attualità, partito democratico, politica italiana

“Il voto di Romano Prodi e il pensiero di Massimo D’Alema”, di Maria Novella Oppo

Per chi voterà Romano Prodi alle primarie Pd? È questa la domanda che rimbalzava ieri tra stampa e tv, tra i soliti noti del talk show e i tanti politologi specializzati. Chiaro che la cosa più importante è che Prodi abbia deciso di votare, come hanno subito dichiarato i tre candidati alla segreteria, per una volta uniti nel giudizio. Ma benché l’interrogativo sia secondario, non si può negare che attanagli anche noi spettatori votanti ed esitanti.
Il dubbio (chi votare?) infatti ci impegna anche personalmente, visto che è più quello che l’informazione, gli avversari politici e gli antipolitici hanno detto, scritto e urlato sulle diverse anime del Pd, di quello che hanno detto Renzi, Cuperlo e Civati sui loro programmi. Ma, almeno il Pd le sue anime ce le ha: meglio tante che nessuna; anche se, ad averne troppe si rischia l’autoconsunzione, come quelle sante del Medio Evo che si consumavano di esaltazione celeste.
Sembra strano, però, che a mettere sotto accusa le nostre anime siano quelli che non ne hanno affatto, ma lavorano sotto padrone a eseguire editti più o meno bulgari, in ritardo di qualche ventennio. Ma tanto, in tv tutto passa e tutti restano. Possiamo verificare sulle facce ben note il passare degli anni, come fossero le famose tacche sulle pistole dei cow boy. Ma, per carità, non parliamo di armi in casa degli armati di pensieri violenti, anzi non parliamo di armi in casa di nessuno: disarmo generalizzato nella casa comune! Anche nei dibattiti televisivi, dove il tempo non passa mai e non dura mai abbastanza da venire a capo di un problema.
E D’Alema, che cosa pensa? I conduttori lo chiedono a tutti i candidati e Cuperlo, ieri mattina a Omnibus, si è perfino incazzato con la conduttrice (peraltro bravissima), che non voleva mollare la presa su D’Alema. Il quale avrà i suoi difetti, ma non quello di non far capire ciò che pensa, senza bisogno di interpreti.

da unita.it