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"Falso in bilancio, Csm e civile «La giustizia non è più un tabù»", da redazione Unità

Aule parlamentari affollate. Di decreti e provvedimenti di legge su materie che scottano. Della grande riforma della giustizia, quindi, se ne riparla a settembre. Per ora se ne conoscono i temi e i confini, ma per la loro realizzazione si può aspettare ancora un po’. «Almeno quei due mesi per dare tempo a cittadini e professionisti del settore di poter dire la loro» dice il premier Renzi. Una consultazione on line aperta a tutti all’indirizzo rivoluzione@governo.it come era già successo per la pubblica amministrazione. La parola chiave, rivendica Renzi, è «partecipazione, contro tutti quelli che dicono che questo governo decide da solo». L’importante è rispettare dodici linee guida. Dodici paletti insuperabili ma già di per sè rivoluzionari perchè toccano santuari inviolabili come il Csm e le intercettazioni. E li toccano in un modo per cui lo stesso Renzi è «molto curioso di vedere cosa scriveranno i giornali e come reagiranno gli interessati». In un modo nell’altro, però, il governo vuole dire basta «ai magistrati che fanno carriera grazie all’appartenenza a una corrente della magistratura» mentre è l’ora delle «carriere basate solo sul merito». Ba- sta anche al meccanismo perverso per cui «chi giudica non può nominare e chi nomina non può giudicare». E basta alla pubblicazione sui giornali delle intercettazioni. Si tratta dei punti 4-5 e 10 della lista. Ora, ci si può girare intorno quanto si vuole, ma l’unico modo per ottemperare a questi principi è impedire ai giornali di pubblicare le intercettazioni, indebolire il peso delle correnti durante l’elezione del Csm e creare una sezione disciplinare specia- lizzata e a se stante. Miele per le papille di Silvio Berlusconi che da venta’anni insegue questi principi.

Il grande giorno della giustizia di- venta un giorno scandito da grandi im- pegni e linee guida ma pochi fatti e ze- ro provvedimenti legislativi. Il consiglio dei ministri inizia con due ore e mezzo di ritardo per via della correzione, leggi aggiustamento, di bilancio che deve essere firmato tassativamente entro il 30 giugno, cioè ieri. Alle 19 e 30, quando finalmente i ministri si riuniscono intorno al grande tavolo, tra il premier Renzi e il Guardasigilli Orlando è già stato tutto chiarito in precedenti riunioni, l’ultima delle quali a fine mattinata. Il ministro della Giusti- zia ingoia a fatica il fatto di dover rin-

viare ancora una volta provvedimenti già pronti come il falso in bilancio, l’au- toriciclaggio, le nuove norme per rendere più efficaci sequestri e confische, la responsabilità civile dei magistrati e più di tutto il provvedimento, che doveva andare per decreto, per dimezzare numeri e tempi dell’arretrato del processo civile («5 milioni e 200 mila cau- se – ha precisato il premier – e circa 900 giorni per il primo grado, tre volte in più della media europea. Ma ci rendiamo conto!!!») prevedendo nei fatti modi alternativi, con l’assistenza di avvocati, per risolvere i contenziosi fuori dalle aule dei tribunali. Si tratta di un handicap per lo sviluppo che rende tut- to il sistema paese inaffidabile, alla vo- ce giustizia, per gli investimenti.

Al tavolo del consiglio dei ministri si è molto insistito sul fatto che «il nodo giustizia è stato deideologizzato e non è più ostaggio degli interessi di una parte politica». Adesso, finalmente, «un tema che per vent’anni è stato tabù può essere affrontato senza il timore di violare santuari o riserve ideologiche». Si punta sul «valore culturale» di quello che il governo sta per fare. Perchè anche questo, a suo modo, fissa la fine di un’epoca. E l’inizio di un’altra. Dopo di che, visto che è tutto pronto e da settimane, la nuova epoca poteva cominciare anche ieri. E la consultazione estiva sa tanto di un modo per prendere tempo, per non affollare il Parlamento mentre è impegnato con le riforme istituzionali e non stressare gli alleati. Primo fra tutti Berlusconi.

L’elenco delle cosiddette linee guide è lungo e realmente rivoluzionario: i processi civili devono durare al massimo un anno in primo grado; l’arretra- to di 5 milioni e 200 mila deve essere dimezzato («cause di divorzio e altre che non riguardano la persona saranno decise fuori dalle aule e davanti agli avvocati» ha precisato poi Orlando); saranno rinforzati i tribunali specializzati su famiglie e imprese. Ai punti 4 e 5 le due norme sul Csm. Il punto 6 affronta un altro nodo delicato, quello sulla responsabilità civile dei magistrati. «Vogliamo fare riferimento al modello europeo per cui chi sbaglia per dolo o per colpa grave, deve pagare». Per essere chiari, ha aggiunto il premier, «la norma Pini (già approvata dalla Camera e ora al Senato, ndr) non va bene». Il modello è europeo prevede la responsabilità indiretta dei giudici. Un testo è già pronto al Senato.

Le linee guida comprendono la riforma del disciplinare sia nella giustizia civile che in quella amministrativa. E, al punto 8, le norme contro la criminalità economica. «Vogliamo il falso in bilancio e l’autoriciclaggio » ha aggiunto il ministro Orlando «in una cornice complessiva anche il nodo della prescrizione e della accelerazione del processo penale». Queste norme sarebbero già pronte e scritte dal legislativo di via Arenula. Ma si è preferito attendere un po’.

Al punto 10 sono previste le intercettazioni. Nessuna modifica allo stru- mento investigativo, molte limitazioni invece alla loro diffusione prima del processo «nell’ottica di una necessaria tutela della privacy». Si tratta quindi di far sì che i giudici per le indagini preliminari che firmano gli atti preliminari di ogni indagine – ordinanze, decreti di sequestro o di altri misure preventive – non consentano più la trascrizione integrale o anche solo per parti delle intercettazioni ma la loro sintesi.

da L’Unità