ambiente, attualità, comunicati stampa

Sisma, parlamentari Pd “Non vanifichiamo norme tanto attese”

Deputati e senatori sulla necessità di riammettere l’emendamento pro-terremotati. I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Edoardo Patriarca, Giuditta Pini, Matteo Richetti e Stefano Vaccari chiedono, con forza, che l’emendamento che allunga i tempi del pagamento delle tasse per le aree colpite dal sisma del 2012 possa essere rapidamente recuperato, nonostante il presidente del Senato Grasso lo abbia stralciato dalla conversione del decreto legge Enti locali per estraneità di materia. “Quello che il Senato sta discutendo – spiegano i parlamentari modenesi Pd “è la conversione in legge di un decreto che nella dicitura parla espressamente “di interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali” e il sisma del 2012 rientra perfettamente in questa categoria”. Ecco la loro dichiarazione:
«La dilazione fiscale di tre anni per le imprese e i cittadini dell’area del cratere sismico è norma che è stata condivisa e scritta in stretto rapporto con la Ragioneria dello Stato e con il Governo, ha la necessaria copertura economica, ha avuto l’ok della Commissione Bilancio del Senato ed è attesa da migliaia di persone che vivono e lavorano nelle zone colpite dal terremoto del 2012: è per queste ragioni che chiediamo che l’ottimo lavoro portato avanti al Senato non sia vanificato. Abbiamo grande rispetto del giudizio del presidente Grasso, ma riteniamo che, in questo caso, occorra trovare una modalità per recuperare questo provvedimento. Lo hanno chiesto, nel pomeriggio, in Aula, pressoché tutte le forze politiche, anche il rappresentante del Governo ha espressamente ribadito che qualunque decisione è almeno riesaminabile. Quello che il Senato sta discutendo è la conversione in legge di un decreto che nella dicitura parla espressamente “di consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali” e il sisma del 2012 rientra perfettamente in questa categoria. Non possiamo abbandonare, in nome del regolamento, terre così già tanto provate».