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"Errani “scarica” l’Aipo e chiede delle agevolazioni", di Francesco Dondi

«L’Agenzia va riformata, discutiamone e trasformiamo i cittadini in sentinelle» «Cancellare le tasse è impossibile, ma una fiscalità di vantaggio va applicata». Vasco Errani ascolta gli interventi dei consiglieri, poi sveste i panni del pacificatore – la lettera firmata dai sindaci che si complimentavano con Aipo e protezione civile era stata ispirata da lui – e va giù duro. «Qui è successo qualcosa che non mi sento di lasciare alla fatalità o a una nutria o al problema generale del nodo idraulico – dice – Non gioco a ping pong sulle responsabilità, ma facciamo una operazione di trasparenza e verità. Le proteste, il disagio e le preoccupazioni le comprendo fino in fondo. L’autoorganizzazione dei cittadini per me è sempre utile. Non è un problema, anzi serve». Ben vengano dunque i comitati, che stanno nascendo in forma embrionale in ogni paese e anche di più… Ma è su Aipo che Errani non usa mezzi termini. Sa bene che l’Agenzia è “governata” da uomini scelti dalle Regioni Piemonte e Lombardia e la presenza del suo assessore, Alfredo Peri, nel comitato d’indirizzo non è un grande problema. Il presidente ha quindi le mani libere, può scaricare i vertici Aipo senza troppe remore. «Deve essere chiaro – dice – che si tratta di un’agenzia interregionale, finanziata in base ad una legge nazionale. Detto ciò, siamo convinti che sia giusto avviare una riflessione, prima in commissione e se necessario in aula, sul lavoro svolto in questi anni dall’Agenzia. Se c’è qualcosa che non va, va cambiata. Serve una riforma dell’Aipo, che imposti una diversa integrazione col territorio, anche integrando la vigilanza con i frontalieri. Perché non è possibile il controllo h24 e millimetro per millimetro del Po e degli affluenti. Quindi serve un sistema intelligente e coraggioso, che vada al di là delle vecchie competenze». “Riconosceremo tutti i danni”, aveva detto Errani. Ora le parole devono trasformarsi in fatti ed ecco che all’orizzonte si intravede un tentativo di fiscalità di vantaggio, criticata da Andrea Leoni, a sua volta sostenitore della “no tax area”. «Lavoriamo per il riconoscimento dei danni ai beni mobili, dei beni certificabili (auto, magazzini, macchinari) ma anche di quelli non certificabili (abitazioni). Io penso che riusciremo nell’obiettivo in rapporto con il Governo. Studiamo una fiscalità di vantaggio, non che nessuno paga le tasse: perché questo non si dà in nessuna norma. Però forme di aiuto dobbiamo farle passare. Penso in primo luogo alle piccole e piccolissime imprese, sottoposte a grandi stress». Oltre alla dura presa di posizione di Errani, diventa significativo anche il manifesto elaborato da Stefano Bonaccini. Nel suo ruolo di responsabile nazionale degli Enti Locali ha un peso specifico sul condizionamento del governo Letta: va sfruttato. «Ci sono sette punti determinanti e da ottenere: lo stato di emergenza nazionale; modalità certe e semplici di risarcimento dei danni di aziende e famiglie; sospensione ragionevole (ben oltre i sei mesi) delle scadenze fiscali e contributive; attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori colpiti; definizione certa e rapida di una fiscalità di vantaggio; stanziamenti straordinari per l’agricoltura; garantire la copertura economica per la sospensione dei mutui delle case inagibili, aspetto che vale anche per il terremoto; escludere dal patto di stabilità Regione, Provincia e Comuni per sbloccare fondi necessari al ripristino dei servizi. Bene i 19 milioni, garantiti dai ministri Orlando e Delrio per il nodo di Modena, ma è solo l’inizio».

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“Aipo arrivò sull’argine solo alle 10 e Bastiglia non si poteva evacuare”, di Francesco Dondi

