attualità, memoria

"La memoria non aspetta", di Emanuele Fiano

Nessuna memoria, di nessun dolore, di nessun crimine contro l’umanità, di nessuno sterminio può attendere il proprio oblio. Nessuna memoria può essere consegnata alla storia e basta, come monumento di pietra che resiste alle intemperie e guarda indifferente agli eventi che scorrono.

La memoria della Shoah, che oggi celebriamo nel giorno dell’apertura del cancello di Auschwitz, parla alla nostra vita di oggi, deve essere guida per le nostre azioni di oggi, non solo esercizio di ricordo, ma sforzo continuo di rendere viva quella memoria.
Se un monumento va eretto nelle nostre coscienze per onorareoggi la memoria della Shoah, questo sia il monumento contro l’indifferenza.

Noi che abbiamo scolpite nelle nostre memorie le immagini invecchiate degli ebrei europei condotti in lunghe file verso i forni crematori dei Lager nazisti, noi che osserviamo increduli gli scheletri umani dei sopravvissuti alle camere a gas che hanno attraversato la nostra cultura, noi che la sera accarezziamo il viso antico di un padre che ha resistito, noi che conosciamo il dolore dello sterminio dei Sinti e dei Rom, dei testimoni di Geova, degli omosessuali, dei disabili, noi che conosciamo la sorte di chi in Europa lottò contro il fascismo e il nazismo, di chi si ribellò e di chi morì per difendere per noi un futuro di democrazia, noi oggi sappiamo che per noi questa memoria sarà per sempre.

Ci ribelleremo ogni volta che discriminazione o intolleranza o razzismo cercheranno di trovare posto nella storia.
Permettere che l’indifferenza vinca la battaglia contro la memoria sarebbe la nostra sconfitta.

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