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“Maturità, al Sud i voti più generosi”, di Leonard Berberi

Le polemiche, attese, non sono mancate. Le curiosità nemmeno. Così come le conferme, stavolta supportate da migliaia di informazioni. La prima, su tutte: al Sud è molto più «facile» diplomarsi con un voto alto. Altissimo, in certi casi. E se non ci fosse stato quel vincolo dell’«ottantesimo percentile» — aggiunto dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza — forse ora avremmo migliaia di studenti del Mezzogiorno con in tasca già 8, 9, 10 punti di bonus ancora prima di effettuare il test d’ammissione all’università. Staccando così i colleghi del Nord che da tempo accusano di essere penalizzati dal punteggio finale perché al Settentrione «le commissioni danno voti più bassi». La preoccupazione è legittima. Due o tre punti in più alla prova d’ingresso nelle facoltà a numero chiuso potrebbero far avanzare nella graduatoria finale anche di mille o duemila posti.
A confermare il divario sul voto del diploma tra i due estremi geografici dell’Italia — dopo le indagini e i risultati Invalsi — sono i dati pubblicati ieri dal ministero dell’Istruzione sul sito www.universitaly.it che tengono conto di tutti i voti della Maturità 2012/2013. Migliaia di tabelle, suddivise per provincia, scuola, commissione e tipologia di diploma che dicono alle aspiranti matricole se avranno diritto o no al «bonus maturità». Sono quei punti extra (da uno a dieci) da sommare a quelli che gli studenti — circa 115 mila — otterranno nei test d’ingresso in calendario la prossima settimana. Per avere diritto al «bonus» bisogna essersi diplomati con almeno 80/100 e, allo stesso tempo, rientrare nel 20% dei voti migliori assegnati dalla commissione d’esame.
Le tabelle del Miur, quindi. Spiegano, indirettamente, che più è alto il voto minimo per accedere al sistema dei «bonus», più le commissioni d’esame sono state di «manica larga». Così, leggendole, si scopre che se a Milano, a livello provinciale, si accede al «bonus maturità» con almeno 87 (per i diplomi al liceo classico) e 84 (allo scientifico), più giù, a Catanzaro, si prendono «bonus» soltanto se diplomati con, rispettivamente, 97 e 96. Dieci e dodici punti di differenza. Nella provincia di Bari servono almeno 97 (classico) e 94 (scientifico). Va peggio — o meglio, a seconda dei punti di vista — a Brindisi, Crotone, Vibo Valentia ed Enna: qui il «bonus» al classico è previsto soltanto per chi si è diplomato addirittura con 100, il massimo. Risultati che spiegherebbero, ancora una volta, come al Sud le commissioni abbiano dato a tanti maturandi voti altissimi.
Il «bonus», in realtà, scontenta anche per le distorsioni. Tanto che, a parità di diploma e di scuola, uno guadagna punti, l’altro no. Bisogna spulciare tra le tabelle dei singoli istituti per scoprire le differenze. Il sito skuola.net, per esempio, ha notato che al liceo scientifico «Avogadro» di Roma uno studente della sezione C diplomato con 93/100 non ha diritto a nessun punto extra da sommare al risultato del test universitario perché capitato in una commissione che, mediamente, ha attribuito punteggi elevati. L’esatto opposto di quello che succede a un suo compagno della sezione F che, con lo stesso risultato, ha diritto a sei punti di vantaggio. Stessa storia, ma destini diversi, per chi si è diplomato con 82 al liceo scientifico «Cremona» di Milano: chi è stato interrogato dalla 43esima commissione ora può aggiungere al test universitario un altro punto. Chi, invece, ha avuto lo stesso voto, ma con la 44esima commissione, non prende nulla. Il minimo per accedere al bonus, in quest’ultimo caso, è 90.
Il sistema non piace del tutto anche al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. «La votazione non è omogenea — ha spiegato — perché ci sono scuole in cui è più facile prendere voti alti. È complicato, poi, avere un metodo obiettivo per equiparare le valutazioni tra gli istituti perché le commissioni sono diverse».
Nel frattempo, mentre c’è anche chi pensa di fare ricorso al Tar, la prossima settimana si parte con i test universitari. Martedì tocca agli aspiranti veterinari (10.812 iscritti). Il giorno dopo alle professioni sanitarie. Quindi il 9 a Medicina e Odontoiatria, il 10 ad Architettura.

Il Corriere della Sera 31.08.13