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Convenzione Pd, sfida Cuperlo-Renzi Messaggio al governo: “Ora si cambia”

Matteo Renzi ha chiuso una Convenzione Pd in cui non sono mancati slanci e polemiche tra i candidati e messaggi netti al governo del “collega” di partito Enrico Letta. Il sindaco fiornetino ha chiuso il suo discorso, ultimo dei quattro sfidanti che hanno parlato in ordine di “piazzamento”, evocando il ‘sogno’ come cifra della sua scommessa per la segreteria. «Prima i sogni erano XXL, ora ci si sono ristretti i sogni, le ambizioni», ha spiegato chiudendo il suo intervento alla convenzione. «Noi ci candidiamo per poter dire una volta per tutte che adesso tocca a noi, non faremo quelli che aspettano e che hanno paura, che torneremo grandi a condizione di sognare tutti insieme», ha assicurato.

RENZI: NON SIAMO VOLTO PEGGIORE DELLA SINISTRA
«Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi. Lo ha detto Matteo Renzi alla convenzione del Pd. Renzi ha poi aggiunto: “Nell’Italia del 2013 è rimasto solo il Pd a restituire dignità alla parola democrazia. Ma dal 9 dicembre dobbiamo demolire la esasperazione correntizia che ci ha rovinato in questi anni…”. “Il governo deve usare le nostre idee e la nostra passione per essere più efficace nelle scelte – dice ancora Renzi -. Il Pd è l’unico soggetto che può aiutare il lavoro del governo e ridare speranza ai cittadini. Gli eletti M5S vanno sul tetto, non capendo che è al piano di sotto che si lavora. Auguro a ciascuno di voi di non rassegnarsi alla stanchezza di questo tempo. Se a questo giro sono in testa, vuol dire che Pd è davvero un partito scalabile”.

RENZI: BANCHIERI STAVOLTA NON VOTINO PER NOI
«Se alle primarie non vanno a votare i banchieri sono contento». Lo ha detto Matteo Renzi alla convenzione del Pd. «Non vengano, facciano per bene il loro lavoro, non si limitino a dare credito a chi ce l’ha e non alle famiglie», ha proseguito. Matteo Renzi ha chiesto al Pd di smettere di farsi dettare l’agenda dalla destra. «Non possiamo affrontare questa vicenda dominati dalla paura di loro, ci siamo fatti dettare l’agenda ma adesso tocca a noi raccontare con coraggio cosa vogliamo fare per l’Italia», ha spiegato alla convenzione del Pd. «Penso che purtroppo solo il Pd può salvare l’Italia. Se dall’altra parte ci fosse un partito serio la nostra responsabilità sarebbe meno grave, siamo gli unici ad aiutare il governo a fare il proprio lavoro e contemporaneamente a resistuire speranza», ha aggiunto.

RENZI, NON TEMO ‘COLPO SEGRETO’
DI SILVIO MA IL SUO DISEGNO E’ CHIARO
«Berlusconi ha preparato il colpo segreto, dice non hai paura? No a me basta il disegno chiaro, di creare un centrodestra a la carte, self service». Lo ha detto Matteo Renzi alla convenzione del Pd. «Se sei a favore di Letta voti Alfano, se sei contro voti la Santanche e con questo meccanismo tornare alle eleizoni per sconfiggere il centrosinistra», ha spiegato.

