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“Allarme per l’occupazione: la Cig diventa mobilità”, di Luigina Venturelli

All’inizio della crisi, quando migliaia e migliaia di aziende hanno iniziato a chiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti, si sperava fosse solo per qualche mese, abbastanza da superare il calo degli ordini di mercato. Poi i mesi sono diventati anni, e la cig da ordinaria si è trasformata in straordinaria, causa ristrutturazione e riorganizzazione. Adesso però, ad ormai cinque anni dallo scoppio della recessione, la cassa integrazione si è fatta ormai sussidio di disoccupazione per moltissimi lavoratori.
È quanto ci dicono gli ultimi dati forniti dall’Inps sugli ammortizzatori sociali relativi a settembre 2013: gli strumenti per supportare chi perde il proprio posto si stanno pian piano esaurendo, e le politiche di ricollocamento dei dipendenti in esubero non stanno minimamente compensando i tagli occupazionali in corso.
Certo, le ore di cig complessivamente autorizzate sono state 85,2 milioni, in calo dell’1,3% rispetto allo stesse mese del 2012, ma non si tratta di una contrazione significativa. Ad essere significativa, piuttosto, è la diversa composizione delle misure di sostegno richieste: quella ordinaria è diminuita del 3,7%, con crolli dell’8% nel settore industria e del 14,7% nell’edilizia, mentre quella straordinaria, con 36 milioni di ore autorizzate a settembre 2013, ha registrato un incremento del 46,8% rispetto allo stesso mese dell’anno prece- dente. Infine, le ore di casa integrazione in deroga sono state 17,4 milioni, con un decremento del 39,5%.
Il dato più allarmante, però, è relativo agli ammortizzatori di ultima spiaggia, visto che tra l’inizio dell’anno ed agosto sono state presentate oltre un milione e 214mila domande di mobilità e disoccupazione, con un aumento del 22,3% rispetto alle 993mila del corrispondente periodo dell’anno scorso. nel corrispondente periodo del 2012.
L’ALLARME DI CGIL, CISL E UIL
Inevitabile, dunque, la reazione allarmata delle organizzazioni sindacali, che da tempo avevano previsto la situazione. «Anche quest’anno supereremo il miliardo di ore di cig richieste. La flessione registrata sottende soprattutto un progressivo passaggio verso la disoccupazione, nonchè un carattere sempre più strutturale della crisi» com- menta il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada. «Il tutto mentre l’ennesima flessione della cassa in deroga ci dice che sono ancora centinaia di migliaia i lavoratori di aziende in crisi che non stanno percependo alcun sostegno al reddito». Insomma, sono evidenti le urgenze a cui la politica dovrà fra fronte con la prossima legge di Sta- bilità, «a partire da un adeguato finanziamento della deroga per ciò che resta del 2013 e per tutto il prossimo anno», fino ad interventi per «sostenere e rilanciare i contratti di solidarietà, co- me strumento vitale per sostenere il reddito e redistribuire il lavoro» e, soprattutto, conclude la dirigente della Cgil, a politiche per «tentare di inverti- re il trend della crisi con» con «azioni per la redistribuzione del reddito e per alleggerire il prelievo sul lavoro e sulle pensioni».
Sugli stessi toni anche Luigi Sbarra della Cisl, che parla di «una transizione verso crisi più strutturali, o addirittura verso la disoccupazione». Per questo il governo «deve mettere il lavoro al primo posto, dando risposte ad una situazione occupazionale sempre più critca, a partire dal rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga, ad evitare lo stillicidio nei finanziamenti che ha caratterizzato l’anno in corso». Ma soprattutto, «perché il lavoro cresca, sia durevole e di qualità c’è bisogno che riprenda l’economia del Paese lavoran- do su due direttrici: ridare fiato ai consumi e incoraggiare gli investimenti. A tal fine per la Cisl sono decisive le politi- che fiscali, le politiche industriali, l’efficienza della spesa pubblica». nel frattempo, sottolinea Sbarra, «si deve mettere finalmente mano al sistema delle politiche attive di ricollocazione».
Anche per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, «si conferma ciò che si temeva: il passaggio per molti lavoratori dalla cassa integrazione, spesso quella in deroga, alla vera e propria disoccupazione. Rimane assente, per oltre 1,2 milioni di persone che han- no perso il lavoro, qualsiasi azione per una loro ricollocazione». Le tre confederazioni concordano: «È necessario un salto di qualità che ridia fiato ad un’economia sempre in forte difficoltà, iniziando da un concreto sostegno fiscale al reddito di chi lavora».

L’Unità 08.10.13

L’Unità 08.10.13