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Legge di stabilità 2014, dichiarazione di voto del capogruppo Pd Roberto Speranza

Signor Presidente, abbia un po’ di pazienza, quando non si è abituati alla democrazia ci vuole un po’ di tempo per imparare le regole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io penso, signor Presidente, onorevoli colleghi, che questa sessione di bilancio arriva in un tempo politico nuovo e a noi parlamentari, a noi partiti politici tocca comprenderlo e viverlo con coraggio. Diremo la verità, tutta la verità perché dire la verità è il primo punto di svolta di questo tempo nuovo e diciamo subito, senza tentennamenti, che la crisi economica è durissima, che ha messo alla prova le nostre famiglie e le nostre imprese e non ne siamo fuori.
  Sappiamo che questa legge di stabilità sta dentro una crisi economica enorme ma il punto, la grande domanda a cui siamo chiamati a rispondere è la seguente: che cosa fa politica ? Quale è la scelta che noi decidiamo di fare per rispondere a questa crisi, a questa inquietudine enorme che arriva dal profondo della nostra società ? E guardate ci sono due strade, due strade diverse, direi due strade opposte, due impostazioni radicalmente diverse. Una prima che abbiamo visto anche qui: urla, insulti, minacce, minacce tremende, le urla di questi giorni, gli attacchi incredibili al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cui va tutto il nostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il cardine delle nostre istituzioni democratiche; gli insulti alla magistratura paragonata addirittura alle brigate rosse: voglio dare anche a loro solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l’Italia). Noi siamo per la riforma della giustizia ma sappiamo che riforma della giustizia non può significare impunità per uno solo. E poi ancora cose che non avremmo mai voluto sentire: la lista dei giornalisti sgraditi, una vergogna peggiore dello squadrismo del ventennio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) !

  E ancora le foto dei parlamentari che non volete fare entrare in questo Parlamento: ma che fine ha fatto quella parola ? In quest’aula si alzavano Pertini, Berlinguer, Aldo Moro, cosa ci tocca ascoltare ?
  Cosa ci tocca ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! E questa è l’Italia che noi non vogliamo. Questa è l’Italia, Presidente Letta, che noi fermeremo. C’è un partito dello sfascio: lo ascoltino bene gli italiani che ci sentono in diretta. Berlusconi e Grillo a braccetto, oggi votate insieme. Voi oggi votate nello stesso modo per affossare l’Italia: ma non passerete, non passereste mai (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l’Italia) !
  Signor Presidente, poi c’è un altro modo: il modo delle persone miti, delle persone perbene, il modo di chi dice che vuole assumere fino in fondo l’impegno solenne di provare a cambiare le cose, non chiacchiere ma cambiare le cose.
  E guardate noi ci impegniamo: la legge elettorale entro gennaio, le riforme istituzionali subito, non più il Senato, riduzione del numero dei parlamentari….

  EMANUELE PRATAVIERA. Cosa c’entra con la finanziaria ? Parla delle finanziaria !

