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«Imu, con i sindaci troveremo una soluzione», di Massimo Franchi

«Parlare di caos è eccessivo. Capisco tutte le critiche ma bisogna tenere conto che ci siamo trovati a dover coprire quasi 5 miliardi, una cifra esorbitante, creata dalla decisione di abolire l’Imu. Resuscitarla ora sarebbe sbagliato, abbiamo deciso di sostituirla con una Service Tax, cerchiamo di farla funzionare al meglio. Abbiamo previsto il pagamento del conguaglio il 16 gennaio proprio per- ché vogliamo fare di tutto per lavorare con i Comuni ed evitare che i cittadini, specie i meno abbienti, debbano tornare a mettere mano al portafoglio». Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta risponde alle critiche sull’Imu promettendo il suo «impegno personale per trovare la soluzione più equa» al pasticcio dovuto all’insistenza della destra a voler cancellare la tassa sulla casa anche ai più ricchi.

Baretta, sull’Imu però i problemi sembrano senza fine. Sabato avete dovuto far scattare la clausola di salvaguardia sulla prima rata, aumentando acconti per banche e imprese e le accise dal 2015. Le critiche sono feroci.

«L’intera operazione Imu per il 2013 ci ha portato una sovra esposizione che varia dai 4,5 ai 5 miliardi. Un dato preciso ancora non l’abbiamo perché solo nei prossimi giorni (la scadenza è stata aggiornata al 9 dicembre, ndr) avremo un quadro definito delle aliquote fissate dai Comuni e della differenza dalla aliquota base del 4 per mille. Per quanto riguarda l’abolizione della prima rata avevamo fatto un’ipotesi che prevedeva di incassare 600 milioni da un accordo sulle entrate dai concessionari dei giochi. Una scelta contestata che ha messo gli operatori in posizione guardinga».

Ad oggi quanto avete incassato?

«Circa la metà. Ora, con loro una discussione più esplicita va fatta perché va b ne uscire da un contenzioso giuridico che non dà certezze sul risultato, ma la cifra che dovremo spuntare certamente da aumentare. In questo quadro abbiamo dovuto trovare una copertura più concreta e abbiamo deciso di chiedere un anticipo a banche e imprese su Ires e Irap. Sottolineo: un anticipo. Non c’è alcun aumento di imposte».

E difatti banche e imprese protestano. In più un acconto del 130 per cento non significa che l’anno successivo ci sarà un rimborso per loro creando un buco per l’erario?
«Ci sarà un minor gettito e andrà stornato nel prossimo esercizio finanziario. Ma nel 2014 puntiamo ad avere un maggior gettito Iva per l’arrivo della ripresa economica e in più avremo i proventi della Spending review e quelli dell’accordo sui capitali scudati con la Svizze- ra. Questo discorso vale ancor di più per il previsto aumento delle accise nel 2015 che sarà evitato. Abbiamo infatti scelto di non gravare sui cittadini e di chiedere un piccolo sforzo, sotto forma di anticipo di imposte, alle imprese. Imprese che comunque nella legge di Stabilità hanno avuto molto: un fondo di garanzia per il credito, la deducibilità ai fini Imu dei capannoni aumentata dal 20 al 30 per cento nel passaggio al Senato».

Per la seconda rata però le cose vanno peggio. A pagare saranno anche i cittadini: il 40 per cento della differenza fra il gettito totale e quello da voi previsto con l’aliquota al 4 per mille. E i Comuni sono ancora inviperiti e si aspettano ulteriori sgravi.
«Anche qui bisogna tenere che l’aggravio per i cittadini sarà al massimo dello 0,8 per mille di quanto pagato finora (si parla di 150 milioni totali, ndr). Personalmente però credo che dovremo fare di tutto per trovare un accordo con i Comuni e puntare a fissare una fascia di reddito sotto la quale non si dovrà pagare niente, senza dimenticare i 500 milioni già stanziati per le detrazioni. Capisco le critiche dell’Anci ma ricordo che ai Comuni nella legge di Stabilità a loro abbiamo allentato il patto di stabilità interno per 1 miliardo, finanziato per 1,5 miliardi la Service tax e evitato nuovi tagli. Con l’Anci ci siamo già confrontati su altri tempi e nei prossimi giorni, dopo che si saranno calmati gli animi, ci incontreremo certamente per trovare una soluzione».

Ammetterà però che la gestione della pa- tata bollente Imu è stata quanto meno complessa. Avete cambiato sei versioni da Trise all’attuale Iuc. Tanto che Susanna Camusso sostiene che sarebbe più serio finire con il balletto delle sigle e «rimettere l’Imu»…

«L’Imu è morta, sarebbe sbagliato resuscitarla. La sua abolizione l’abbiamo convenuto con un accordo di maggioranza e l’abbiamo sostituita con una tassa sui servizi comunali. Ora cerchiamo di risolvere i problemi di applicazione della nuova tassazione. A questo lavora il governo».

Oggi parte il cammino della legge di Stabilità alla Camera. Avete già deciso le priorità di modifica per il governo?
«La priorità è certamente l’impegno preso da Enrico Letta: quello di creare un automatismo per il quale tutte le risorse recuperate dalla Spending review vadano a ridurre il cuneo fiscale su imprese e lavoratori. Io ci aggiungerei an- che i fondi recuperati sull’evasione fiscale».

La domanda però è scontata. Perché non l’avete fatto prima nella prima versione della legge di Stabilità? E poi: fisserete una cifra per il 2014?

«Cottarelli è arrivato a ridosso della presentazione della legge e il suo lavoro è appena iniziato. Per questo credo che sarebbe prematuro fissare una cifra sul 2014. Ma già prevedere lo strumento, un fondo, e l’automatismo diretto per finanziarlo rappresenta una svolta».

L’Unità 02.12.13

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