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Epifani: "Il governo fornisca le cifre e il Pdl non tiri la corda", di Carlo Fusi

Il punto di non ritorno su Iva e Imu sembra ad un millimetro. Il Pdl preme come un forsennato, per ultimo per bocca del vicepremier Alfano; il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, avverte che, allo stato, i soldi non ci sono. Ed Epifani che dice? Il Pd da che parte sta? Da questa: «Palazzo Chigi spieghi una volta per tutte qual è la cifra a disposizione e poi faccia le sue scelte. Al governo dico anche di accelerare i tempi di attuazione per la cassa integrazione in deroga. Vale anche per la restituzione dei crediti alle imprese: con la crisi attuale, far passare troppo tempo è un assoluto controsenso».
E l`Imu? E l`aumento dell`Iva? Si fanno o no?
«Non mi piace come questa discussione si sta facendo. Capisco che la situazione è peggiore di quella prevista: basta vedere i dati della produzione industriale. Ma c`è un punto dal quale non si sfugge: voglio sapere dal governo quali sono le somme disponibili. E` la prima cosa che il governo deve dire: e non al Pd ma al Paese».
Scusi segretario se è per questo il ministro Saccomanni è già stato chiaro: risorse non ce ne sono. Dunque?
«Io voglio sapere come stanno le cose da tutto il governo. Voglio sapere se Saccomanni parla a nome del governo. Quali sono realmente le cifre a disposizione. Se non sappiamo questo, non capisco che discussione si può fare»
Insisto: il vicepremier Alfano e tutto il Pdl insistono per togliere l`Imu e non far scattare l`Iva. Sì o no?
«Non mi piace che ci sia qualcuno che sostiene il governo e qualcun`altro che fa l`opposizione. Questo film l`abbiamo già visto nella fase finale del governo Monti e non vogliamo replay. No a due parti in commedia. E per essere chiari aggiungo: anch’io non voglio che aumenti l`Iva perché si scarica sui commercianti. Voglio che l`Imu sia tolta per le fasce medio-basse e che ci sia un pacchetto forte di risorse per l`occupazione giovanile. Non esiste un partito della spesa e uno delle tasse. Per questo dico al governo: dica le cifre e poi faccia una scelta unitaria, non che isoli un problema rispetto all`altro. E, sempre unitariamente e non con chi tira da un parte e chi dall`altra, motivi di fronte al Paese le sue scelte».
Lei chiede chiarezza di cifre. Ma intanto proprio sulle cifre c`è un balletto che non si ferma: pare che servano otto miliardi o giù di lì. Ma per averli bisogna tagliare la spesa. Dove?
«Guardi, quando Saccomanni dice che per ridurre le tasse ne deve mettere altre capisco cosa intenda dire, ma insisto: bisogna conoscere Le risorse a disposizione. E poi fare le scelte. Il resto è propaganda. Bisogna
spiegare alla gente perché fai così. E` quello che chiedo al governo».
Lo chiede al governo o al Pdl?
«A tutti. Il governo deve avere più collegialità, il Pdl non speculi. Servono decisioni che siano spiegabili al Paese, ai cittadini. Diciamolo con chiarezza, anche rispetto alle richieste che facciamo all`Europa: esiste un evidente scarto tra la gravità dei problemi sociali ed economici, basta girare un pò l`Italia per capirlo, e le disponibilità economiche per affrontare le emergenze. E` questo il guaio in cui siamo».
Questo lo sanno tutti, è la premessa su cui il governo è nato. E il resto?
«Mi faccia dire che siamo prigionieri di noi stessi. Chi ha preso l`impegno con Bruxelles per il pareggio di bilancio? Berlusconi. Chi ha preparato l`intesa sempre con Bruxelles sul fiscal compact? Sempre Berlusconi. Poi è arrivato Monti. L`Europa non c`è dubbio che debba cambiare politica».
Ma il Pd ce l`ha una proposta choc, per esempio sul lavoro?
«Le priorità sono investimenti ed occupazione giovanile. Choc? Si può utilizzare tutta la riprogrammazione dei fondi europei per favorire il lavoro dei giovani e aggiungere anche altre somme in questa direzione».
Cifre? Lei le chiede al governo: dica le sue su questo.
«Sette-otto miliardi».
Al dunque il governo rischia?
«Per quel che ci riguarda no. Continuiamo a sostenerlo anche avendo le antenne alzate: ci ricordiamo come finì il governo Monti. Lo dico gentilmente al Pdl: c`è un limite oltre il quale non si può andare».

Il Messaggero 15.06.13