attualità, politica italiana

"Pinotti: dalla Difesa tre miliardi il piano degli F35 sarà ridotto", di Rosaria Amato

La spending review arriverà anche agli F-35. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, rispondendo a una domanda di Maria Latella su Sky Tg24, annuncia che «è lecito immaginare una razionalizzazione». E poco dopo, al Tg5, il premier Matteo Renzi conferma: «Il programma continua ma sarà rivisto. Da qui ai prossimi tre anni sono circa 3 miliardi di euro di risparmi sulla spesa della Difesa. Non tutti dagli F-35, ma anche dal recupero delle caserme e dalla riorganizzazione delle strutture militari». Il piano F-35 prevede l’acquisto di 90 caccia in 15 anni: il costo è di 14,3 miliardi di euro. Il ministro Pinotti precisa che verranno dismessi 385 tra caserme e presidi: «Entro un mese porterò il provvedimento in Cdm e attiverò una task force». In programma anche la riduzione dei militari di Aeronautica, Marina ed Esercito che, da qui al 2024, dovrebbero passare da 190.000 a 150.000.
Dibattito anche su Jobs Act e pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha difeso con forza nell’intervista data ieri a Repubblica il dl su contratti a termine e apprendistato, ma il segretario della Cgil Susanna Camusso rimane convinta che non si possano sacrificare i diritti dei lavoratori in nome dell’«efficacia» delle misure: «Io credo che dopo questa lunga stagione di crisi i giovani sono dei soggetti sottoposti a una straordinaria disuguaglianza (da quella del non trovare lavoro ad avere una lunga stagione di precarietà) e forse il messaggio vero di cambiamento è dire loro che si prova a ridurre la disuguaglianza». «A che serve la precarizzazione del mercato del lavoro? — si chiede il leader di Sel Nichi Vendola — Non solo rende più indifese le persone, ma rende meno competitivo il sistema produttivo italiano ». «Semplificare non significa dare più precarietà ma consentire ai ragazzi di lavorare», taglia corto Matteo Renzi. Sul dl Poletti interviene anche l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, mostrando apprezzamento per la liberalizzazione dei contratti a termine: «Se le imprese non assumono bisogna incoraggiarle attraverso la riduzione del costo del lavoro e la flessibilità è la strada giusta», anche se «non è questa la strada per irrobustire il mercato del lavoro italiano». Fornero è invece molto critica sulle modifiche all’apprendistato, che ne indeboliscono la parte formativa.
Del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione parla con Lucia Annunciata su Rai Tre il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, dicendosi convinto che il governo farà fronte al suo impegno di esaurire tutti i pagamenti entro il 21 settembre. Si tratta, ricorda Unioncamere, di 69,5 miliardi che riguardano oltre 215.000 imprese. Anzi, secondo Bassanini, «il grosso, i debiti di parte corrente » si esauriranno entro luglio. Mentre sarà un po’ più complicato intervenire sui debiti in conto capitale, tra i 5 e i 10 miliardi, «che vengono conteggiati nel nostro deficit, nel 3%». Però qui potrebbe arrivare in aiuto del governo il margine dello 0,3-0,4% che l’Italia può utilizzare senza «sforare».

La Repubblica 17.03.14