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"Sempre più disoccupati in Italia", di Giuseppe Caruso

Un terzo dei nuovi disoccupati in Europa è italiano. A fornire un altro dato inquietante sullo stato di salute dell’economia del Belpaese ci ha pensato l’isituto di ricerche Ires, fondato dalla Cgil. Rielaborando i dati Istat e Eurostat, l’Ires ha reso noto che tra gennaio e luglio del 2012 i disoccupati nel nostro Paese sono aumentati di 292.000 unità passando da 2.472.000 a 2.764.000. Nello stesso periodo l’Ue nel suo complesso ha registrato 881.000 disoccupati in più. Ma le cattive notizie non finiscono qui, visto che nello studio si sottolinea come ci siano anche quasi 4 milioni e mezzo di persone all’interno dell’area della così detta sofferenza occupazionale . Per definire quest’area l`Ires ha scelto di prendere come riferimento, oltre ai disoccupati, i così detti scoraggiati , vale a dire quelle persone comunque disponibili a lavorare o che si trovano in cassaintegrazione. Si arriva così all’enorme cifra di 4 milioni e 392mila persone. Per capire il peggioramento della situazione, basti pensare che con gli stessi parametri, nel secondo trimestre del 2007, cioè prima della grande crisi, le persone che potevano rientrare in questa sfera ammontavano a 2 milioni e 475mila (l`aumento è del 77% ndr). Raffaele Minelli, presidente dell’Ires Cgil, e Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio, commentando lo studio hanno rilevato che per troppo tempo «si è sbagliato, sostenendo che l’Italia si trovava in una situazione di vantaggio rispetto all’Europa guardando solo ai dati dei disoccupati formalmente riconosciuti e non tenendo in alcun conto l’enorme area dell’inattività. Questa differenza è ormai superata e come si vede l’aumento dei disoccupati in Italia è ora molto più forte della media europea». «Risulta evidente» hanno aggiunto MInelli e Fammoni «come l’andamento della crisi e le scelte fatte per contrastarla producano nel nostro Paese un netto peggioramento, con effetti insopportabilmente negativi sull’occupazione. Questo dato comporta un primo giudizio severo e negativo sull’operato del Governo. Vista la rilevanza del tema, l’Ires produrrà stabilmente approfondimenti sulla disoccupazione e sulla qualità dell’occupazione». «Il primo aspetto» hanno concluso «riguarda l’area della vera sofferenza occupazionale. Il secondo invece prende in esame il problema dell’inattività, un fenomeno molto più diffuso nel nostro paese rispetto al resto dell’Europa, un fenomeno dentro al quale si trova una parte rilevante di esclusi dal mondo del lavoro non formalmente riconosciuti come disoccupati. A questi milioni di persone non si può dire che la prospettiva di essere travolti dalla crisi si è allontanata. È evidente che il lavoro è il principale fattore non affrontato dal governo per uscire dalla crisi». Una crisi, quella dell’occupazione, che in Italia è costante da ormai diversi anni. La Coldiretti per esempio ieri ha reso noto che a causa del caldo e della siccità che hanno tagliato i raccolti estivi ed autunnali, rischiano di rimanere a casa molti dei 200 mila giovani impegnati nelle attività di raccolta di frutta, verdura e nella vendemmia. «Sui dati relativi all’occupazione nel terzo trimestre» spiega la Coldiretti «si farà sentire purtroppo il crollo dei raccolti agricoli che va dal 22 per cento per le pere al 13 per cento per le mele ma arriva al 50 per cento per il pomodoro in Puglia e al 5 per cento per la vendemmia, tutti settori che richiedono una elevato impiego di manodopera. Si tratta degli effetti negativi dovuti all’andamento climatico sfavorevole che ha provocato danni diretti per circa tre miliardi di euro all’agricoltura nazionale, con inevitabili ricadute anche sull’indotto in termini economici ed occupazionali».

L’Unità 09.09.12

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