CUPERLO: INSOPPORTABILE
ATTACCARE SINDACATI E PENSIONATI
Gianni Cuperlo ha puntato il dito sulla ricetta economica e per le riforme di Matteo Renzi. «Se tra noi c’è chi pensa che la via – dopo vent’anni – sia privatizzare le ferrovie e la Rai, prelevare 4 miliardi alle pensioni lorde sopra i 3.500 euro, avere un contratto unico e abolire l’articolo 18, tenersi la riforma Fornero al netto degli esodati, sposare la flessibilità e col Sindaco d’Italia passare da un regime parlamentare a una Repubblica presidenziale, è giusto che lo dica. Ma è giusto dire – e io mi sento di dirlo qui – che quel disegno, quella visione, sono radicalmente sbagliati». «E che parlare quella lingua e proseguire su quella strada non significa chiudere il ventennio. Vuol dire riprodurlo. Magari ammodernato. Con una nuova veste. Nuova scenografia. E nuovi testimoni. Ma riprodurlo», ha assicurato. «Dire che l’Italia è ridotta così per causa dei pensionati, per colpa dei sindacati, per colpa dei partiti, non è soltanto un’affermazione sbagliata. È una dichiarazione insopportabile», ha spiegato in evidente riferimento alle parole di Davide Serra alla Leopolda.

PD: CUPERLO, SINISTRA HA SMARRITO
CANONE RIPARTIRE DA DIGNITÀ
Gianni Cuperlo ha invitato il Pd ha ritrovare il proprio ‘canone’. «Chi ama la musica sa cos’è un canone. Io non sono un esperto e provo a dirlo così: il canone è una forma, una specie di codice o matrice», ha detto nel suo intervento alla convenzione del Pd. «Ce ne sono diversi, ma uno fondamentale venne composto più o meno tre secoli fa. Da lì ha attraversato il tempo arrivando sino a noi, e con un numero di variazioni impressionante. Dall’inno nazionale russo a Questo piccolo grande amore passando per Let it be, Albachiara e Jovanotti.», ha sottolineato «Ecco, se un prezzo la sinistra ha pagato in questi anni è stato avere smarrito il nostro canone. Una regola. Pensavamo fosse vecchia. Ma le idee – e i valori – se sono giusti non invecchiano», ha spiegato. «E allora forse, se ripartiamo dal canone della sinistra – e se lo ripensiamo per un tempo nuovo – magari capiterà che una Canzone popolare torni a sorprendere la società. Ecco perchè parliamo di una ‘rivoluzione della dignita»: perchè è il canone con cui pensare il mondo«, ha assicurato.

CUPERLO: SEGRETARIO PD NON E’ SECONDO LAVORO…
«Io penso di aver fatto la scelta politica più importante della mia vita. Comunque vada. E penso che se ti assumi questa responsabilità – anche solo l’idea – non lo puoi fare mentre ti candidi a qualcos’altro». Lo ha sottolineato Gianni Cuperlo nel suo intervento alla convenzione del Pd. «Se ti proponi di cambiare tutto, nel centrosinistra e nel tuo Paese, non lo fai come secondo lavoro. Non solo perchè viene male, ma perchè non è giusto. Perchè in mezzo a tutta quella umanità ci devi andare», ha sottolineato.

CUPERLO: SENZA ISCRITTI NON C’È PARTITO
Gianni Cuperlo ha difeso l’importanza degli iscritti del Pd. «Loro sono l’umanità che ci fa essere quello che siamo. Un partito. Non un’altra cosa. Ma un partito», ha detto alla convenzione del Pd. «Se noi siamo qui – se tutto questo c’è: primarie, candidati, mozioni – è perchè esistono loro. E nessuno tra noi – ma davvero nessuno – può immaginare di cavarsela da solo senza questa umanità. Mentre quell’umanità da sempre ha forza e passione per affrontare il mondo anche senza il migliore di noi», ha insistito. «Per questo -vedete- non è una buona idea annunciare che di loro si può fare a meno. Perchè è più facile accada il contrario. E se a un partito togli gli iscritti è come levare le gambe al tavolo. Semplicemente non è più un partito. E nasce un’altra cosa, che non per forza sarà migliore. Il punto è che inventarsi un nome o un simbolo tutto sommato è più facile. Invece i militanti non li inventi», ha sottolineato.

