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#SmartCitiesNazionali 48 progetti di social innovation abbandonati: il PD interroga il ministro

Due anni di pantano burocratico, nel quale stanno affogando le speranze e il talento dei giovani ricercatori vincitori del bando Smart Cities and Communitie, del 2012. Dall’ammissione al finanziamento (28 febbraio 2013), non un solo euro è stato attribuito ai progetti. Perchè? Lo abbiamo chiesto al ministro Giannini.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
GHIZZONI, BRATTI, BRAGA. Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Per sapere Premesso che:
in coerenza con gli orientamenti europei di “Horizon 2020, con decreto direttoriale del 5 luglio 2012, n. 391 il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca indiceva il bando Smart Cities and Communities, che assegnava 655,5 milioni di euro (di cui 170 milioni di euro di contributo nella spesa e 485,5 milioni di euro per il credito agevolato) per interventi e per lo sviluppo di Città intelligenti su tutto il territorio nazionale;
una quota della dotazione finanziaria, pari a 25 milioni di euro, veniva destinata a Progetti di Innovazione Sociale presentati da giovani ricercatori, di età non superiore ai 30 anni, relativi a soluzioni tecnologicamente innovative per risolvere specifiche problematiche presenti nel tessuto urbano di riferimento; la scadenza per la presentazione dei progetti era fissata al 7 dicembre dello stesso anno;
una nota ufficiale del Miur sul bando in parola, del gennaio 2013, informava che già con “decreto direttoriale prot. n. 924/Ric del 7 dicembre 2012 i termini per la chiusura delle attività di valutazione da parte del MIUR, dei progetti presentati, erano stati procrastinati al 31 gennaio 2013, stante la difficoltà nell’individuazione di esperti internazionali di chiara fama da coinvolgere nelle attività di valutazione. Solo qualche giorno fa, il MIUR, grazie ad un accordo con i competenti servizi della Commissione Europea, ha avuto accesso alla banca dati degli esperti del 7° programma quadro e sono quindi in corso le attività di individuazione, richiesta di disponibilità e contrattualizzazione degli esperti internazionali. Per tali motivi non sarà possibile completare le valutazioni di prima fase entro il 31 gennaio 2013, e le stesse sono pertanto prorogate al 28 febbraio p.v…. Poiché, tuttavia, il Ministero riconosce un’alta valenza strategica al bando in questione, sarà massimo l’impegno della struttura affinché la valutazione di seconda fase si chiuda in tempi stretti, tali da recuperare, in massima parte, il tempo già trascorso…”.
con il Decreto Direttoriale del 28 febbraio 2013, n. 371 è stata “approvata la graduatoria generale finale dei Progetti di Innovazione Sociale”, che risultano ammessi al finanziamento se conseguono un punteggio complessivo non inferiore a 60 punti. L’art. 2 di detto D.D. rinviava ad una successiva disposizione “affinché i Progetti giudicati ammissibili siano funzionalmente e strutturalmente collegati dal MIUR all’interno dei progetti esecutivi…”;
Successivamente, valutata la capienza della dotazione finanziaria ancora disponibile per detti Progetti di Innovazione Sociale con punteggio non inferiore a 60 punti (mediante la nota Prot. n. del 18 giugno 2013), è stato emanato il Decreto Direttoriale del 26 giugno 2013, n. 1222, che ha disposto una integrazione della graduatoria ammettendo al finanziamento ulteriori progetti fino a concorrenza delle risorse disponibili;
a seguito degli esiti delle attività di valutazione tecnico-scientifica e delle relazioni istruttorie svolte rispettivamente dagli esperti tecnico-scientifici e dagli istituti convenzionati e verificata la correttezza della procedura espletata, è poi stato emanato il decreto del Capo Dipartimento del 31 ottobre 2013, prot. n. 2057, per approvare la graduatoria relativa ai progetti ammissibili; ad esso ha fatto seguito la nota del 13 febbraio 2014, prot. n. 3258, con la quale il dott. Emanuele Fidora, in qualità di Direttore Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca nonché Responsabile Unico del Procedimento (RUP), ha espresso parere favorevole all’accoglimento delle proposte di rimodulazione trasmettendo gli atti valutativi al Capo Dipartimento;
è solo con il decreto direttoriale n. 498 del 13 febbraio 2014 che il Ministero ha proceduto all’approvazione definitiva della graduatoria dei progetti ammessi alle agevolazioni: tuttavia, l’articolo 2 di detto decreto ha disposto che “Con successivi e appositi decreti di finanziamento si procederà a disporre l’impegno finanziario per ciascuno dei Progetti…, comprensivi dei Progetti di Innovazione Sociale…, fatte salve tutte le verifiche, i controlli e gli adempimenti previsti ai sensi delle vigenti normative nazionali e comunitarie”;
peraltro dalla tabella allegata al decreto n. 498 in parola si apprende che i fondi totali a disposizione del bando sono 350 milioni rispetto agli annunciati 665: a tale proposito, fonti giornalistiche (Repubblica, Espresso) riferiscono che 300 milioni sarebbero caduti in perenzione e quindi decurtati dalle effettive disponibilità del bando;
ad oggi, non vi è ancora alcuna certezza né sulle modalità, né sulla tempistica con cui questi fondi europei verranno assegnati: del resto, la lunga elencazione degli atti ufficiali relativi al bando Smart Cities and Communities richiamata in premessa, testimonia un processo burocratico che rischia di compromettere inevitabilmente progetti che, per la loro natura innovativa, hanno invece bisogno di essere realizzati in tempi celeri per non essere “bruciati” da altri competitors internazionali;
il bando Smart Cities and Communities indica il termine del 30 dicembre 2015 per il completamento delle attività, pena la perdita dei finanziamenti europei. A tale proposito, si ricorda che i progetti finanziati hanno un programma di attività di tre anni, come richiesto dal bando, e business plan adeguati a questa tempistica;
si segnala, che in alcuni casi, i progetti sono stati avviati subito dopo l’ammissione a finanziamento (primavera 2013), al fine di evitare che i ritardi compromettessero la buona riuscita della ricerca: in questi casi, l’attività di progetto procede con risorse personali dei ricercatori coinvolti, con evidente aggravio per la situazione economica del gruppo di lavoro che da oltre un anno mesi lavora senza compenso;
peraltro, i giovani ricercatori presentatori di progetti ammessi alle agevolazioni non possono nel frattempo essere assunti, poiché il citato bando gli impone l’impossibilità di avere un contratto di lavoro parallelo a quello della sperimentazione, se non per un numero esiguo di ore;
in un momento in cui la disoccupazione giovanile tocca percentuali da vero allarme sociale e di fronte alla possibilità di realizzare concretamente il tanto auspicato incontro tra giovani, enti locali, Università e impresa, è inaccettabile che lungaggini prive di motivi sostanziali rischino di vanificare l’opportunità offerta dal bando in questione;
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come il ministro interrogato intenda intervenire affinché siano immediatamente attribuite le agevolazioni previste ai progetti selezionati;
per conoscere le ragioni del dimezzamento dei fondi disponibili e quali iniziative intenda assumere per ripristinare le risorse originarie.
poichè oltre un anno è stato impiegato nelle procedure di valutazioni, se il ministro intenda considerare valide le attività nel frattempo svolte o se valuti di prorogare il termine delle attività di ricerca previste.