attualità, scuola | formazione

"Pasticcio scatti 2013, interviene Letta. Non ci sarà nessun prelievo in busta paga", da corriere.it

Il prelievo dei soldi già percepiti dalle buste paga degli insegnanti diventa un caso politico. Mentre il governo è al lavoro per rimediare al «pasticcio» degli scatti di anzianità erogati erroneamente nel 2013, è scaricabarile tra il titolare dell’Economia Maurizio Saccomanni e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. «C’è stato un problema di comunicazione – dice Saccomanni- Il ministero dell’Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute». In un comunicato ufficiale, il Mef precisa di aver informato il Miur il 9 dicembre scorso, quindi un mese fa, che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Istruzioni che però non sono mai arrivate, stando al ministero delle Finanze: motivo per cui «le strutture operative del Mef hanno proceduto secondo le informazioni disponibili e come disposto dalla legge in vigore». La Carrozza per ora chiosa, e parla di «impicci burocratici amministrativi» che possono, come in questo caso, portare ad un «pasticcio» senza che «i ministri e il governo ne sappiano niente»: «Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti cosa stava avvenendo», ha spiegato il ministro. Chiarendo di non avercela con Saccomanni: interpellata sull’eventualità di dimissioni del ministro, chiarisce: «Non condivido quest’impostazione: Saccomanni è al lavoro, non ha preso un minuto di vacanza». Intanto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, garantisce: «Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti». Ma la «figuraccia» politica, per dirla con le parole di Matteo Renzi, resta: «Il governo ci ha messo una pezza. Era già accaduto con le slot machines, con gli affitti d’oro, con le polemiche dell’Anci- dice Matteo Renzi – dobbiamo trovare un diverso modo di lavorare insieme, Basta figuracce gratis».

PRELIEVO IN BUSTA PAGA – Centocinquanta euro in meno al mese nella busta paga, fino alla restituzione dei soldi percepiti in più nel 2013. E’ questa la stangata che stava per abbattersi sugli insegnanti italiani, che per effetto del Dpr 122/2013, emanato a settembre e d entrato in vigore il 9 novembre, si sono visti bloccare sia il rinnovo del contratto collettivo di lavoro che gli scatti stipendiali. Al punto che il ministero dell’Economia era stato costretto, con una nota del 27 dicembre, a richiedere indietro i soldi a chi ha già percepito l’aumento dello stipendio per effetto dello scatto. Una richiesta che ha sollevato le polemiche di tutti i sindacati della scuola, e che è stata contestata anche dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che martedì su Twitter ha annunciato: «Ho chiesto al ministro Saccomanni di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali per il 2013». Pronta la replica del ministero dell’Economia : «Non dipende dal Tesoro, è un atto dovuto. Se il Miur riesce a trovare dei risparmi nell’ambito del suo dicastero per derogare al blocco degli scatti, il governo a quel punto potrà erogare gli scatti». Ed è questa la soluzione attorno a cui si sta lavorando in queste ore, per evitare che nel cedolino di gennaio 45mila tra insegnanti e ausiliari si ritrovino il recupero dei soldi percepiti in più.

I SINDACATI – I primi a sollevare la protesta erano stati i sindacati, minacciando lo sciopero generale. «Mi sembra una decisione inevitabile perché non era assolutamente comprensibile la scelta di chiedere ai lavoratori della scuola una restituzione», commenta ora Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. «Sciatteria di Saccomanni o polpetta avvelenata?», si chiede Raffaele Bonanni (Cisl). «Accogliamo con soddisfazione il dietrofront dichiarato dal governo ma adesso aspettiamo che all’annuncio politico seguano atti giuridici rilevanti», sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. E Massimo Di Menna(Uil) avverte: «Controlleremo che non ci siano sorprese».

Il Corriere della Sera 09.01.14

******

“La ministra accusa i burocrati L’allarme (inascoltato) dei sindacati”, di Andrea Garibaldi

La ministra Carrozza ieri ha rinviato la sua partenza per Washington. Ha quindi parlato di «impicci burocratico amministrativi» e ha detto che questi avvengono «a volte senza che i ministri e il governo ne sappiano niente». Da una parte, Carrozza si mostra vittima in comune con Saccomanni. Dall’altra, ammette che il ruolo politico rischia, talvolta, di essere irrilevante. La burocrazia dell’Economia ha avvertito la burocrazia dell’Istruzione senza che nulla sia avvenuto a riparare quello che politicamente era per forza un errore. Carrozza ieri ha appreso questa lezione e la proclama: «La filiera tra la decisione politica e l’attuazione deve essere corta. Non è pensabile che da una parte si decidono le cose e dall’altra come e quando si pagano gli stipendi».
In realtà a volere sapere, i due ministri avrebbero potuto sapere. «Da novembre abbiamo denunciato sul nostro sito la possibilità che lo Stato avrebbe bussato alle porte dei lavoratori della scuola per chiedere soldi», dice Domenico Pantaleo, Cgil scuola. Il 30 novembre si svolge una manifestazione dei sindacati della scuola e il pericolo viene gridato dal palco. Massimo Di Menna, Uil scuola, racconta: «Sono venuto a conoscenza della nota del ministero dell’Economia il 27 dicembre. Il 29 dicembre ho cercato Carrozza per avvertirla che s’addensava una enorme nube. Mi hanno detto: è in Consiglio dei ministri. Il 3 gennaio ho scritto alla ministra per pregarla di affrontare il caso. Nessuna risposta». Lo stesso 29 dicembre l’allarme appare anche sul sito della Cisl.
Ecco, la Cisl. Il segretario generale Bonanni ha chiesto ieri sera di indagare su cosa c’è dietro «questa incuria o sciatteria di Saccomanni, una sciatteria politica. Chi ha preparato questa polpetta avvelenata? Potrebbe essere un caso creato dolosamente da qualcuno al ministero? Non sarebbe la prima volta». Proviamo a capire. Un’ipotesi è che nelle stanze della Ragioneria generale qualche alto dirigente complotti per far fuori il ministro e lo trascini in questo guaio. La seconda ipotesi è che nelle stesse stanze si sia tentata una vendetta contro gli «scatti di anzianità», che ormai sono un diritto solo per militari, giornalisti e personale scolastico. Carrozza ha avviato un’indagine nel suo ministero, per capire chi ha deciso di non avvertire i ministri di ciò che stava per accadere.
E adesso? Ce la faranno all’Economia a correggere gli stipendi di gennaio? Dove troverà il ministero dell’Istruzione gli oltre cento milioni per «rimborsare» l’Economia? Quasi certamente sottraendoli al Mof, i fondi destinati alla formazione, ai corsi di recupero, alle supplenze, all’autonomia scolastica. Con buona pace del risanamento della scuola pubblica.
Il Corriere della Sera 09.01.14