CIVATI: VORREI SEL ALLA PROSSIMA CONVENZIONE PD
Tocca a Civati intervenire alla Convenzione Pd: “A chi chiede cosa ci fate nel Pd dico: ‘cosa ci fate fuori’. Grazie ai ragazzi giovanissimi che hanno fatto campagna con me, sono strepitosi. Se usciremo dal ventennio sarà per merito dei ventenni”. Poi Civati cita il leader Fiom Landini e Fabrizio Barca, l’ex ministro e neo-iscritto Pd, e dice: “Ci sono 3-4 milioni di persone che non ci hanno votato a febbraio perché chiedevano radicalità e fermezza”.

PITTELLA: ALLARME ELEZIONI EUROPEE
“Dobbiamo dare risposte ai grandi temi del Paese, primo fra tutti la povertà. Alle Primarie abbiamo posto il problema del Mezzogiorno. Non si riprende Italia senza Sud. L’Europa del rigore, odiata dai cittadini, ha massacrato il modello sociale europeo. Stiamo attenti alle elezioni europee, o diamo modello alternativo oppure movimenti estremi avranno il sopravvento…” così nel suo intervento Gianni Pittella.

MESSAGGIO DI LETTA: SIAMO COMUNITA’ UNITA
“Il Pd è, e deve essere, a servizio dell’Italia e dell’Europa. Orgoglioso di far parte di una comunità unita”. Questo uno dei messaggi contenuti nel breve testo inviato dal premier Enrico Letta alla Convenzione Pd. Enrico Letta ha rivendicato con orgoglio la sua appartenenza al Pd e annunciato ufficialmente che andrà a votare l’8 dicembre. «Come sapete, ho scelto di rimanere fuori dal Congresso. Non potevo fare altrimenti. Le istituzioni prima di tutto: fa parte del mio modo di vivere la cosa pubblica. Fa parte, ne sono certo, dello stesso Dna del Pd. Rivendico questa scelta», ha detto il premier nel messaggio alla Convenzione del Pd. Letta ha comunque reso omaggio agli «iscritti che ogni giorno nei circoli si impegnano con dedizione. I milioni di elettori che, spesso a dispetto dei nostri stessi errori, si mobilitano e partecipano. A loro va il mio pensiero oggi», ha spiegato. «E accanto a loro sarò in fila, l’8 dicembre, per scegliere il nuovo segretario. Con l’orgoglio di far parte di una vera e solida comunità. La ‘nostra’ comunità democratica».

EPIFANI: BERLUSCONI USA ESPRESSIONI SGANGHERATE
Guglielmo Epifani è tornato a criticare Silvio Berlusconi per la reazione alla prossima decadenza. «Ricordo che disse che la condanna non avrebbe influito sulle scelte politiche sue e del partito, ieri ha usato l’espressione ‘colpo di stato’ e ha fatto ragionamento incomprensibile sulla grazia», ha detto il segretario del Pd alla convenzione del partito. Sono «moduli ed espressioni sgangherari da una parte e assolutamente irricevibili. Non ha nè la forza nè la ragione, sta cerando un clima pesante che finitrà per non fare bene a lui, al suo partito o al Paese», ha assicurato. «Non abbiamo intese colpire un avversario politico, è l’ultima cosa che possiamo volere – ha chiarito – c ha mosso il principio elementare ed è che la legge deve essere intesa ugualmente per tutti».

EPIFANI, RINNOVARCI PER ESSERE
CREDIBILI SU RINNOVAMENTO
Guglielmo Epifani ha fatto appello al futuro segretario del Pd affinchè rinnovi il partito. «Noi rappresentiamo l’unica forza politica non personale, questo vuol dire un carico di responsabilità», ha spiegato nel suo intervento alla convenzione del partito. «Bisogna fare un’azione di rinnovamento nella vita del nostro partito, saremo credibili nel chiedere rinnovamento agli altri se e quando saremo capaci di fare il rinnovamento al nostro interno», ha sottolineato.

