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"Scuola 2013 aumentano i bocciati, anche se di poco. Ma l'allarme è sui tanti che abbandonano", di Salvo Intravaia

Dopo cinque anni in calo, tornano ad aumentare – sia pur di pochissimo – i bocciati delle scuole superiori. Di fatto la notizia che si evince dai dati del Ministero è che dopo cinque anni la tendenza alla costante riduzione degli alunni respinti si è fermata. Un dato non eclatante, certo, ma che contribuisce a quel poco invidiabile record italiano in Europa dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni che non completano la scuola superiore, i cosiddetti “early school leavers¨(e oltretutto i quasi 300mila ripetenti incidono per oltre due miliardi di euro sul bilancio della scuola). Un fenomeno – questo della dispersione scolastica – segnalato da tutti con allarme, tanto che lo stesso ministro Maria Chiara Carrozza, ospite da Fabio Fazio alla trasmissione “Che tempo che fa”, dice di “non dormirci la notte”.

Il dato sui bocciati del 2012/2013, che Repubblica.it è in grado di anticipare, proviene dall’Ufficio statistica del ministero dell’Istruzione e riguarda gli studenti dei primi quattro anni delle scuole secondarie di secondo grado. Gli incrementi più consistenti di non promossi riguardano le new entry del primo anno e gli studenti del terzo anno: più 0,6 per cento per i primi e più 0,8 per i secondi. Basta infatti sommare la quota di studenti bocciati tra giugno e settembre e coloro che non sono stati scrutinati a causa delle eccessive assenze per avere il polso della situazione.

Nell’anno scolastico 2012/2013 i respinti dei primi quattro anni di licei, istituti tecnici e professionali restano a quota 11,8 per cento. Aumentano invece i non scrutinati, che passano dall’1,6 all’1,8 per cento. E si ferma il trend positivo, che durava dall’anno 2007/2008 quando i bocciati – allora i non scrutinati per le assenze non esistevano ancora – si attestarono al 16,2 per cento. Da allora il trend delle bocciature è stato sempre in calo: il 15 per cento nel 2009/2010, il 14,5 nel 2010/2011 e il 13,4 per cento nel 2011/2012. Ma l’anno scorso la tendenza si è invertita. Alunni più sfaticati o scuola meno efficiente?

“L’aumento del numero delle bocciature è un dato che da un lato ci mostra quanto il nostro sistema scolastico negli ultimi anni sia sempre più in seria difficoltà e non riesca a fornire a tutti la possibilità di formarsi, dall’altro è anche la misura di un sistema che non si pone come obiettivo quello di portare tutti al successo formativo ma troppo spesso finisce per abbandonare e bocciare chi non riesce”, dice Daniele Lanni portavoce della Rete degli studenti medi. Intanto, viale Trastevere lancia una iniziativa per ridurre le bocciature dovute alle “scelte sbagliate”. Secondo una indagine condotta dal consorzio AlmaLaurea sui diplomati del 2013, infatti, il 44 per cento se potesse tornare indietro cambierebbe indirizzo scolastico o scuola.

“Io scelgo, Io studio” – il portale dell’orientamento al secondo grado e al post-diploma – ha lo scopo di chiarire cosa si studia nei diversi corsi di studio della scuola secondaria di secondo grado e le opportunità di lavoro una volta conseguita la maturità: la cosiddetta spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro. “I licei – spiega il portale www.istruzione.it/orientamento – offrono un’ampia formazione culturale e un buon metodo di studio, cosa che rende questa tipologia di scuola particolarmente adatta a chi ha intenzione di proseguire gli studi all’università”. “Gli istituti professionali sono scuole che ti formano non solo dal punto di vista teorico ma anche da quello pratico, mettendoti in grado di realizzare quello che hai studiato”, spiega invece il sito a proposito degli istituti professionali.

da repubblica.it