  ROBERTO SPERANZA. … e poi un lavoro quotidiano, non scontato (Commenti dei deputati dei gruppo MoVimento 5 Stelle) per prosciugare quel malessere fortissimo che non si può far finta di non vedere. Presidente Letta, serve umiltà e serve coraggio: due parole distinte che sembrano lontane. L’umiltà per capire in che Paese viviamo, quanta sofferenza arriva dal basso e poi il coraggio, il coraggio di provare a cambiare le cose.
  Io penso che in questo tempo difficile c’è chi crede, in questo Paese, che si possa alimentare questo disagio per un misero tornaconto elettorale. Per noi non è così. L’Italia viene e verrà sempre prima di tutto e lo dimostreremo in ogni passaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Non è una legge perfetta quella che stiamo approvando, non è una legge perfetta, ma è un’inversione di tendenza. Dopo anni, caro presidente Brunetta, di tagli devastanti, lineari, alla sanità, alla pubblica istruzione, dopo anni di nuove tasse drammatiche che voi avete messo, io penso che noi siamo qui per provare ad aprire una nuova stagione. E lo abbiamo fatto in questo passaggio, seguendo due cardini, due parole d’ordine: crescita ed equità. Crescita, Presidente Letta, la parola che lei, in Europa, sta provando a far emergere con forza, perché il risanamento non basta, abbiamo bisogno di investire sulla crescita. E dal mio punto di vista, dal punto di vista di questo gruppo del Partito Democratico, i provvedimenti per la crescita sono quelli che guardano lontano. E permettetemi di dire che per me guardare lontano significa partire dall’istruzione, dalla conoscenza, dalla formazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  E dico con orgoglio che, grazie a questo partito, a questo gruppo, grazie a noi, abbiamo portato i soldi per le borse di studio da 12,8 milioni, che erano all’inizio previsti per il 2014, a più di 150 milioni: grazie al Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché studiare non è un privilegio, è un diritto costituzionale e, se non si parte da qui, non si può costruire un’Italia migliore. Lo dimostra questa scelta, come quella per gli specializzandi in medicina e come quella per gli LSU della scuola.
  E ancora: ridurre la tassazione sul lavoro, quel cuneo fiscale, la distanza inaccettabile tra il salario percepito dal lavoratore e quanto un’impresa paga. È un primo passo avanti, certo non basta, ma per la prima volta, dopo molti anni, tantissimi cittadini italiani avranno in busta paga il segno «più». È la prima volta e lo rivendichiamo con orgoglio, perché è una scelta giusta e con i soldi della spending review vorremmo farla crescere ancora di più.
  E ancora: il Fondo di garanzia consentirà alle banche di riaprire i rubinetti del credito, con l’estensione dell’operatività della Cassa depositi e prestiti: un altro passaggio in continuità con il decreto dei pagamenti, che dà ossigeno alle nostre imprese.
  E ancora: continuiamo a puntare su ecobonus e riqualificazione di tutte le strutture. E l’altro punto, Presidente Letta: l’equità. L’equità è per noi un punto decisivo, significa dare soldi, significa scegliere sempre, in ogni momento, che dare soldi a chi sta peggio conviene anche a chi sta meglio. Il Partito Democratico non rinuncerà mai a questo principio, perché siamo convinti che una società più eguale, una società più solidale è anche una società più competitiva. Per questo abbiamo deciso l’indicizzazione delle pensioni, l’adeguamento al costo della vita, per questo abbiamo deciso una soluzione forte per 17 mila esodati: 17 mila esodati, non le «marchette» di cui parlate voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  E ancora: il contributo di solidarietà per i redditi più alti, sulle pensioni, sui vitalizi, il tetto al cumulo tra pensioni d’oro e altri incarichi pubblici, che proprio noi del PD abbiamo voluto. E ancora, Presidente Letta, mi consenta di dirlo con forza, ci siamo spesi per mettere 400 milioni di euro al servizio delle forze dell’ordine. Noi siamo orgogliosi delle forze dell’ordine di questo Paese e riteniamo sia giusto investire su esse (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l’Italia e Sinistra Ecologia Libertà).
  Ancora: i comuni. Qui ci sono tantissimi sindaci. Il gruppo del Partito Democratico è un gruppo pieno di persone che sono state consigliere regionale, consigliere comunale, assessore comunale, sindaco. Io penso che faccia bene, questo Governo, ad ascoltare il grido di dolore che arriva da questi sindaci con le ultime scelte di queste ore…

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROBERTO SPERANZA. … eppure io penso che noi abbiamo cambiato, anche qui, la strada: un miliardo di euro, dopo anni in cui questo Patto di stabilità ci massacrava, finalmente è stato allentato.

  Non siamo più ai tempi di Tremonti, presidente Brunetta, quando si facevano quattro manovre in due mesi e si consideravano i comuni come la cassaforte di un Paese sul baratro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Brunetta). Noi amiamo i comuni d’Italia, noi rappresentiamo i sindaci di questo Paese.
  Concludo, Presidente. Il Partito Democratico terrà ancora una volta la barra dritta, la terremo con forza, con umiltà e con coraggio, come dicevo prima. Noi siamo la più grande comunità di donne e di uomini del Paese, lo diciamo con orgoglio, a testa alta, forti dei 3 milioni di persone, non qualcuno nascosto in una stanza: 3 milioni di persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

  RENATO BRUNETTA. Andiamo a votare !

  ROBERTO SPERANZA. …che sono venute, hanno scelto una nuova leadership che ci guiderà tutti insieme per portare questo Paese fuori dalla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

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