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"L’amaca", di Michele Serra

È davvero singolare che nel paese detentore del più imponente e spiccio sistema carcerario del pianeta, gli Stati Uniti (vantano il 25 percento della popolazione carceraria mondiale), l’opinione pubblica sia così affranta per la condanna di miss Knox, e così indignata contro la giustizia italiana. Si capisce l’impatto mediatico della ragazza, che è bella e di modi raffinati, non come i tanti poveri ceffi da bassifondi che languono nelle galere americane perché non hanno i soldi per pagarsi un buon avvocato. Assai meno si capiscono i gemiti di orrore per un sistema giudiziario, il nostro, che in virtù del suo bizantinismo e delle sue lungaggini è a volte ridicolo, ma oggettivamente più lasco di quanto possa sperare il più radicale dei garantisti o il più contumace degli imputati.
L’impressione è che non tanto la giustizia italiana, ma il resto del mondo in quanto tale sia considerato indegno di giudicare un americano. E che eventuali crimini siano meno crimini se commessi da americani all’estero. Il pilota del caccia che nel 1998 tranciò il cavo della funivia del Cermis uccidendo venti persone venne giudicato negli Usa. Condannato a pochi mesi per intralcio alla giustizia e assolto per la strage. Wow!

da La Repubblica