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"La scuola sotto stress", di Fabrizia Bagozzi

Fra i presidi che mancano e il caro libri, riparte l’anno scolastico. Il ministro dell’istruzione Francesco Profumo non ha fatto a tempo ad annunciare il primo concorso per insegnanti dal 1999 – un vero e proprio evento, già segnato però da polemiche su inclusi ed esclusi – che le battute finali di un altro (tormentatissimo) concorso, quello per dirigenti scolastici rischia di incidere pesantemente sull’andamento del nuovo anno scolastico. Cominciata male (con mille domande su cinquemila della primissima fase concorsuale sonoramente sbagliate), proseguita peggio (nella successiva preselezione su cento domande 38 non erano completamente corrette per cui il tribunale amministrativo ha consentito l’accesso al test anche ai non ammessi), la selezione per diventare presidi – avvenuta in piena era Gelmini – ha seguito modalità di esecuzione che in diverse regioni italiane ha prodotto ulteriori ricorsi. Come in Lombardia, dove il Consiglio di stato ha dato ragione agli insegnanti che avevano chiesto l’annullamento del concorso perché durante la fase di correzione degli scritti non sarebbe stato garantito l’anonimato (troppo trasparenti le buste contenenti le prove).
La decisione definitiva arriverà a novembre. Intanto, però, un istituto su due è senza dirigente, con oltre cinquecento sedi scoperte su 1.200 autonomie. L’Ufficio scolastico della regione ha dovuto nominare 475 reggenti che si dovranno dunque dividere fra più istituti. «Un fatto gravissimo che inciderà negativamente sui livelli delle prestazioni in un sistema scolastico già messo a dura prova dai pesanti interventi delle diverse finanziarie», ha sottolineato il segretario generale Flc Cgil Mimmo Pantaleo. Nel frattempo, però, è scoppiato un nuovo pasticcio su un altro test, quello della preselezione per il Tirocinio formativo attivo, il corso che consente l’abilitazione all’insegnamento.
Nominata il 5 agosto 2011 – sempre regnante Gelmini, che però dice di non esserne responsabile – la commissione che ha elaborato le 2.220 domande di 37 abilitazioni diverse ne ha sbagliate 419. O meglio: 419 quesiti non erano conformi al bando. Per riparare, Profumo ha nominato una nuova commissione che alla fine ha assegnato un punteggio positivo a chi ha risposto male o, disorientato dalle formulazioni imprecise, non ha risposto. Pubblicando poi sul sito del ministero – che è andato in tilt – l’elenco dei 145 esperti che hanno redatto le domande. E aria di tempesta si addensa già attorno al nuovo concorso il cui bando sarà pubblicato il 24 settembre. In palio circa 24mila posti, metà dei quali da assegnare ai laureati abilitati e l’altra metà ai precari – attualmente più di 160mila – che hanno vinto i precedenti concorsi (1990 e 1999) e da allora giacciono in attesa in graduatoria. La polemica è già partita, con questi ultimi a chiedere di entrare di diritto. In ogni caso, per il mega concorso si attendono fra i 160mila e i 200mila candidati. Intanto le famiglie italiane con figli in età scolare fanno i conti un grande classico dell’avvio dell’anno scolastico: il caro libri. Il Codacons ha stimato che quest’anno l’incremento di spesa sarà di circa 100 euro. Non tanto per lo sfondamento dei tetti stabiliti dal ministero, quanto per il divieto di utilizzare unicamente testi stampati. Il Miur ha infatti stabilito a maggio che le scuole devono adottare libri di testo in formato misto o scaricabili da internet. Gli insegnanti hanno dovuto cambiare i testi adottati o scegliere le edizioni più aggiornate, dotate di contenuti multimediali.

da Europa Quotidiano 31.08.12

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