attualità, politica italiana

Non chiedete al Pd di inseguirlo, di Stefano Menichini

Neanche il tempo per Berlusconi di completare l’esternazione sulle sue “proposte shock”, e subito tutti girano lo sguardo verso il Pd con l’interrogativo espresso o inespresso: «E ora come rispondete?». Domanda alla quale fa di solito seguito una serie fitta di critiche, in genere contraddittorie fra loro: non dovete dare corda alle sparate di quell’uomo; siete troppo mosci; sbagliate a demonizzarlo; gli avete lasciato il centro della scena; non fate proposte altrettanto forti; dovete distinguervi per serietà; non inseguitelo; inseguitelo.
Premere sui democratici perché in questa campagna elettorale facciano di più e meglio è giusto. Qualche segnale interessante da questo punto di vista c’è, come conferma la notizia data ieri in rete da Europa sui prossimi appuntamenti comuni di Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
Pretendere che essi regolino la propria marcia sulle uscite di Berlusconi è invece un grossolano errore, dovuto alla solita ansia tipica dell’elettorato progressista di cui abbiamo già scritto (senza alcuna speranza di placarla). Oltre tutto, come s’è visto ieri sul “condono tombale”, non fai in tempo a contestare una sparata del Cavaliere che lui l’ha già smentita.
In ogni caso, il problema è che chiedere al Pd di arginare l’esondazione berlusconiana è questa volta del tutto inutile. Diversamente dalle elezioni dal 2001 a oggi, ci sono altre forze in campo oltre a centrosinistra e centrodestra. E due di esse – le liste Monti e Cinquestelle – sono molto più adiacenti di quanto sia il Pd all’elettorato al quale si rivolge Berlusconi.
È una verità, amara ma è la verità: gli italiani entrati nel mirino del Pdl non considereranno mai Bersani un’alternativa. Ed è molto improbabile che siano sensibili alle controproposte o alle critiche che possono venire da sinistra, anche per una serie di scelte fatte dallo stesso Pd (direi che in proposito fu definitiva la replica che dovette beccarsi Renzi durante le primarie quando disse di volersi rivolgere anche ai berlusconiani delusi).
La competizione elettorale su quella fascia di popolazione, che Berlusconi ha individuato con precisione millimetrica, riguarda quasi solo Grillo e Monti.
Con quest’ultimo s’è accesa ieri una disputa violenta. Grillo, bontà sua, continua a essere equanime nelle sue sfuriate contro gli avversari. Ma manca tanto alla data del voto, venti giorni: sapremo presto se anche M5S ha una sua flessibilità tattica.
da Europaquotidiano.it