attualità, partito democratico, politica italiana

Cambiamo l'Italia: è la volta buona

Con 111 voti a favore, nessun voto contrario e 34 astenuti è stata approvata la relazione del Segretario.
Riforma del Titolo V della Costituzione
La riforma del Titolo V deve prevedere l’eliminazione della materia concorrente.
Ritornano di competenza statale alcune materie tra cui:
1) Grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione nazionale e relative norme di sicurezza;
2) Produzione, trasporto e distribuzione nazionale di Energia;
3) Programmi strategici nazionali per il turismo.

Per ragioni di sistema si segnala anche che contestualmente alla riforma del titolo V si procederà all’eliminazione dei rimborsi elettorali per i consiglieri regionali e l’equiparazione dell’indennità dei consiglieri regionali a quella del sindaco della città capoluogo di regione.

I relativi provvedimenti devono essere presentati in Parlamento entro il 15 febbraio 2014.

Riforma del Senato

La riforma del Senato deve portare al superamento del bicameralismo perfetto. Il voto di fiducia al Governo spetta solo alla Camera dei Deputati.

Il Senato della Repubblica viene trasformato in Camera delle autonomie, con l’eliminazione di elezione diretta dei suoi membri e di ogni forma di indennità.

La trasformazione del Senato comporterà una significativa riduzione del numero dei Parlamentari.

I relativi provvedimenti devono essere presentati in Parlamento entro il 15 febbraio 2014.

Proposta di modifica del Sistema elettorale
Per la Camera dei Deputati:

Il modello prevede una distribuzione dei seggi con metodo proporzionale, con l’assegnazione di un premio di maggioranza eventuale e limitato e l’attribuzione dei seggi su base nazionale.

In particolare, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano conseguito il maggior numero di voti viene attribuito un premio di maggioranza pari al 18% del totale dei seggi in palio.
Tale premio tuttavia viene assegnato esclusivamente se la lista o la coalizione di liste maggiore ha conseguito almeno il 35% dei consensi.

In seguito all’attribuzione del premio di maggioranza una lista o una coalizione di liste non può in ogni modo ottenere un numero di seggi superiore al 55%. L’eventuale parte del premio eccedente viene redistribuita fra le altre liste o coalizioni.

Qualora nessuna lista o coalizione di liste raggiunga la soglia, si svolge un secondo turno di ballottaggio fra le prime due liste o coalizioni di liste. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti.
Alla lista o coalizione di liste che risulta vincitrice viene attribuito un premio di maggioranza pari al 53% del totale dei seggi in palio. I restanti seggi vengono distribuiti proporzionalmente a tutte le altre liste e coalizioni di liste.

Le soglie di sbarramento sono pari al 12% per le coalizioni, al 5% per le liste coalizzate e all’8% per le liste non coalizzate.

Sono introdotti criteri per evitare il fenomeno delle c.d. “liste civetta”.

I seggi vengono distribuiti su circoscrizioni molto piccole (da 4 a 5 seggi in palio al massimo), in modo che i nominativi dei candidati possano essere stampati direttamente sulla scheda.

Le liste sono bloccate e corte, per cui vale l’ordine di presentazione in lista ai fini dell’attribuzione dei seggi utilizzando criteri che garantiscano il riequilibrio di genere.

Per il Senato della Repubblica:

Fermo restando l’impegno ad eliminare l’elezione diretta dei membri del Senato, tuttavia, quale “clausola di salvaguardia”, occorre inserire delle disposizioni medio tempore applicabili anche per il Senato.

Per il Senato sono quindi stabilite le medesime modalità di assegnazione dei seggi, con le stesse percentuali e soglie di sbarramento della Camera.

Per garantire l’elezione a base regionale prevista dall’articolo 57 della Costituzione è stabilito un metodo che assicuri l’attribuzione dei seggi anche del premio sul base interamente regionale.

Più in generale, l’impianto delle norme per il Senato è analogo a quello per la Camera.

La discussione sul testo normativo deve essere iniziata in Aula alla Camera entro il 27 gennaio 2014.

www.partitodemocratico.it