L’assessore Gazzolo ripercorre i momenti della rottura del Secchia: «Fu il Comune a telefonare alle 8» Ci si rese conto tardi dell’andamento dell’acqua: troppo pericoloso far riversare in strada i cittadini. Una falla che in poco tempo si è allargata da 15 a 80 metri, ma soprattutto una reazione tardiva da parte di Aipo. È quanto emerge dalla ricostruzione presentata all’Assemblea regionale dall’assessore Paola Gazzolo, che ha ripercorso le prime ore dell’emergenza alluvione. Andamento lento «Nelle prime ore di quella mattina – ricostruisce la Gazzolo – sull’argine destro del Secchia – tra le sezioni di Ponte Alto e Ponte Bacchello, nei pressi di San Matteo – si è aperta una breccia che ha fatto defluire le acque nella pianura circostante. Attorno alle ore 8 – secondo quanto riferito da Aipo – il personale idraulico dell’Agenzia interregionale del fiume Po, già in servizio di piena dalla serata del sabato, veniva raggiunto dalla telefonata di un tecnico del Comune di Modena; il dipendente Aipo si è quindi immediatamente recato in località San Matteo tra le 8,15 e le 8,30, dove già erano presenti polizia municipale, vigili del fuoco e frontisti. La situazione che si presentava al tecnico di Aipo era la seguente: la sommità arginale, per un tratto di almeno 15 metri, risultava crollata e sormontata da una lama d’acqua che aveva già allagato le aree al piede dell’argine, confinanti con un paio di aziende. L’apertura è andata progressivamente aumentando – fino a circa 80 metri – a causa della pressione della corrente del fiume. Viene immediatamente allertato il Dirigente di Subarea Emilia occidentale di Aipo che si reca sul posto giungendovi prima delle 10». In sostanza colui che doveva decidere nell’immediato come intervenire ha preso coscienza diretta della situazione almeno tre ore dopo il crollo dell’argine. Bastiglia, pericoloso sfollarla Nella relazione, Paola Gazzolo offre una lettura inedita sui motivi che hanno sconsigliato l’ordine di evacuazione generale di Bastiglia. Una decisione che ha sollevato tantissime polemiche tra i cittadini rimasti “intrappolati” in casa per diversi giorni, senza corrente elettrica, gas e acqua potabile. I soccorsi hanno provato ad alleviare lo sconforto, consegnando a domicilio cibo e medicinali, ma restare al buio e al freddo fin da metà pomeriggio, avvolti nel silenzio totale, è un duro colpo psicologico. «Da subito – spiega l’assessore – i Comuni hanno avviato le operazioni di evacuazione delle case più vicine alla rottura in alcune frazioni del comune di Modena – San Matteo, La Rocca, Navicello e Albareto – di Bastiglia e Bomporto, con il supporto tecnico della Provincia di Modena e l’ausilio delle forze dell’ordine. Tra le preoccupazioni prioritarie, quella per i soggetti deboli o fragili: è stata quindi disposto il trasferimento dei 54 ospiti della Casa protetta “Villa Anna” all’ospedale di Baggiovara, operato dal 118 regionale, mentre gli utenti del gruppo per disabili di Sorbara sono stati evacuati a Carpi. In relazione agli scenari di propagazione delle acque che si sono man mano definiti, le operazioni di evacuazione sono proseguite nelle ore successive. L’invito rivolto alla popolazione è stato quello di lasciare le abitazioni o, in alternativa, di salire ai piani superiori. Queste indicazioni hanno consentito da un lato di salvaguardare la popolazione più fragile per la quale è stata disposta l’evacuazione e ha contestualmente evitato un esodo di massa dalle zone in pericolo che avrebbe aumentato significativamente il rischio per la pubblica incolumità delle persone». Riassumendo, la strada imboccata dall’acqua è cambiata nel corso del tempo. Una volta capito che avrebbe invaso Bastiglia era troppo tardi: l’evacuazione generale avrebbe riversato sulla Canaletto e verso la Panaria Bassa troppi cittadini in auto, esponendoli al rischio di venire travolti dall’alluvione. Lo stato d’emergenza Sono conclusi i controlli sugli argini e nei paesi alluvionati a supporto della procedura di dichiarazione dello stato di emergenza che sarà discussa venerdì dal Consiglio dei ministri. Intanto, con lo “stato di crisi” regionale, viale Aldo Moro si accollerà la copertura delle spese della prima emergenza, ossia i famosi 15 milioni. La Regione, in parallelo, ha chiesto ai Comuni una prima sommaria stima dei danni per suffragare la richiesta di rimborso totale. Perché, non va dimenticato, Errani ha promesso di “riconoscere tutti i danni” anche se, con il passare dei giorni, è palese che per scucire soldi al governo “servirà una nuova legge”, come spiega sui social network, la deputata Pd, Manuela Ghizzoni. Nascerà inoltre un Comitato istituzionale ed un Centro di coordinamento operativo a cui parteciperanno i politici e la Protezione Civile. Curioso poi scoprire come si indagherà sulle cause del cedimento dell’argine. «Vogliamo conoscere le ragioni e rispondere ai tanti perché dei cittadini e alle loro preoccupazioni che sono anche le nostre», ha detto Gazzolo. Sarà formata una commissione speciale a cui parteciperanno docenti delle università di Padova, Bologna, Ferrara e Modena che metteranno a disposizione esperti particolarmente qualificati in materia idraulica e geotecnica. «Saranno loro – dice l’assessore – ad assicurare supporto professionale e valutazioni tecniche indipendenti di cui si avvarrà un gruppo di lavoro, che vedrà coinvolto anche Aipo, per svolgere un’analisi strutturale delle arginature di Secchia, Panaro e Canale Naviglio». Operazione già avviata e che al momento vede diversi ruspe in azione per chiudere i buchi creati dagli animali.

La Gazzetta di Modena 29.01.14