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Un ballo in piazza contro la violenza “Così noi donne diciamo basta”, di Francesca Caferri

È uno dei volti più noti della world music mondiale, uno dei volti più noti dello show business in Europa e negli Stati Uniti. La fama la deve al suo talento e anche alla sua famiglia: suo padre era il famoso musicista indiano Ravi Shankar, il più grande virtuoso di sitar degli ultimi cento anni, come scrisse la stampa a dicembre quando morì, l’ispiratore della svolta spirituale dei Beatles grazie alla sua amicizia con George Harrison. Anoushka Shankar avrebbe potuto rimanere tranquilla nella sua bella casa londinese, fra gli strumenti che le ha lasciato il padre e i tanti premi raccolti insieme a lui. Ma non ha esitato a usare la sua fama perrichiamarel’attenzionesuun problema che conosce da vicino, quello della violenza sulle donne. «Quando ero piccola, sono stata molestata da un uomo di cui i miei genitori si fidavano. Anche per questo vi chiedo di scendere in piazza e ballare contro la violenza », ha detto in un video diffuso via Internet in tutto il mondo.
Così Anoushka è diventata testimonial di “One Billion Rising”, la giornata mondiale di mobilitazione contro la violenza sulle donne organizzata da Eve Ensler, autrice dei “Monologhi della vagina”.
Milioni di donne, in tutto il mondo, oggi balleranno al ritmo di una canzone e di una coreografia messe a punto dalla stessa Ensler per urlare, senza tristezza ma con tanta energia, “no” alla violenza sulle donne.
Come è arrivata alla scelta di mettersi in gioco in prima persona?
«Dopo lo stupro di Delhi mi sono sentita triste e depressa: mio padre era morto qualche giorno prima e il mio paese era teatro di un altro crimine osceno. Poi ho visto lareazionedell’India:perlaprima volta donne e uomini in piazza a dire “no”. Ho pensato che dovevo uscire dal lutto e contribuire: un amico mi ha messo in contatto con Eve Ensler e lei mi ha chiesto di fare un video, raccontando la mia storia e spiegando perché appoggiavo questa iniziativa».
È stato difficile?
«Molto. L’ho fatto da sola, con il mio iPhone: non sarei riuscita a dire quello che ho detto di fronte ad altre persone. Ma quando la piattaforma Change.org ha adottato il mio video come strumento di sostegno alla campagna “One Billion Rising” e migliaia di persone lo hanno scaricato in tutto il mondo, sono stata molto orgogliosa».
Milioni di donne balleranno oggi: lei cosa si aspetta da questa giornata?
«Due cose. Dal punto di vista pratico, che la mobilitazione faccia
rumore, che scuota gli animi e i governi. Da quello spirituale, che tanta energia positiva riesca a sconfiggere la negatività di un fenomeno orrendo come la violenza sulle donne».
E cosa farà?
«Ballerò, naturalmente. Nel centro di Londra: e spero che ci siano moltissime persone, come spero che tantissime prendano parte anche agli eventi italiani. Mio padre, se fosse ancora vivo, sarebbe stato in piazza con me: questo lo so per certo».
Appuntamento per oggi dunque: eventi sono previsti in migliaia di città in tutto il mondo, dall’Africa agli Stati Uniti, passando per l’India appunto. E anche in Italia, in tutte le città principali e con una sorpresa dell’ultimo minuto: stasera si ballerà al grido di “One Billion rising” anche sul palco di Sanremo.

La Repubblica 14.02.13