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“Il papà gira in Ferrari, ma per l’università è povera”, di Massimo Lugli

La studentessa col papà che gira in Ferrari ma dichiara 19mila euro di reddito lordo. La ragazza che “dimentica” un tesoretto familiare da 600mila euro e ne denuncia appena 14 mila all’anno. La laureanda con villa e piscina annessa (tra l’altro: non risultava neanche al catasto) che si fa passare per indigente e presenta una dichiarazione da circa 5mila euro. Sono soltanto i casi più eclatanti ma la bugia, tra gli universitari romani, sembra diventata la regola. Tutti a mentire, nascondere, ridimensionare proprietà e conti in banca per accaparrarsi borse di studio, alloggi, mensa e trasporti gratuiti o facilitati e altre agevolazioni. Furbetti di oggi che rischiano di diventare i grandi evasori di domani. Un malcostume purtroppo dilagante, stando ai controlli delle Fiamme Gialle in collaborazione con gli atenei romani e la regione Lazio. I dati sono sconcertanti: il 62 per cento delle autocertificazioni Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) sono bugiarde.
Qualcuno si è aggiudicato un taglio della retta fino a 1.700 euro, qualcun altro una borsa di studio di 26mila euro. Falsi poveri con la laurea in frode fiscale. E qualcuno ha indetto addirittura uno sciopero della fame contro le
multe da 5mila euro che sarebbero state inflitte per un errore del sistema elettronico.
Cifre che fanno riflettere. Nel 2013 i militari del generale Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di finanza, hanno passato al setaccio 546 fascicoli scoprendo ben 340 irregolarità. Su un totale di quasi 196mila iscritti ai tre atenei capitolini, l’83 per cento ha presentato la richiesta per le facilitazioni (corredata di una documentazione che, spesso, è stata smentita dagli accertamenti) e, di questi, il 16 per cento è stato inserito nelle prime tre fasce di reddito «protette ». Tanto per dare un’idea, la studentessa con villa è piscina si è trovata catapultata, dopo le verifiche delle Fiamme Gialle, dalla prima alla sessantesima fascia.
«Chi si appropria di benefici a cui non ha diritto ruba gli aiuti a chi ne ha bisogno», ricorda Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. «I dati sono sconcertanti ma dimostrano che qualcosa si può fare. Viviamo in una regione che, negli ultimi anni, ha ridotto il diritto allo studio: a giugno non erano state neanche state saldate le borse di studio del 2009, ma nel 2014 saremo in pari coi tempi».
Ai controlli non sfuggono gli studenti stranieri: su circa 7mila iscritti, il 90 per cento ha fatto richiesta dei benefici e, tra questi, il 15 per cento ha dichiarato un reddito inferiore ai mille euro. Luigi Frati, il rettore della Sapienza, delinea uno squarcio di speranza: «Nel 2009 alla nostra università c’era il 25 per cento di evasione. Ora su 20mila controlli effettuati nel 2012, sono saltati fuori appena 114 casi, meno dell’uno per mille. Le sanzioni sono salate e voglio che sia chiara una cosa: non ci saranno condoni».
I controlli della Finanza non sono casuali ma mirati e scattano dopo un lavoro di verifiche incrociate sulle banche dati: università, catasto, anagrafe tributaria. I “furbetti” sono avvertiti. E, nel frattempo, le Fiamme gialle continuano a lavorare anche sugli affitti per studenti in nero. Tra pochi giorni un camper delle Fiamme gialle inizierà a girare negli atenei per raccogliere le denunce. Chi smaschera un padrone di casa disonesto verrà premiato: potrà pagare un canone basato sulla reddita catastale e risparmiare il 60 per cento della spesa.

La Repubblica 29.11.13

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