa 17.08.12

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