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“E ora i Cinquestelle il «vaffa» se lo dicono tra loro…”, di Andrea Carugati

C’era una volta il «Vaffa» destinato alla Casta, a Pd e Pdl, ai giornalisti e a tutti i nemici veri o presunti del Movimento 5 stelle. Quel grido era partito da piazza Maggiore a Bologna l’8 settembre del lontano 2007 e ieri, per la prima volta in pubblico, si è sprigionato dentro lo stesso movimento.

L’autrice è Laura Bottici, pugnace questore del Senato, considerata uno dei falchi. Ma il messaggio, appunto il «Vaffa» destinato ai colleghi «aperturisti», «dialoganti», o comunque più morbidi, è stato prontamente rilanciato via Facebook da Claudio Messora, responsabile della comunicazione dei grillini al Senato.

Ecco il Bottici pensiero: «Oggi abbiamo un governo Pd che protegge il pregiudicato Berlusconi in accordo con il Pdl e alcuni senatori del M5S escono sui giornali affermando che sarebbero disposti ad appoggiare un governo Letta bis per fare la legge elettorale nuova…». «Pensate veramente che il Pd possa ascoltare i vostri consigli? Se le risposte sono positive vi invito a unirvi a loro e trasferire il virus della buona politica anche a loro, per il resto vaffanculo…».

Una chiosa decisamente poco consona a una signora elegante quale è la Bottici, ma tant’è. Casus belli, se così si può dire, le parole del senatore Luis Alberto Orellana, già candidato dei grillini alla presidenza del Senato. «Ora credo sia necessario dialogare con tutte le forze politiche», ha detto ieri Orellana al Corriere, in un’intervista in cui sposa la linea dei frondisti: «Non siamo soldatini di Grillo. Non si può tornare al voto con il Porcellum, facciamo un referendum tra i militanti».

Una tesi che ha già visto schierati alcuni parlamentari, tra cui Lorenzo Battista, Francesco Campanella e Francesco Molinari. Ieri la discussione si è nuovamente arroventata. «Esprimi il tuo punto di vista? Ti sfanculano», si sfoga su Facebook il deputato Alessio Tacconi. Che aggiunge: «Io sto con Luis Orellana per un paese migliore. Gli altri continuino la campagna elettorale». Mentre Tancredi Turco si schiera contro la filastrocca di Paola Taverna, postata alcuni giorni fa sul blog di Grillo e destinata sempre ai dialoganti: «Perché non ve ne andata felici e contenti?». Ecco la replica di Turco: «La trovo inutilmente offensiva e spero che si torni il prima possibile a fare squadra invece che insultarsi a vicenda. Credo non convenga a nessuno che ci siano altre fuoriuscite».

E il punto è proprio questo.Il clima di queste ore disegna un ritorno ai giorni di roventi di giugno, quando fu espulsa Adele Gambaro (rea di aver criticato Grillo per il flop alle amministrative) e tra i grillini impazzava il tema della scissione. In queste ore sembra riapparire la conta tra i fedelissimi e le colombe, sempre meno inclini al silenzio. Sui social network anche i commenti sono divisi in due, tra chi esulta per i «vaffa» e chi invita a fare squadra.

Ma il Capo sta preparando una campagna d’autunno molto aggressiva e non intende tollerare altre voci fuori dal coro. «Sono stanco di essere gandhiano », ha scritto ieri sul suo blog, e di «osservare leggi fatte per favorire i delinquenti ». «Sono stanco di farmi prendere per il culo da questi incapaci, spocchiosi, intellettualmente depravati che hanno distrutto l’Italia. Sono stanco, ma di quella stanchezza che matura un’ incazzatura formidabile».

Sembra il preludio di un’ulteriore svolta. Che potrebbe partire dalla piazze convocate per il 7 e 8 settembre, i giorni in cui la Camera voterà la riforma dell’articolo 138 della Costituzione. A luglio i grillini avevano fatto un duro ostruzionismo contro il cambio della Costituzione. Lanciando una manifestazione per settembre. Ma l’idea è stata derubricata a una serie di banchetti in giro per l’Italia.

Grillo intanto sfoga la sua rabbia contro l’accensione dell’inceneritore di Parma. «Chi mangerà in futuro parmigiano e prosciutti imbottiti di diossina?». Parole che suscitano l’imbarazzo del sindaco grillino di Parma Pizzarotti: «L’impegno sarà quello di controllare in modo sistematico le emissioni prodotte dall’inceneritore, al fine di tutelare la salute delle persone ed i prodotti della nostra terra».

Reagisce anche il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo: «Grillo è un incosciente, le sue affermazioni sulla Food Valley e su due dei principali prodotti del Made in Italy come il Parmigiano reggiano e il Prosciutto di Parma sono gravissime e prive di ogni fondamento». Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai parla di un «atto di terrorismo nei confronti dei consumatori, originato da affermazioni gratuite e prive di qualsiasi fondamento scientifico».

L’Unità 31.08.13