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"Tunisi, uomo e donna pari per legge" di Virginia Lori

Sarà parità tra uomini e donne davanti alla legge e «senza discriminazioni». Lo prevede l’articolo 20 della bozza del- la nuova Carta costituzionale approvato ieri dall’Assemblea nazionale del Paese con 159 voti a favore su 169. «Tutti i cittadini maschi e femmine hanno gli stessi diritti e doveri. Essi sono uguali davanti alla legge senza discriminazioni» recita l’articolo a suo modo rivoluzionario per un Paese nord africano, anche se è fin dagli anni cinquanta, quando conquistò l’indipendenza dalla Francia, che la Tunisia si è contraddistinta per essere stata il Paese arabo più progressista sulle questioni dei diritti delle donne.

Si temeva che il governo guidato dagli islamisti potesse mettere in discussione questo primato. Ma malgrado tensioni e un confronto molto duro tra le formazioni politiche di centrosinistra e quelle islamiche, così non è stato. Il partito che guida il governo, l’islamista Ennahda, – che ha promesso di farsi da parte non appena la Costituzione sarà approvata – aveva, infatti, tentato di far passare l’idea di «complementarietà» di genere, piuttosto che «uguaglianza», ma ha dovuto fare marcia indietro.

Critiche all’articolo 20 sono venute, però, dalle associazione a tutela dei di- ritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch. Hanno sottolineato come «limiti la tutela ai diritti dei cittadini, senza garantire gli stranieri» e «non specifica i motivi per cui è vietata la discriminazione », come «la razza, il colore, il sesso, il linguaggio, la religione o le opinioni politiche». Di di- verso parere sono stati, invece, le organizzazioni tunisine per i diritti delle donne. «Speriamo che vengano aggiunti altri dettagli che impediscano discriminazioni anche in base al colore della pelle» ha osservato Ahlem Belhaj, ex presidente della associazione tunisina delle donne democratiche che considera una vittoria il testo approvato.

PER AMNESTY NON BASTA

Al vaglio dell’Assemblea nazionale vi sono ancora articoli della bozza di Costituzione importanti per assicurare una piena parità tra uomini e donne co- me l’articolo 45, che garantisce «la tu- tela dei diritti delle donne da parte dello Stato» e «la parità di opportunità tra uomini e donne». L’intero capitolo 2 della bozza che conta circa 30 articoli, è dedicato «ai diritti e alle libertà», quindi ai rapporti uomo-donna, alla libertà di espressione, al diritto di manifestare e di scioperare.

La nuova Costituzione dovrebbe entrare in vigore il prossimo 14 gennaio, nel terzo anniversario della fine del regime del dittatore Zine el Abidine Ben Ali che diede il via alla «primavera araba», che in Tunisia ha visto prevalere formazioni dell’islamismo moderato, eppure tentato da un passo indietro di natura oscurantista, specialmente sui diritti della persona. Tra una decina di giorni, quindi, l’Assemblea nazionale dovrebbe concludere l’esame della «bozza». Una volta che i parlamentari avranno votato articolo per articolo il progetto di legge, la Costituzione dovrà essere approvata da due terzi dei 217 membri del Parlamento; in caso non ottenesse il quorum, dovrà essere confermata dal referendum popolare.

L’Assemblea costituente ha respinto la sharia, la legge islamica, come fondamento del diritto del Paese, ma ha approvato due articoli che definiscono l’Islam come religione di Stato. «La Tunisia – recita l’articolo 1 non emendabile – è uno Stato libero, indipendente e sovrano. L’Islam è la sua religione, l’arabo è la sua lingua e la repubblica è la sua forma di governo». L’articolo due, invece, prevede l’instaurazione di «uno Stato a carattere civile basato sul- la cittadinanza, sulla volontà del popolo e sul primato del diritto». Si dice sì alla libertà d’espressione, ma resta in vigore la pena di morte.

L’Unità 07.01.14