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"Pannella sale sul taxi di Storace, Bonino resta a piedi", di Marcella Ciarnelli

La senatrice rinuncia a candidarsi e guida la contestazione: il leader della Destra è all’opposto delle posizioni dei radicali su diritti civili e carceri
Alla fine (o per il momento) Marco Pannella ha deciso di accettare la mano tesa di Francesco Storace, che da consumato politico non lascia mai solo chiunque possa portargli voti, ed ha accettato di salire sul taxi messo a disposizione dei radicali dall’ex presidente della Regione Lazio che ci riprova a conquistare la Pisana. Prendendo a bordo tutti quelli che ci stanno a portare consensi, al di là delle distanze abissali degli occasionali compagni di viaggio.
Tant’è che nella stessa lista si troveranno, messo punto ad oggi, gli abituali sostenitori della linea politica di Pdl e Destra con punte di eccellenza come il diplomatico Mario Vattani, quello dal braccio teso e dall’ugola sotto pressione, e la paladina della battaglia contro i consultori, Olimpia Tarzia. Ma si troveranno anche esponenti Radicali, almeno quelli che si riconoscono in Marco Pannella dato che Emma Bonino, assieme ad altri esponenti del Partito tra cui Matteo Mecacci, hanno detto no, e con molta forza, all’innaturale scelta di campo che l’anziano leader ha deciso di sottoscrivere nel totale disinteresse della storia. Sua e del partito.
È spaccato a metà il partito radicale. Bonino contro Pannella, non è la prima volta. Con il vecchio leader reduce da un recente digiuno ma in forze per gestire l’alleanza fuori da ogni schema, che rivendica la necessità di essere presenti nel voto «a tutti i costi» convinto che l’alleanza con Storace «non intaccherà» un patrimonio innegabile di battaglie di civiltà fatte nell’interesse della gente.
Solo che Pannella, in questa fase convulsa in cui l’esserci per lui conta più che da che parte, sembra dimenticare che quando tutte le sue battaglie sono state combattute, proprio Storace, e la sua parte politica, erano il nemico da battere. Gli avversari a cui spiegare che i consultori servono per consentire alle donne gravidanze consapevoli e non vivere l’aborto come l’unica via d’uscita; che la sperimentazione è un diritto di chi poi, a ricerca completata, potrà usufruire di nuovi farmaci; che gli omosessuali sono persone da rispettare con i loro diritti e i loro doveri verso la società; che la situazione delle carceri in Italia è tale da autorizzare a pensare a misure straordinarie e che, comunque, il problema non si risolve certo rimandando a scontare la pena a casa loro gli stranieri detenuti nel nostro Paese. Ci sono fior di dichiarazioni e di verbali anche nell’attività dell’ultimo consiglio regionale in cui appare evidente l’abissale lontananza tra le posizioni di chi «onorato» mette a disposizione il taxi e di chi pensa di poter condurre in porto, in modo indolore, un’alleanza presentata solo come «tecnica» ma che evidentemente tale non può restare. Pena la perdita di identità degli uni o degli altri.
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Pannella non sembra accettare che qualcuno si opponga alla sua devastante intuizione politica. È chiuso nel suo fortino, a testa bassa contro l’opposizione interna che, dice lui, «vuole farmi passare per un dittatore» e preoccupato solo dalla posizione di Emma Bonino. Per rispondere all’intesa con Storace alle regionali del Lazio, «molti» radicali stanno ritirando la propria candidatura alla lista nazionale “Amnistia Giustizia Libertà”, potrebbe farlo anche Emma Bonino, mentre sembra che Berlusconi voglia chiedere a Pannella di essere il suo ministro della Giustizia. Il movimento in subbuglio, la base è delusa. E questa volta non sembra disposta a seguire l’ultima battaglia dell’icona radicale.
«Mi dispiacerebbe se Pannella andasse con Storace. Ho sempre detto che per i Radicali avevamo porte aperte. Gli rinnovo l’appello ora perché i giochi da parte mia non sono ancora chiusi» ha detto il candidato del centrosinistra, Nicola Zingaretti, alla presidenza della Regione commentando l’apertura radicale a Storace che ha definito «un accordo di convenienza, un po’ triste». Quindi «chi si lamenta di essere stato escluso in realtà si è escluso da solo» dato che la richiesta avanzata ai radicali era di discontinuità nelle candidature «che gli altri partiti hanno accolto». Il rischio «armata Brancaleone» è all’orizzonte.
Il Pd Michele Meta: «Nella battaglie civili e antifasciste i Radicali hanno lasciato un segno indelebile che Marco Pannella, se fosse confermato l’orientamento a sostegno di Storace, rischierebbe delittuosamente di macchiare e infangare». «Un partito che ha una storia di autentica passione libertaria non può suicidarsi con i gagliardetti della destra di Storace» ha detto Bruno Tabacci, leader del Centro democratico.

L’Unità 19.01.13