SEGRETERIA PD COMUNICA DATI UFFICIALI
Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati sono i candidati alla segreteria nazionale e ammessi alle primarie dell’8 dicembre. Lo ha annunciato alla convenzione del Pd Davide Zoggia, responsabile organizzazione del partito, sulla base dei risultati delle 7200 riunioni di circolo in Italia e 89 all’estero, cui hanno partecipato 296mila cittadini pari al 55% degli iscritti, con 285mila i voti validi. Questi i risultati certificati: Matteo Renzi, 133.892 voti pari al 45,34%; Gianni Cuperlo, 116.454 voti pari al 39,44% Pippo Civati, 27.841 voti pari al 9,43%; Gianni Pittella, 17.117 voti pari al 5,8 per cento.

FEDELI: BATTAGLIA CONTRO FEMMINICIDIO
DEVE RIGUARDARE ANCHE UOMINI
«La violenza contro le donne è una questione strutturale che riguarda tutti. Per combatterla serve una battaglia di civiltà per condurre la quale è fondamentale attivare il protagonismo degli uomini.» Lo dichiara la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli (Pd), nell’ambito di uno speciale su L’Unità dedicato al 25 novembre. «Perchè troppo spesso succede che gli uomini, nelle discussioni sulla violenza contro le donne, sono un soggetto invisibile – aggiunge – Affrontare e battere questo tipo di violenza vuol dire attivare un profondo e lungo cambiamento culturale che deve necessariamente partire dall’educazione e dalla formazione».

PD: CON INNO MAMELI PRENDE
IL VIA CONVENZIONE NAZIONALE
L’Inno di Mameli ha aperto la convenzione nazionale del Pd. In piedi i mille delegati per ascoltare l’inno d’Italia. Sul palco il segretario Guglielmo Epifani, Davide Zoggia, Valeria Fedeli (oggi presidente della Convenzione) e Ivan Scalfarotto. La prima a prendere la parola è stata la segretaria del partito in Sardegna, Angela Corda, che ha chiesto con forza un impegno per la sua terra. Poi l’assemblea ha tributato un minuto di silenzio alle vittime dell’alluvione.

PD: CANDIDATI A SEGRETERIA
GIUNTI A CONVENZIONE ROMA
Tutto pronto all’hotel Ergife per la convenzione nazionale del Pd in vista delle primarie per la segreteria. I quattro candidati sono arrivati all’albergo romano che ospita i mille delegati, ma saranno solo tre ad accedere al congresso dell’8 dicembre: Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Fuori Gianni Pittella che ieri ha annunciato il suo sostegno a Renzi. Sarà Davide Zoggia ad annunciare ufficialmente i risultati dei 7.900 congressi che si sono svolti in Italia, più gli 89 all’estero. Dal computo sono stati esclusi Salerno, ‘sub iudicè dopo l’inchiesta della magistraturà e Vibo Valentia (dove è stata annullata la metà delle assise), oltre a Catanzaro dove i congressi non si sono tenuti.

Sarà il fischio d’inizio al congresso quello che si celebrerà oggi all’Hotel Ergife di Roma. L’ultima tappa statutaria, la Convenzione nazionale, prima dell’8 dicembre con i mille (delegati) che arrivano da tutta Italia, senza camicia rossa, ché adesso va tanto il chiodo, per ratificare i risultati delle consultazioni locali.

Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati, ognuno convinto di arrivare primo e aggiudicarsi la segreteria del Nazareno, oggi parleranno dal palco e c’è da star sicuri che qualche stilettata alla fine se la manderanno perché le questioni – e le polemiche – aperte sono tante e il fair play, forse, andrà a farsi benedire. Ieri il viceministro Stefano Fassina ha scaldato il clima: «Le primarie le dobbiamo ancora fare e ricordo che Renzi era partito come trionfatore nel Congresso, nella parte che riguarda gli iscritti e invece si è fermato al 45%, cioè meno della maggioranza. Credo che il Pd esca da questa fase congressuale meno sbilanciato di come Renzi immaginava all’inizio».

