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"Sorrentino agli Oscar e Greco al Museo egizio: da qui Franceschini riparta per rilanciare la Cultura", di Andrea Purgatori

Al netto delle dichiarazioni d’intenti, sempre suggestive e sempre fumose, suggerisco al nuovo ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini di cominciare il suo nuovo lavoro tenendo a mente un paio di cose che sono accadute o stanno per accadere (chiedo perdono a Paolo Sorrentino se non sono napoletanamente scaramantico): la nomina di Christian Greco alla direzione del Museo Egizio di Torino e la possibile vittoria agli Oscar de La Grande Bellezza.

Greco ha 39 anni e, a quanto mi risulta, nessuna tessera di partito in tasca, né appartenenze a consorterie parareligiose o massoniche ma solo la propria competenza, che ne ha fatto uno dei massimi esperti di egittologia al mondo (se non fosse emigrato, dubito che adesso potrei portarlo ad esempio). Sorrentino, 43 anni, è un cineasta e scrittore che ha conquistato un posto da protagonista nel panorama del cinema internazionale. E per diventare regista non ha mai avuto bisogno di iscriversi a un qualsivoglia club, tranne che a quello di chi difende con passione l’arte del cinema italiano, la sua storia, il suo futuro, le sue scarsissime risorse.

Ecco, ministro Franceschini, questi mi sembrano due spunti più che validi per impostare il lavoro e una nuova politica della Cultura, spesso percepita o svillaneggiata come una spesa inutile piuttosto che come un investimento. Senza mai tenere conto che garantisce milioni di posti di lavoro e altrettanti potrebbe offrirne, se questo settore (brutta parola, direi meglio: patrimonio) fosse considerato strategico quanto lo è nel resto d’Europa (siamo al 27° posto, l’ultimo, con una spesa pari all’1,1 delle risorse pubbliche contro una media del 2,2).

So bene che saranno più i guai che dovrà risolvere che il tempo da dedicare alla progettualità. Tuttavia, la strada che da Torino porta a Los Angeles e viceversa suggerisce infinite possibilità di svolta e coraggio creativo per sperare che questo governo rimetta la Cultura al centro della propria visione futura del Paese e confini ai margini dei processi decisionali le lobby che in questo mondo speculano e regalano poltrone. Stanchi di invidiare L’altrui bellezza, facciamo il tifo perché la nostra Bellezza diventi finalmente Grande, curata, rispettata e di tutti, ministro Franceschini.

da Huffington Post 25.02.14