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Esodati, cosa fare davvero per riparare al danno, di Cesare Damiano

Alcuni giorni fa il Messaggero titolava in prima pagina “Bomba esodati, altri 150.000 Come capita purtroppo in molte occasioni, leggendo l`articolo è risultato evidente che il suo contenuto non corrispondeva al titolo: infatti si trattava dell`ennesima ricostruzione di una nota vicenda. Partiamo dall`inizio: l`articolo faceva riferimento al fatto che a suo tempo l`Inps aveva fornito una stima di circa 390.000 cosiddetti esodati, ai quali sottrarre oltre 90.000 lavoratori in grado di risolvere rapidamente la loro situazione essendo prossimi alla pensione (pochi mesi di attesa) e 140.000 salvaguardati (comprendendo i precedenti 10.000 previsti dall`ex ministro Sacconi). Risultato: rimarrebbero ancora 150.000 lavoratori da sistemare.
Questa la ricostruzione dei giornalisti del quotidiano romano. Uno scoop inventato perché non si tratta di nuovi esodati e questi numeri sono assolutamente noti da tempo: semmai c`è il rischio che siano sottostimati. Quello che sorprende è che, ancora una volta, su una non notizia si sia scatenato un dibattito acceso. Il ministro Fornero ha dichiarato che bisognava chiedere chiarimenti all`Inps, quasi a dire che lei quei numeri non li conosceva. Pare strano perché glieli abbiamo ricordati per un anno intero. Il direttore dell`istituto, Mauro Noni, ha prontamente e giustamente smentito qualsiasi nuova elaborazione di dati. Tanto rumore per nulla. Accantonate le discussioni inutili, vediamo invece di occuparci dei veri problemi che assillano i lavoratori che sono rimasti senza alcun reddito a causa della riforma Fornero.
Questo argomento dovrà essere affrontato dal prossimo esecutivo e se, come mi auguro, governerà il centrosinistra, sarà per noi una delle priorità. Alcuni passi avanti sono stati compiuti, anche se non risolutivi: con tre successive correzioni (Decreto Sal valtalia, Spending Review e legge di Stabilità) abbiamo salvaguardato 130.000 lavoratori, grazie all`azione incessante del Partito democratico, stanziando risorse per quasi 10 miliardi di euro. Adesso si tratta di compiere il passo risolutivo. Dobbiamo insistere sull`esigenza, nell`attuare le riforme, di avere sempre a mente un principio di gradualità per evitare che si producano situazioni socialmente inaccettabili e gravi come quella degli esodati. Occorre evidenziare la necessità di mantenere ed estendere un principio di flessibilità nel sistema previdenziale oltre coloro che, essendo entrati per la prima volta al lavoro dal primo gennaio de11996, adotteranno per intero il sistema contributivo per il calcolo della pensione.
Dobbiamo inoltre migliorare le protezioni degli ammortizzatori sociali, considerando il prolungarsi della crisi, e favorire politiche di invecchiamento attivo. Per proseguire nell`azione di tutela dei lavoratori rimasti senza reddito dobbiamo utilizzare quanto abbiamo ottenuto con l`ultima legge di Stabilità. In primo luogo con l`istituzione di un Fondo non assistenziale che viene alimentato da un versamento iniziale di 100 milioni di euro ai quali si aggiungono gli eventuali risparmi ricavati dai 9 miliardi precedentemente stanziati per i primi 120.000 salvaguardati. Nel caso in cui questi risparmi non ci fossero o non fossero sufficienti, per il solo 2014 è prevista una clausola di raffreddamento della indicizzazione delle pensioni di fascia superiore a sei volte il minimo, fermo restando dall`inizio dello stesso anno il ripristino per tutti (anche per chi ha pensioni di importo superiore) delle indicizzazioni sempre fino a sei volte il minimo (circa 3.000 euro lordi mensili).
Questo argomento ci serve per introdurre il tema della rivalutazione delle pensioni al costo della vita. Sarebbe un bel segnale se il prossimo governo sbloccasse già da quest`anno il tetto che fissa fino a tre volte il minimo il diritto alla loro indicizzazione: un segno di equità e una spinta alla ripresa dei consumi delle famiglie. Con l`istituzione di questo Fondo abbiamo a disposizione uno strumento che può essere rifinanziato anno dopo anno, fino alla soluzione del problema. Le varie casistiche, esodati, prosecutori volontari, lavoratori in mobilità, licenziati individuali e collettivi, lavoratori della scuola ed esonerati del pubblico impiego, le abbiamo tenute ben presenti fin dall`inizio, quando abbiamo sottoposto al governo Monti le nostre proposte di correzione ed in questa direzione continueremo la nostra battaglia.
da L’Unità

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