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"Linee Guida sulla fondazione eterologa adottare criteri di qualità e sicurezza", di Luigi Ripamonti

Martedì 8 Luglio, 2014CORRIERE DELLA SERA© RIPRODUZIONE RISERVATA
Linee Guida sulla Fondazione eterologa adottare Criteri di Qualità e Sicurezza Il ministro della Salute vuole ritardare l’introduzione della fecondazione eterologa in Italia? Questa è l’intenzione che è stata attribuita a Beatrice Lorenzin dopo un’intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera .
Un’interpretazione corroborata, in alcuni casi, come quello dell’Associazione Luca Coscioni, da analisi tecniche e giuridiche approfondite. La decisione del ministro di aspettare linee-guida e passaggi in Parlamento per partire con la fecondazione eterologa può prestare il fianco alla critica di voler normare qualcosa per cui le norme già esistono.
Il rischio sarebbe quello di avviarsi su un percorso scandito da una successione di sentenze che potrebbero poi smontare pezzo per pezzo ciò che in fase di attuazione è stato modificato, o forzato, a partire dalle leggi esistenti. Un percorso già visto proprio con la legge 40. Detto questo, non si può non concedere che quello del ministro possa essere invece un legittimo esercizio di prudenza. Non è un mistero, per esempio, che recenti casi di cronaca, come quello dello scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma, abbiamo minato la fiducia dei cittadini nei confronti delle procedure di fecondazione assistita. E i medesimi casi di cronaca hanno presentato problematiche inedite, che possono e devono essere risolte in base alle norme vigenti, ma che sono anche cariche di aspetti giudicati da diversi osservatori meritevoli di una discussione ad hoc per il futuro.
Casi e problematiche, questi, che rendono anche cogente la responsabilità , e quindi il diritto-dovere, delle istituzioni di stabilire in modo inequivocabile criteri di qualità e sicurezza che devono essere garantiti dai centri autorizzati alla fecondazione assistita, a maggior ragione ora che anche quella eterologa è possibile. Una discussione volta a evitare incertezze su questi aspetti sembra dunque giustificata. Anche per non far correre a chi vorrà accedere alla fecondazione eterologa in Italia, i rischi che sono stati invece costretti ad affrontare coloro che, per praticarla, si sono dovuti recare in alcuni Paesi dove pretendere sicurezza e qualità sarebbe stato certamente più difficile.

da Il Corriere della Sera