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Fuga dai test di medicina e architettura “La prova a luglio fa crollare le iscrizioni”, di Corrado Zunino

Gli studenti italiani, in attesa di maturarsi, già sono scappati dai test d’accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, da quest’anno previste subito dopo l’esame di Stato. Per la prima volta dalla sua introduzione (1990), gli iscritti alla prova selettiva di Medicina sono in calo, in netto calo. Ad Architettura, addirittura, a un giorno dalla chiusura delle iscrizioni le richieste sono in media la metà certificando un crollo del 60 per cento all’Università Tor Vergata di Roma (dove Ingegneria edile, anche lei a numero programmato, registra domande inferiori del 72 per cento rispetto al 2012).
È una diserzione, più che una crisi: la fuga dal test. Certo, si possono trovare spiegazioni in ragionamenti fatti sul futuro: un dipartimento è a numero chiuso perché ci sono troppi laureati in quella specialità in giro per l’Italia, e quindi poco lavoro disponibile. L’architettura, da noi, è un mestiere inflazionato e sottopagato. Ma in realtà il
test flop ha ragioni più contingenti, legate al recente “bonus maturità”, l’ultima legge del penultimo ministro, Francesco Profumo. Oltre ad offrire una possibilità (un bonus) a chi si diplomerà bene (da 4 a 10 punti da far valere per il test d’accesso valutato in tutto 100), la novità profumiana ha provato a raccordare
gli atenei italiani sugli orologi europei e anglosassoni, a stroncare il mercato della preparazione in nero sui test, a offrire una seconda possibilità a chi la prova selettiva non l’avrebbe superata. Per realizzare tutto questo le risposte a quiz di quest’anno sono state anticipate da inizio settembre al 23-25 luglio.
Presto le nuove date si sono mostrate problematiche. Per diversi studenti gli orali di maturità finiscono a luglio inoltrato e lo sforzo richiesto per affrontare dopo
pochi giorni le prove di accesso sono apparse eccessive. A giugno molti maturandi — ancora immersi nello studio per l’esame di Stato — non hanno le idee chiare sul loro futuro, chiedono un mese di distrazione prima di scegliere. E invece domani si chiudono le iscrizioni alle facoltà a numero chiuso. Gli stessi atenei, che nelle ultime stagioni stanno provando a fare orientamento con largo anticipo presentando la loro offerta direttamente nei licei e negli istituti tecnici, quest’anno hanno dovuto organizzare l’accoglienza in tempi strettissimi: sono rimaste libere giusto le poche ore tra la fine della maturità e l’inizio dei test d’accesso.
Il rettore della Sapienza, l’università più grande d’Europa, già ha chiesto un congelamento del “bonus Maturità”: «L’anticipo delle prove», ha detto Luigi Frati, «in assenza di adeguata informazione ha fatto sì che vi sia un’insufficienza di domande e poi ad Architettura, in tutta Italia, ci sono meno iscritti dei posti programmati». Questa novità appare grottesca per un test che fino all’anno scorso selezionava un aspirante architetto ogni sei, uno ogni undici a Medicina. Il giorno dopo la Conferenza dei rettori ha ribadito il concetto — poche domande quest’anno — e la richiesta: fermiamo il pacchetto “bonus maturità”.
Per ora, a un giorno dalla chiusura iscrizioni, la fotografia illustra un meno 30 per cento al Politecnico di Milano (Architettura), meno 45 per cento a Medicina di Modena-Reggio, meno 66 per cento a Sassari. Alla D’Annunzio (Chieti-Pescara) martedì scorso si registrava un crollo dell’80 per cento. E poi si conta un numero di partecipanti inferiore ai posti disponibili al dipartimento di Ingegneria edile a Pavia, all’Architettura di Tor Vergata. E se, d’altra parte, le ultime ore di iscrizione sono sempre quelle più affollate, va detto che molti si segnano e poi non pagano: il 14 giugno, quindi, potremmo avere numeri peggiori.
Il neoministro Maria Chiara Carrozza segue preoccupata la situazione. Ha già detto che interverrà sul bonus maturità e, in particolare, a fine settimana rivedrà il meccanismo dei punteggi riducendo l’impatto del voto dell’esame di Stato rispetto alla valutazione del test. Con un decreto ministeriale probabilmente si dimezzeranno i “bonus” (oggi fissati, appunto, tra 4 e 10). Ma al ministero stanno valutando anche le date dei test.

La Repubblica 06.06.13