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Bersani: "Costruiamo un sogno che abbia le gambe per camminare"

“L’Italia è una parola bellissima e molto molto difficile, perchè sta vivendo acutamente l’incrocio tra crisi sociale e crisi democratica. La democrazia o si rinnova con queste elezioni, o diversamente dovrà arrendersi ad essere un simulacro di se stesso, e quindi cedere al populismo”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani, chiudendo il seminario del PD sulle Parole dell’Italia giusta. “Siamo effettivamente di fronte a questo dilemma – ha aggiunto il leader democratico – un dilemma che prende corpo dentro una crisi sociale inedita che se non risolta può veicolare un’involuzione distruttiva”.

Oggi ribadiamo che la politica ha qualcosa a che fare con il pensiero, e lo dobbiamo fare testardamente, perchè è in controtendenza. Questo Paese ha assolutamente bisogno che le forze intellettuali si sentano in campo con un pensiero critico e un’ispirazione civica oggi e domani perchè c’è ricostruzione da fare che non è solo economica”.

Ha chiarito il Segretario democratico: “Quando noi diciamo prima di tutto l’Italia, questo ‘risuona’ e si sente. Perchè noi non possiamo inseguire la demagogia, che è un insulto all’Italia. E noi vogliamo bene all’Italia, non accettiamo che sia insultata, perchè gli Italiani sono persone intelligenti, e devono essere rispettati, dobbiamo rivolgerci al cuore e testa degli italiani, non alla pancia. Sono giornate che lasciano allibiti – ha proseguito – i problemi sono troppo seri, Questo qua dice 4 milioni di posti di lavoro… mentre aspettiamo ancora il primo milione… è veramente inaccettabile.

Bersani ha denunciato i disastrosi risultati del governo del centrodestra in questi ultimi dieci anni. “A noi è scomparso sia l’orizzonte europeo che quello nazionale. Siamo in un’assenza drammatica di credibilità delle prospettive. Bisogna ricostruire, e tracciare di nuovo la strada, uscendo dal dilemma tra tecnocrazia e populismi, senza lasciare in mano a loro le parole d’ordine. Arriverà il momento in cui dovremo decidere se andare verso gli Stati uniti d’Europa o tornare a 50 anni fa. Non possiamo lasciare passare delle idee velenose. E per noi il progetto si chiama Stati Uniti d’Europa”.

Chiudendo il seminario Bersani ha tuonato contro chi trova ragioni che giustificano il calo di circa 60mila studenti universitari: “Adesso sento addirittura delle teorie per cui se ci sono meno iscrizioni all’università, questo non è poi un cattivo segnale. Ma io voglio dire che la parola opportunità è una parola bella, ma viene distrutta se non ci metti dentro l’uguaglianza. Perchè chi non si iscrive all’università è perchè non ha i soldi, non perchè non coglie l’opportunità. Dobbiamo risalire la corrente della disuguaglianza come i salmoni e agganciarla perchè la forbice si è allargata e si rilegittima la politica accorciando la forbice della disuguaglianza, altrimenti la politica resta nel discredito”.

Bersani ha concluso incoraggiando la platea: “Dobbiamo guardare oltre la prospettiva del governo, a noi tocca indicare un sogno che abbia le gambe per camminare e questo – ha spiegato – vale anche per quanto riguarda l’organizzazione della politica, che deve puntare sulla partecipazione. Il sistema della personalizzazione è diventato contagioso noi siamo chiamati ad essere alternativi a questo sistema”.

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Le parole dell’Italia Giusta sono: diritti, libertà, pubblico, economia, scienza, differenza, legalità, lavoro, moralità, fraternità, cultura, Europa, civismo. Al seminario sono intervenuti: Gianni Cuperlo (Uguaglianza), Nadia Urbinati (Civismo), Alberto Melloni (Economia), Pietro Modiano (Differenza), Ritanna Armeni (Pubblico), Stefano Rodotà (Lavoro), Chiara Di Domenico (Fraternità), Gad Lerner (Europa), Massimo D’Alema (Diritti), Chiara Saraceno (Legalità), Walter Veltroni (Libertà), Hela Aloulou Ep Belkhodja (Globale), Adriano Sofri (Cultura), Philippe Daverio (Scienza), Elena Cattaneo (Potere), Mauro Magatti (Moralità), Pierluigi Castagnetti. Ha condotto il seminario, Corradino Mineo