attualità, politica italiana

“Grillo, Casaleggio e la malapolitica”, di Curzio Maltese

Per una volta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio possiamo dire soltanto grazie. Con il loro post, ormai giustamente famoso, sul reato di clandestinità i fondatori del movimento 5 stelle hanno infatti disvelato i meccanismi della disastrosa Seconda Repubblica e della mala politica italiana molto meglio che in centinaia di comizi. Trattandosi di persone geniali, sono bastate loro due righe.

Se avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità durante le elezioni, avremmo preso percentuali da prefisso telefonico». La traduzione del Casaleggio pensiero è meravigliosamente semplice e suona così. «Noi non crediamo in nulla, non abbiamo principi, non siamo né di destra né di sinistra, come del resto abbiamo sempre detto, e non vogliamo cambiare nulla. Diciamo soltanto quello che la gente vuol sentirsi dire in quel preciso momento, per ottenere voti e consenso e poterci di conseguenza fare gli affari nostri, acquistare potere e piazzare chi vogliamo in Parlamento e ovunque. Col tempo faremo eleggere i figli in regione e le fidanzate alla Camera o alla Rai. Come prima di noi hanno fatto Bossi, Berlusconi e Di Pietro. E noi che siamo, più fessi? Il programma non c’entra niente. Sull’immigrazione (e su molto altro) non c’è neppure una parola. S’intende che se e quando la gente cambierà idea, lo faremo anche noi, secondo convenienza. L’abbiamo appena fatto sull’indulto, che invocavamo due anni fa, e sulla legge elettorale. Quando sei sempre d’accordo con la maggioranza, nessuno in questo paese ti rimprovererà mai di essere incoerente. Neppure se voti con Berlusconi e con la Lega, come abbiamo rimproverato di aver fatto al Pd e continueremo, si capisce, a rimproverargli nei secoli dei secoli. Tanto l’Italia è in rovina e non saremo certo noi a risolverne i problemi. L’unica è risolvere i nostri. Chi non è d’accordo può accomodarsi alla porta, perché se “uno vale uno” è pur sempre vero che due, Grillo e Casaleggio, valgono più di tutti voi che non eravate e non sarete nessuno. Concedere libertà alla servitù è stato fatale ai nostri maestri Bossi e Berlusconi. Tranquilli, non ripeteremo l’errore. Non per nulla abbiamo fatto depositare il marchio del partito dagli avvocati. Viva la costituzione!» .
Grazie Beppe e Gianroberto, grazie ancora e, se volete, potete aggiungere altri grazie più nel vostro stile. Era ora che qualcuno spiegasse agli italiani i meccanismi che ci hanno condotto in un ventennio a un passo dal baratro, guidati da una classe dirigente, si fa per dire, formata da capipopolo tanto popolari quanto cinici, cialtroni, reazionari e ignoranti. Grillo e Casaleggio sono soltanto gli ultimi della lunga serie. Proprio per questo, qualche speranza esiste. In fondo se si sono ribellati al padrone i leghisti e ora perfino i cortigiani di Berlusconi, forse possono farcela anche i parlamentari grillini. Magari non Crimi, ma quelli intelligenti sì. Senza contare il luminoso esempio del Pd, che continua a far fuori un leader all’anno e ora sta volando nei sondaggi con un citofono al posto del segretario. I capi che hanno sempre ragione non hanno mai portato fortuna all’Italia. Per finire, non è il caso comunque che Grillo e Casaleggio inseriscano la pena di morte nel prossimo programma elettorale. Per i clandestini in fuga dalle guerre esiste già. In Usa negli ultimi trent’anni sono morti meno assassini di quanti innocenti siano morti questa settimana nel canale di Sicilia.

La Repubblica 12.10.13