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“Legge elettorale, Pd per il doppio turno”, di Silvio Buzzanca

Il Pd vuole una legge elettorale a doppio turno. Magari alla francese. In subordine potrebbe andare bene anche il sistema a doppio turno di coalizione proposto da Luciano Violante e Roberto D’Alimonte. Scelta netta, precisa che Luigi Zanda ha illustrato ieri pomeriggio alla commissione Affari costituzionale del Senato. Presa di posizione che stoppa, per il momento, la marcia del modello spagnolo su cui hanno lavorato i due relatori Donato Bruno, Pdl, e Doris Lo Moro del Pd.
Una mossa che rimette tutto in discussione e si scontra con la contrarietà del Pdl. Ma si interseca anche con la vita del governo e il dibattito interno al Pd. Perché da un lato viene letta come un tentativo di Letta di evitare il varo di una norma provvisoria e di legare la nuova legge alle riforme. Portando Alfano e i suoi sul doppio turno. E dall’altra parte sembra una risposta all’offensiva di Matteo Renzi sulla legge elettorale basata sulla proposta di adottare a livello nazionale il sistema dei comuni.
«Il Pd è per il doppio turno. Io preferirei che si procedesse sul sistema francese». E’ questa la posizione unitaria del Pd, espressa dall’assemblea del partito, in due assemblee dei senatori e con due identici disegni di legge presentati alla Camera e al Senato. Questo è quanto ho voluto rendere esplicito in commissione », racconta così il capogruppo democratico a Palazzo Madama.
Zanda sa bene però che, visti i rapporti di forza al Senato, si deve cercare una mediazione. E allora dice che «in subordine, si potrebbe esaminare il doppio turno di coalizione proposto da D’Alimonte e Violante». Tenendo conto, conclude che «è necessario che la commissione tenga presente che comunque il 3 dicembre la Corte costituzionale potrebbe decidere sull’incostituzionalità totale o parziale della Legge Calderoli», Parole e precisazioni raccolte davanti alla sala vuota della commissione. Il grosso della stampa è raccolta al piano superiore di Piazza Madama ad ascoltare un torrenziale Beppe Grillo. Che fra tante cose, alla fine ammette che vuole andare al voto subito e con il Porcellum. Bisogna votare «il prima possibile — dice il leader dei Cinque stelle — dobbiamo andare al voto, se gli italiani vogliono ancora un governo così allora non siamo pronti a questo paese».
Dunque Grillo ha voglia di elezioni. «Perché «abbiamo una probabilità di vincerle, andiamo con qualsiasi legge», ripete. Ma, minaccia, «se perdiamo le elezioni non ho assolutamente più voglia di continuare. Ma voglio la prova».
Il progetto per il futuro però non c’è ancora. Per il momento bisogna accontentarsi di una promessa: «Ascolteremo gli specialisti di legge elettorale e poi faremo una nostra proposta, ma la legge elettorale deve entrare in Costituzione, così almeno non cambia», Deputati e senatori grillini annuiscono convinti. Loro stanno lavorando veramente a qualcosa. Un sistema che dovrebbe essere un incrocio fra sistema spagnolo e quello svizzero elaborato dai deputati. Ma ci sono dubbi e perplessità perché il sistema è molto complesso e difficile da utilizzare per gli elettori.
In attesa di vedere la proposta grillina, la dichiarazione di Zanda raccoglie il plauso di Gianni Cuperlo. «Ha fatto bene Zanda a porre la questione del doppio turno. Su questo sistema il Pd, al di là di polemiche che ho trovato sinceramente fuori luogo, è unito. E sarebbe bene che su questo ora ci fosse un confronto serio con le altre forze politiche », dice il candidato alla segreteria. Cuperlo ha anche una sua proposta di oppio turno: «Il primo — spiega — con una soglia di sbarramento al 5%, e il secondo dove si scontrano due coalizioni con un premio di maggioranza ragionevole».

La Repubblica 29.10.13