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Terremotati contro il premier “Sei qua solo per le elezioni” E un uovo colpisce un sindaco, di Jenner Meletti

Fuori nel freddo ci sono i cartelli e facce arrabbiate. «Gli emiliani sanno rimboccarsi le maniche e non solo per lavorare. Basta con le prese in giro». Quelli del comitato Sisma. 12 si mettono a correre, quando vedono che le auto con Mario Monti svoltano verso un ingresso secondario. «Buffone, vieni a parlare con noi». «Vergogna». Già a Concordia c’era stata una contestazione forte, con grida e un uovo contro il premier che colpisce però il sindaco di Camposanto, Antonella Baldini. La signora deve andare al pronto soccorso. Ma dentro al palazzetto dello sport di Mirandola — dove Mario Monti arriva in una sera di nebbia fitta — non sembrano esserci contestatori. Un migliaio di persone, arrivate dalla provincia e anche da fuori. Il premier uscente dichiara il proprio imbarazzo, nel pronunciare le parole «campagna elettorale». «Mi vengono i brividi, a usare questi termini». Ma ha deciso di fare qui, fra i terremotati, il suo primo incontro come aspirante premier non candidato.
Non è facile venire a chiedere voti qui, dove migliaia di persone non sono ancora riuscite a rientrare in casa. Mario Monti affronta il suo primo comizio come fosse una lezione. «Il terremoto emiliano si è verificato durante il terremoto finanziario. Altri Stati hanno dovuto tagliare gli stipendi statali del 30%, in Grecia c’è chi taglia alberi o brucia i mobili per riscaldarsi… ». Dalla gradinata, una prima contestazione. Non urla, la signora Cristiana Meglioli, artigiana di 41 anni, da Casalgrande. «Guardi, presidente, che i mobili li dovremo bruciare anche qui, per scaldarci. Con le tasse al 68%, non abbiamo futuro. Abbassate i vostri stipendi. Io mangerò pane e cipolla ma difenderò la mia dignità, non come voi che avete caviale e champagne… Siete qui a fare promesse per avere le solite crocette sulle schede».
Mario Monti ringrazia, dice che vuole spiegare. Un altro signore si alza e chiede come sia possibile «buttare miliardi al Monte dei Paschi ». Ringrazia ancora, il premier, e dice che «alla banca di Siena i soldi saranno prestati, non regalati » e che finora non è stato da-
to 1 euro mentre per i terremotati sono stati erogati 6 miliardi e altri 6 arriveranno. «Ma non è stato facile avere un forte contributo dall’Europa, dopo gli scandali dell’Abruzzo. Queste notizie sono arrivate anche a Bruxelles». Sembra non avere paura. Il viaggio era iniziato a Carpi, al museo del deportato politico e razziale. C’era stata una sosta a Fossoli, al campo di concentramento da cui 5.000 ebrei furono portati ai campi di sterminio. Tutto deciso soltanto due giorni fa, quando i Comuni hanno avuto notizia dell’improvvisa visita. L’obiettivo era chiaro: ricordare la Shoah nel giorno della memoria e poi continuare il viaggio, senza paura dei fischi, per dire che «anche il terremoto, provocato non dalla perversione umana ma dalla natura, ha bisogno di memoria. Io sono qui, e con me i candidati di questi paesi. Non come altri partiti (il Pd, ndr) che non hanno candidato nessuno di queste terre «.
Fuori dal palazzetto, i contestatori sono divisi in due gruppi. Da una parte il Sisma.12, dall’altra 27 consiglieri del Pdl, di diversi Comuni, dietro uno striscione che recita: «Soldi alle banche sì, ai terremotati no». «Vergogna», gridano gli altri. «Avete anche un cartello con scritto: “La Bassa come l’Aquila”. Ma lo sapete cosa avete combinato in Abruzzo?». Mario Monti, una mano in tasca, sguardo sulla platea come se aspettasse le domande degli studenti, fa anche un «lapsus». Ricorda il «predecessore che ha gettato la spugna» e poi riferendosi ancora Berlusconi parla di lui come «il successore ». «E’ un lapsus terribile», si corregge subito. «Dipende anche da voi evitare tutto questo».
Entra nei dettagli. Dice che «chiedere interessi sui mutui che sono stati differiti è assurdo, e anche sollecitare i pagamenti del canone Rai per le case distrutte». Alla fine solo applausi. Chi era contro, è stato mandato via dal freddo e dalla nebbia.
Da La Repubblica