Fassina, cuperliano, attacca anche su un altro fronte, il rapporto del Pd post 8 dicembre con il governo: «Se Renzi intende far naufragare il governo vedremo come risponderanno i gruppi parlamentari, se invece vuole avere un ruolo costruttivo deve tenere conto che questo non è il governo del Pd, è un governo di coalizione che anche al sottoscritto non va bene».

Renzi, dal canto suo, non fa mistero di cosa intende fare se, come i sondaggi dicono, sarà il futuro segretario: il Pd non farà più la bella statuina ma detterà l’agenda politica del governo. Dichiarazioni queste che provocano fibrillazioni non soltanto tra i lettiani doc, ma anche tra gli ex popolari che lo appoggiano. Areadem (che fa capo al ministro Franceschini) non ha alcuna intenzione di appoggiare le spallate a Palazzo Chigi, «Renzi dovrà fare i conti anche con noi – dice un deputato vicino al ministro – e speriamo che lo capisca subito».

L’altro fronte caldo riguarda il potente sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, raggiunto da un avviso di garanzia, nonché grande sostenitore del sindaco di Firenze, così grande da avergli procurato nella sua città un punto percentuale alle primarie. «Stiamo parlando di una indagine che risale alle tessere del 2012, l’inchiesta non c’entra niente con il sindaco De Luca – lo ha difeso Renzi – il sindaco è stato eletto con l’80 per cento dei consensi quando De Luca appoggiava Bersani. Oggi dice che ha simpatia per Renzi, ma il sindaco De Luca non è indagato per quella vicenda lì».

E se Valeria Valente, deputata che sostiene Cuperlo, accusa il sindaco di «relativismo e superficialità» e di usare due pesi e due misure con De Luca e Annamaria Cancellieri, è Simona Bonafé a ribattere che «si tratta di due vicende completamente diverse perché il sindaco di Salerno ha ricevuto un avviso di garanzia per fatti amministrativi e non una condanna, mentre il ministro Cancellieri ha amicizie imbarazzanti e fa telefonate inopportune dalle quali il messaggio che viene fuori è che la giustizia non è uguale per tutti». Si chiede anche, Bonafé, «come mai oggi attaccano Matteo per De Luca ma nessuno si preoccupa del caso Crisafulli».

È evidente che per Renzi il collega di Salerno è un sostenitore «pesante» in tutti i sensi, perché si porta dietro il doppio incarico, non è il nuovo che avanza e non collima esattamente con quell’idea di rinnovamento che ha in testa il sindaco fiorentino. Matteo Orfini gira il coltello nella piaga: «È vero che bisogna essere garantisti ma bisogna esserlo sempre, con De Luca come con Crisafulli e non a giorni alterni». Che il clima sia surriscaldato è scontato (persino Silvio Berlusconi annuncia un colpo segreto contro il sindaco che, dal canto suo, commenta: «È una notizia»), ma stavolta c’è un tarlo che rode sull’appuntamento dell’8 dicembre: il rischio che ai gazebo vadano meno di due milioni di elettori. Renzi ne ha parlato con i suoi, «faranno di tutto per mandare meno gente a votare così il giorno dopo inizieranno a delegittimare il vincitore». Per questo li ha sguinzagliati sul territorio «perché noi dobbiamo spiegare che l’8 dicembre è una grande occasione per cambiare il Pd e il Paese».

Per Orfini, convinto che sarà Cuperlo a riservare sorprese alle urne, «se qualcuno pensa di lavorare per una scarsa affluenza è un pazzo che non vuole bene al Pd». Ma sicuro di vincere si dice anche Pippo Civati che durante il suo tour elettorale parla soprattutto ai delusi. Promette vita breve alle larghe intese e rinnovamento totale, «perché i dirigenti stanno tutti con gli altri candidati». L’unico segnale di distensione lo lancia Matteo Renzi verso Massimo D’Alema: «Vai, promesso, non litighiamo più, d’ora in poi faccio il bravo». Sarebbe una notizia, se non fosse che scherza al microfono di Enrico Lucci, la Iena.

da unita.it